Casa di Schiller

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Casa di Schiller
Schillerhaus
Il museo Schiller in secondo piano
Ubicazione
StatoBandiera della Germania Germania
LocalitàWeimar
Coordinate50°58′44.04″N 11°19′40.08″E / 50.9789°N 11.3278°E50.9789; 11.3278
Caratteristiche
TipoMuseo memoriale
Periodo storico collezioniXVIII-XIX secolo
Istituzione1988
Apertura1988
 Bene protetto dall'UNESCO
Casa di Schiller
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iii)(vi)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1996
Scheda UNESCO(EN) Classical Weimar
(FR) Scheda

La casa di Schiller (Schillerhaus) è un museo gestito dalla Klassik Stiftung Weimar nell'ex casa di Friedrich Schiller (1759-1805) a Weimar. Nel 1988 è stato costruito il nuovo Museo Schiller dietro la casa, ora utilizzato per mostre speciali e temporanee dalla Klassik Stiftung Weimar. Dal 1998 fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO come parte dell'insieme di edifici facenti parte della Weimar classica.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Casa di Schiller intorno al 1900
Studio di Schiller e stanza in cui morì (1853)
Lo studio di Schiller ai giorni nostri (1963)

La casa fu originariamente costruita per un commerciante nel 1777 da Anton Georg Hauptmann (1735-1803). Gli annessi esistenti sono stati integrati in data posteriore. Il termine "Münze" usato per indicare questi vecchi annessi è dovuto al fatto che, sul terreno della casa, esisteva una zecca del principato.

La casa si trova nell'odierna Schillerstraße 12, l'antica Esplanade, costruita tra il 1760 e il 1765 dopo lo smantellamento delle antiche fortificazioni della città. Nel 1801 la casa fu acquistata dallo scrittore e traduttore inglese Charles Mellish di Blyth, che la vendette a Schiller nel marzo 1802. Schiller e la sua famiglia vi si trasferirono il 29 aprile 1802. In precedenza, dal 3 dicembre del 1799, la famiglia Schiller, che si trasferì da Jena a Weimar, viveva in un appartamento in affitto a Windischengasse. Non trovando adeguata la sistemazione, approfittò di una opportunità, prese in prestito 4200 Reichstaler e acquistò la casa.

Schiller eseguì numerosi lavori di ristrutturazione, compreso lo spostamento della tromba delle scale dall'edificio anteriore all'area tra questo e quello posteriore. Gli alloggi della famiglia e le camere da letto della moglie e delle loro figlie furono sistemate al primo piano. Lo studio e il soggiorno di Schiller furono allestiti al secondo piano, nella mansarda.

All'epoca di Schiller, la casa era dipinta di grigio con la struttura color ocra. La vernice gialla di oggi, con struttura blu-verde, corrisponde alla combinazione di colori originale.

Friedrich von Schiller morì la sera del 9 maggio 1805 nella sua casa. La moglie, Charlotte, continuò a vivere lì con i quattro figli, e più tardi, quando questi lasciarono la casa, affittò singole stanze. Il 9 luglio 1826 morì anche Charlotte ed i figli vendettero la casa, nel 1827, all'ispettore orticolo Johann Christoph Gottlob Weise, che la affidò a sua moglie. Parti della struttura vennero messe all'asta.

Nel 1847 la proprietà fu acquisita dalla città di Weimar che vi allestì un memoriale di Schiller cercando di arredarla con mobili dell'epoca, in particolare lo studio di Schiller e la stanza in cui morì. Negli anni seguenti, al piano terra c'era un piccolo negozio d'arte, che esistette fino al 1905. A volte nel periodo successivo al 1847, le stanze degli edifici anteriore e posteriore erano utilizzate dalla Fondazione Schiller e dalle società Goethe e Shakespeare e/o affittate come abitazioni.

Nel 1945, il centro cittadino fu gravemente colpito dalle incursioni aeree su Weimar, che lasciarono il segno anche sulla casa di Schiller. Tuttavia, la casa venne riaperta nel novembre del 1946 dopo estesi interventi di ristrutturazione da parte della città di Weimar.

La casa di Schiller è stata ampiamente restaurata negli anni '80. Durante questo periodo, è stato costruito il nuovo museo Schiller dietro la casa. Oggi la casa, compreso il museo annesso, fa parte dell'inventario amministrativo della Klassik Stiftung Weimar.

