Carpodacus synoicus

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Carpodaco del Sinai
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Passerida
Superfamiglia Passeroidea
Famiglia Fringillidae
Sottofamiglia Carduelinae
Tribù Carpodacini
Genere Carpodacus
Specie C. synoicus
Nomenclatura binomiale
Carpodacus synoicus
(Temminck, 1825)

Il carpodaco del Sinai o carpodaco pallido (Carpodacus synoicus (Temminck, 1825)) è un uccello passeriforme della famiglia dei Fringillidi[2]. Rappresenta la mascotte della Giordania.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della specie, synoicus, deriva dall'unione delle parole greche συν (syn/sun, "insieme") e οικος (oikos, "casa"), col significato di "inseparabile", in riferimento alla coesione dei gruppi in cui questo animale è solito vivere.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Coppia al suolo in Giordania: maschio in alto.

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura 14,5–16 cm di lunghezza, per 17-24 g di peso[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto e massiccio, muniti di testa tondeggiante con grandi occhi e becco conico, ali allungate e coda dalla punta lievemente forcuta.

Il piumaggio presenta dimorfismo sessuale ben evidente: sebbene (come intuibile dal nome comune) ambedue i sessi presentino livrea di color sabbia, con tendenza a scurirsi dorsalmente (con remiganti e coda bruno-nerastre), nel maschio la testa, il petto ed il ventre sono di color rosa carico, con tendenza a scurirsi sulla faccia e a schiarirsi man mano che si scende verso il sottocoda (che è bianco), mentre nella femmina le zone ventrali sfumano nell'isabella e non v'è traccia di pigmento rosso. In ambedue i sessi, il becco è nerastro (con orli e punta color avorio), gli occhi sono di color bruno scuro e le zampe sono nerastre anch'esse, con tendenza nei maschi a sfumare nel carnicino.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Due maschi e una femmina a Petra.

I carpodachi del Sinai sono uccelli diurni, vivaci e allegri, che vivono in coppie o in gruppetti di 10-20 individui, che passano la maggior parte della giornata al suolo alla ricerca di cibo, tenendosi in contatto quasi costante fra loro mediante richiami simili a quelli delle starne.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Femmina si alimenta al suolo.

Si tratta di uccelli granivori, che si nutrono in prevalenza di semi, ma anche di foglioline, germogli, bacche e fiori di piante erbacee (in particolar modo di alcanna, sebbene manchino studi dettagliati[3]), nonché sporadicamente anche di piccoli invertebrati, soprattutto durante il periodo estivo.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli monogami, che durante la stagione degli amori (che va da fine marzo a luglio) formano coppie fisse e molto unite fra loro, dimostrandosi piuttosto territoriali nei confronti dei conspecifici che dovessero avvicinarsi incautamente al sito di nidifcazione.

Il nido, a forma di coppa, viene costruito dalla sola femmina (col maschio che può talvolta portare del materiale da costruzione, senza però partecipare alla stessa) al suolo, fra le rocce o sotto un cespuglio, intrecciando fra loro fibre vegetali e foderando l'interno con materiale più soffice. Le uova, in numero di 3-5, vengono covate dalla femmina (col maschio che staziona di guardia nei pressi del nido e si occupa di reperire il cibo per sé e la consorte) per circa due settimane: i pulli, ciechi e implumi alla schiusa, vengono accuditi da ambedue i genitori, i quali li imbeccano generosamente con semi e insetti rigurgitati, per circa tre settimane, al termine delle quali sono pronti ad involarsi e si disperdono, allontanandosi dal nido.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Maschio al suolo a Dana.

Come intuibile dal nome comune, il carpodaco del Sinai è diffuso in Medio Oriente, dove occupa la porzione nord-occidentale della penisola arabica, nell'area fra l'Egitto nord-orientale, Israele meridionale, Giordania sud-occidentale ed Arabia Saudita nord-occidentale: si tratta dell'unico fra i carpodacini diffuso anche in un paese africano (sebbene la penisola del Sinai sia geograficamente asiatica).

L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalle aree rocciose secche collinari e pedemontane con presenza di vegetazione sparsa e arbustiva.

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

In passato se ne riconoscevano tre sottospecie oltre alla nominale (C. s. beicki, C. s. salimalii e C. s. stoliczkae), attualmente spostate al carpodaco pallido, elevato al rango di specie a sé stante, sicché la specie è monotipica[2][4].

Le popolazioni della zona di Petra, dalle minori dimensioni, sono secondo alcuni da elevare al rango di sottospecie col nome di C. s. petrae[3], tuttavia le differenze rispetto alle altre popolazioni sono minime e non si ritiene di differenziarle dalla popolazione nominale[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Carpodacus synoicus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Fringillidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 5 dicembre 2016.
  3. ^ a b c (EN) Pale Rosefinch (Carpodacus synoicus), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 5 dicembre 2016.
  4. ^ Tietze, D. T.; Päckert, M.; Martens, J.; Lehmann, H.; Sun, Y. H., Complete phylogeny and historical biogeography of true rosefinches (Aves: Carpodacus), in Zoological Journal of the Linnean Society, vol. 169, 2013, p. 215-234, DOI:10.1111/zoj.12057.

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