Casa de Arcos

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Stemma Casa de Arcos

La Casa de Arcos è una casata nobiliare spagnola originaria della corona di Castiglia, il cui nome proviene dal ducato di Arcos, titolo nobiliare ereditario concesso alla casa di Ponce de León, in compensazione per la soppressione del marchesato di Cadice. Tra i suoi feudi si trovavano Marchena, Mairena del Alcor, Paradas, Chipiona, Rota, Cadice e l'Isola de León (oggi San Fernando), Bornos, Casares (con Manilva), Genalguacil, Jubrique, Arcos de la Frontera, Zahara de la Sierra, Villaluenga del Rosario, Ubrique, Benaocaz, Grazalema, Cardela, Garciago, Archite, i boschi (dehesas) di Pruna e di Algámitas, Los Palacios, Guadajoz, Villagarcía e Bailén. L'erede del duca di Arcos deteneva il titolo di marchese di Zahara. La capitale dei stati ducali era a Marchena. Lo scudo della casa si compone delle armi delle case reali di León e Aragona, così come del lignaggio navarro Vidaurre.

Tra le casate più importanti della storia di Spagna, si fregiò anche del titolo di Grande di Spagna.

Storia della Casa de Arcos[modifica | modifica wikitesto]

Durante il Basso medio evo furono i principali rivali della casa di Medina Sidonia, nel regno di Siviglia, come viene raccontato nella leggenda Maese Pérez l'Organista di Gustavo Adolfo Bécquer. Dentro il Convento dei Terzi di Siviglia si conservano resti del Palazzo dei Ponce di Léon nella capitale andalusa. Inoltre si conservano il Castello di Luna in Rota ed i resti del Palazzo ducale di Marchena, la cui facciata principale, chiamata la Porta di Marchena, fu spostata ai Reali Alcázares di Siviglia e numerosi edifici religiosi costruiti a Marchena sotto il patronato ducale. Inoltre a Jerez della Frontiera si erge un palazzo di uno dei rami di questa casata (linea dei marchesi del Castello della Valle di Sidueña) il cui cognome diede nome all'Isola di León, che fu parte dei suoi feudi giurisdizionali. Di questo ramo si conserva anche il Castello della Valle di Sidueña a El Puerto de Santa María conosciuto anche come Castello di Doña Bianca. Questo ramo dei Ponce de León discendeva della Casa de la Cerda, primi conti di Medinaceli e conti di El Puerto de Santa María, successivamente duchi di Medinaceli. Un altro esempio del mecenatismo artistico esercitato dalla casata fu la protezione accordata dal duca di Arcos al musicista Cristóbal di Morali.

Alla morte della XIII duchessa di Nájera, questo titolo passò al VII duca di Arcos, che divenne il XIV duca di Nájera. La sua discendenza ostentó il XVI, XVII e XVIII duca di Nájera, finché la morte senza eredi di Antonio Ponce de León, XI duca di Arcos, nel 1780 estinse il lignaggio ereditario per linea di primogenitura maschile e la casa di Arcos fu incoporata nella casa di Benavente nella persona di María Josefa Pimentel e Téllez-Girón, XII duchessa di Benavente, che nel 1771 aveva sposato Pedro di Alcántara Téllez-Girón y Pacheco, IX duca di Osuna, per cui la casa di Arcos si incorporò nella discendenza di entrambi alla casa di Osuna.

Storia della Casata Ponce de León[modifica | modifica wikitesto]

I membri della stirpe della famiglia Ponce de León si contraddistinsero come comandanti, conquistatori, amministratori, notai, consiglieri, etc. Secondo la Cronaca dell'Excelentísima casa dei Ponce de León di Salazar di Mendoza pubblicato nel 1620, questa casata aveva origine romana arrivando da Braga, Francia. Carlo Magno concedette ai Ponce di Minerva il primo titolo nobiliare: Conte di Tolosa e San Gil. Nel 1196 Alfonso VI gli concedesse l'onore in Lagunillas di Toledo. Pedro Ponce Di Minerva fu alfiere di Alfonso VII, e si sposò con una discendente dei re di Asturie e Aragona. Il primo esponente riconosciuto della casata, Fernán Pérez Ponce, ottenne il cognome di León allo sposarsi con la figlia di Alfonso IX di León. D'altro lato, la linea Ponce di Minerva si estinse, rimanendo senza discendenza Don Fernán.

Pedro Ponce de León sostenne Enrico IV per vincere Pedro I. Per questo e i suoi molti meriti fu ricompensato con la dignità di Arcos, il titolo di Marchese e altri a Medellín in 1452. Al tempo le lotte tra i Ponce de León e la casata dei Niebla avevano provocato grandi problemi e distruzione nei territori tanto che Enrico IV dovette intervenire per riportare l'ordine. Juan figlio di questo Pedro Ponce de León difese le porte di Jerez contro il Corregidor.

Nel 1492, Isabella I perdonò Rodrigo Ponce de León dopo la sua disobbedienza negli scontri con la casata Niebla. In quel momento era Marchese di Cadice, dignità che cedette ai re per favorire la conquista nelle Isole Occidentali. In cambio ricevette la dignità del Ducato di Arcos e la mercede nella Contea di Cáceres. Don Luis Cristóbal Ponce de León seguì Felipe II nelle Fiandre e si incaricò di combattere i mori. Suo figlio Rodrigo ricevette da Felipe III la collana di Borgogna e l'Ordine del Toson d'Oro.

Dal secolo XIV Marchena fu concessa con il suo popolo come dono regio alla casa Ponce de León ed elevò il ramo andaluso della famiglia. Da lì si crearono connessioni per Siviglia dove molti dei suoi membri avevano affari e altri tanti furono seppelliti. Fu poi uno dei suoi membri, Juan Ponce de León nel 1418, quello che complicò il compito di seguire i passi della famiglia. Egli si sposò con la figlia di Alvar Pérez Guzmán e ebbe come concubina la donzella Leonor Núñez, con entrambe procreò buona quantità di figli. Allo stesso tempo riceveva i favori di altre donzelle e schiave more con le quali pure procreò famiglia. Riconobbe tutti i suoi figli (intorno a trenta) e alla fine della sua vita, e pure gia morto, tutti vivevano in Marchena sotto la tutela di Catalina González (un'altra delle sue concubine). Com'era da aspettarsi le relazioni tra fratelli non sempre furono cordiali. Alcuni fecero matrimoni vantaggiosi ma altri scelsero una vita più tranquilla sposandosi con donzelle o artigiani.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • Annesso:Señoríos jurisdiccionales di Andalusia
  • Castello di Aznalmara o di Tavizna

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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