Casa Niccolini

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Casa Niccolini
La facciata su piazza Pasi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàTrento
IndirizzoPiazza Mario Pasi
Coordinate46°04′04.19″N 11°07′19.27″E / 46.06783°N 11.12202°E46.06783; 11.12202
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXV secolo
UsoAbitazione privata
Piani5
Realizzazione
ProprietarioPrivato

Casa Niccolini (o Palazzo Niccolini) è un palazzo situato in piazza Mario Pasi a Trento. Sulla sua facciata sono stati riscoperti, nel 2020, affreschi risalenti al Cinque e Seicento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli affreschi
Dettaglio della traslazione della Santa Casa di Loreto

Il palazzo venne probabilmente costruito nel corso del Quattrocento, nella stessa epoca delle case Cazuffi-Rella della vicina piazza Duomo[1]. L'edificio era di proprietà della famiglia Sinistraro sicuramente dalla metà del Cinquecento (come documentato in un estimo di quell'epoca)[2], e passò alla famiglia Bernardelli nel 1641. Al 2020, proprietarie sono le sorelle Lorenza, Cecilia e Paola Niccolini.

Tra il Cinque e il Seicento la facciata del palazzo venne affrescata; queste pitture vennero poi ricoperte con diversi strati di tinta, plausibilmente tra il XVIII e il XIX, ma fortunatamente non vennero martellinate (operazione che serve a facilitare l'adesione di un nuovo strato di intonaco, e che le avrebbe danneggiate gravemente); probabilmente sempre nel XIX secolo vennero ampliate anche le finestre, distruggendo così parte degli affreschi[3].

I frammenti restanti sono stati riscoperti durante le operazioni di rinnovo della tinteggiatura che hanno interessato le case sul lato occidentale di piazza Pasi; il costo del loro restauro, molto oneroso rispetto al preventivo originale dei lavori, è stato interamente sostenuto dalle proprietarie dell'edificio, le sorelle Niccolini[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Gli affreschi, i cui autori sono ignoti, si dispongono in tre fasce: le due superiori cinquecentesce, e quella inferiore seicentesca. Quella più in alto, a livello del terzo piano, è dominata al centro da Gesù che tiene la Croce con la mano sinistra, mentre la destra è alzata a mostrare la stigmata; dal costato del Cristo sgorga un fiotto di sangue che va a riempire un calice poggiato ai suoi piedi. Ai lati di Gesù sono raffigurati un vescovo (a sinistra) e una donna in abiti monacali (a destra), forse identificabili in san Vigilio, patrono di Trento, e sua madre santa Massenzia[3].

La fascia centrale, a livello del secondo piano, raffigura due santi protettori dalla peste, Rocco (a sinistra) e Sebastiano (a destra), con al centro una peculiare immagine della traslazione della Santa Casa di Loreto: la Madonna di Loreto con il Bambin Gesù in braccio è seduta sul tetto della casa di Nazareth, e dietro ad essa si stende una veduta della Marca Anconitana con il fiume Musone e diversi centri abitati identificati da un cartiglio con il nome (tra cui Recanati, Osimo, Castelfidardo, Camerano e Sirolo). Sotto alla figura di san Rocco è riportata la data del 1574: è plausibile che essa sia riferita all'anno in cui la peste raggiunse Trento, piuttosto che all'anno di completamento dell'affresco, che venne probabilmente realizzato dopo la fine dell'epidemia, intorno al 1576[3].

L'affresco più in basso, tra il primo e il secondo piano, è più tardo rispetto agli altri, e raffigura lo stemma vescovile di Carlo Gaudenzio Madruzzo, che fu principe vescovo di Trento dal 1600 al 1629[3].

Questi affreschi, assieme a quelli di palazzo Cazuffi, sono gli unici pervenutici ad avere un tema religioso tra tutti quelli delle case affrescate di Trento; l'opera originale, oltre ad avere un senso di ringraziamento verso la Madonna e i santi per la fine dell'epidemia di peste, va probabilmente inquadrata anche in un contesto di promozione del culto mariano tipico della Controriforma[3].

Oltre a questi affreschi, tra le due finestre centrali del quarto piano sono dipinti arco e piedritti delle aperture originarie[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i Beni Culturali; Dichiarazione d'interesse culturale della facciata di Casa Niccolini
  2. ^ Fonte Archivio Storico di Trento.
  3. ^ a b c d e f Ezio Chini, Il culto ritrovato, Vita Trentina, 13 settembre 2020. URL consultato il 16 ottobre 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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