Museo Schiller[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il museo Schiller è stato costruito dal 1984 al 1988 ed è collegato alla casa storica originariamente dedicata alla vita e al lavoro di Schiller. Era l'unico nuovo edificio di un museo della letteratura nella DDR. Mostre speciali e temporanee della Klassik Stiftung Weimar vengono organizzate nelle tre grandi sale espositive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Das Schillerhaus zu Weimar. Ein Führer für Einheimische und Fremde. Panses Verlag, Weimar 1913.
  • Eduard Scheidemantel, Hans Joachim Malberg: Das Schillerhaus in Weimar. Ein Führer durch seine Geschichte und seine Sammlungen. Städtisches Kulturamt Weimar, Weimar 1949.
  • Hedwig Weilguny, Wolfgang Vulpius: Das Schillerhaus in Weimar. Weimarer Klassikerstätten, Weimar 1955.
  • Gerhard Hendel: Das Schillerhaus in Weimar. 11. Auflage. Nationale Forschungs- und Gedenkstätten der Klassischen Deutschen Literatur, Weimar 1977.
  • Nationale Forschungs- und Gedenkstätten der Klassischen Deutschen Literatur (Hrsg.): Schillermuseum und Schillerhaus in Weimar. NFG, Weimar 1988.
  • Jürgen Beyer: Zur Rekonstruktion des Schillerhauses in Weimar. In: Neue Museumskunde. Theorie und Praxis der Museumsarbeit. Band 34. Deutscher Verlag der Wissenschaften, Berlin 1991, S. 50–54.
  • Reiner Schlichting (Hrsg.): Das Schillerhaus in Weimar. Klassikerstätten, Weimar 1991, ISBN 3-7443-0102-8.
  • Christina Tezky, Viola Geyersbach: Schillers Wohnhaus in Weimar. Hanser, München/Wien 1999, ISBN 3-446-19730-3.
  • Ernst-Gerhard Güse, Jonas Maatsch (Hrsg.): Schillers Wohnhaus. Klassik Stiftung Weimar, Weimar 2009, ISBN 978-3-7443-0144-2.
  • Isolde Bacher, Hans-Wilm Schütte: Weimar. 8. Auflage. Baedeker, Ostfildern 2013, ISBN 978-3-8297-1486-0, S. 213–219.
  • Klaus Achenbach, Jürgen Beyer, Jürgen Seifert (Hrsg.): Das Schillermuseum in Weimar. Ein Stadtbaustein der Ostmoderne. M Books, Weimar 2018, ISBN 978-3-944425-09-2.
  • Roman Soukup (Hrsg.): Mythos Weimar – Photographien von Ute Klophaus. Hatje Cantz, Ostfildern-Ruit 1999, ISBN 3-89322-980-9.
  • Martin Stiebert, Christine Jäger: L' art brut – die Träume der Unvernunft. Glaux, Jena 1999, ISBN 3-931743-28-4.
  • Joachim Berger, Klaus-Jürgen Grün (Hrsg.): Geheime Gesellschaft – Weimar und die deutsche Freimaurerei. Hanser, München/Wien 2002, ISBN 978-3-446-20255-9.
  • Heike Gfrereis, Ulrich Raulff (Hrsg.): Götterpläne & Mäusegeschäfte – Schiller 1759–1805. Deutsche Schillergesellschaft, Marbach am Neckar 2005, ISBN 978-3-937384-11-5.
  • Ernst-Gerhard Güse (Hrsg.): Victor Hugo – Visionen eines Schriftstellers. Hatje Cantz, Ostfildern 2008, ISBN 978-3-7757-2217-9.
  • Jonas Maatsch, Christoph Schmälzle (Hrsg.): Schillers Schädel – Physiognomie einer fixen Idee. Wallstein, Göttingen 2009, ISBN 978-3-8353-0575-5.
  • Wolfgang Holler, Hermann Mildenberger (Hrsg.): Leise Superlative – Alexander Olbricht & Marcus Behmer. Klassik-Stiftung Weimar, Weimar 2010, ISBN 978-3-7443-0147-3.
  • Hochschule für Musik Franz Liszt Weimar, Klassik-Stiftung Weimar (Hrsg.): Franz Liszt – Ein Europäer in Weimar. König, Köln 2011, ISBN 978-3-86560-972-4.
  • Sebastian Böhmer, Christiane Holm u. a. (Hrsg.): Weimarer Klassik – Kultur des Sinnlichen. Deutscher Kunstverlag, Berlin/München 2012, ISBN 978-3-422-07122-3.
  • Klassik-Stiftung Weimar (Hrsg.): Wahlverwandtschaften – Eine englische Privatsammlung zur Kunst der Goethezeit. Klassik-Stiftung Weimar, Weimar 2013, ISBN 978-3-7443-0184-8.
  • Ulrike Bestgen, Wolfgang Holler (Hrsg.): Gabriele Stötzer – Schwingungskurve Leben. Klassik-Stiftung Weimar, Weimar 2013, ISBN 978-3-7443-0181-7.
  • Katharina Bott (Hrsg.): Der Maler Friedrich Bury (1763 - 1823) – Goethes »zweiter Fritz«. Deutscher Kunstverlag, Berlin/München 2013, ISBN 978-3-422-07208-4.
  • Wolfgang Holler, Karin Kolb (Hrsg.): Cranach in Weimar. Sandstein, Dresden 2015, ISBN 978-3-95498-162-5.
  • Hermann Mildenberger, Serena Zanaboni u. a.: Von Leonardo fasziniert – Giuseppe Bossi und Goethe. Sandstein, Dresden 2016, ISBN 978-3-95498-242-4.
  • Kristin Knebel, Gisela Maul, Thomas Schmuck (Hrsg.): Abenteuer der Vernunft – Goethe und die Naturwissenschaften um 1800. Sandstein, Dresden 2019, ISBN 978-3-95498-486-2.

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