Carmine Masiello

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Carmine Masiello
NascitaCasagiove (CE), 28 giugno 1963
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataEsercito Italiano
ArmaArtiglieria
Specialitàparacadutista
GradoGenerale di corpo d'armata con incarichi speciali
Guerre
Campagne
Comandante diCapo di stato maggiore dell'Esercito italiano
185º Reggimento paracadutisti RAO,
Regional Command West
, Brigata paracadutisti "Folgore"
Studi militariAccademia militare di Modena, Scuola di applicazione
Fonti citate nel corpo del testo
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Carmine Masiello (Casagiove, 28 giugno 1963) è un generale italiano. Designato dal Consiglio dei ministri come Capo di Stato Maggiore dell'Esercito il 15 febbraio 2024, si è insediato il 27 febbraio successivo[1]. È il primo ufficiale, proveniente dalla specialità dei paracadutisti, ad essere posto nella più alta carica dell'Esercito Italiano[2].

Dal 2021 al 2024 è stato Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa. In passato è stato Consigliere militare del Presidente del Consiglio dei Ministri Gentiloni e poi di Renzi, e Vicedirettore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carmine Masiello è nato il 28 giugno 1963 a Casagiove, in provincia di Caserta.[3]

Ha una moglie, Federica, sposata nel 1989, da cui ha avuto una figlia, Maria Vittoria (1991), e un figlio, Alessandro (1995).

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Ha frequentato il 163º Corso "Lealtà" dell'Accademia militare di Modena uscendone con il grado di sottotenente nel 1983[3].

Masiello ha poi conseguito tre lauree: una in scienze politiche (conseguita con lode all'Università di Bologna), una in scienze strategiche (conseguita con lode all'Università degli Studi di Torino), e una in Scienze internazionali e diplomatiche (conseguita all'Università degli Studi di Trieste). Ha inoltre un master di perfezionamento in studi europei (Istituto Alcide de Gasperi) e un corso di perfezionamento in geopolitica dei Balcani (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale). Parla, oltre all'italiano, inglese, francese e spagnolo.[3][4]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Venne destinato all'Arma di Artiglieria dell'Esercito Italiano nel settembre del 1983. Dopo due anni alla Scuola di applicazione di Torino (1983-1985), fu nominato prima vicecomandante, poi comandante di batteria del 185º Reggimento artiglieria paracadutisti Folgore. Successivamente prese parte all'operazione Airone in Kurdistan e all'UNITAF in Somalia.[4]

Dal 1993 al 1995 ha svolto presso il Joint Defence College francese il 120º corso dello stato maggiore e il corso avanzato, partecipando quindi, nel 1996, all'Implementation Force in Bosnia ed Erzegovina. Dal 1997 al 1998 ha quindi frequentato al Joint Defence College italiano il 120º corso avanzato dello stato maggiore e il 4º corso avanzato del personale di comando, per poi servire nello Stato maggiore dell'Esercito.

Dal 2001 al 2007, sempre presso lo Stato maggiore, svolse le funzioni di vice assistente militare del capo di stato maggiore dell'Esercito italiano. Nel 2008, prima di comandare il 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi "Folgore" fino al 2009, ha servito nello stato maggiore dell'operazione UNIFIL in Libano.[4]

Dal settembre 2010 (poco dopo essere stato promosso generale di brigata)[3] ha tenuto il comando della Brigata paracadutisti "Folgore" fino al marzo 2011.[4] È stato quindi comandante del Regional Command West in Afghanistan dall'aprile al settembre 2011. In quest'ultimo ruolo, nello stesso settembre del 2011 il generale si è rivolto al capo di stato maggiore della difesa Biagio Abrate criticando l'operato degli agenti dell'AISE in Afghanistan.[5] Da dicembre 2011 a febbraio 2015 è stato Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.[6] Da febbraio 2015 ad aprile 2016 è stato Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Nominato generale di divisione, da aprile 2016 a gennaio 2018 è stato Consigliere Militare dei Presidenti del Consiglio dei ministri Matteo Renzi prima e Paolo Gentiloni poi.

Nel gennaio 2018 è stato nominato Vice Direttore Generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Il 1 gennaio 2019 è promosso generale di corpo d'armata.

Il 17 maggio 2021 è nominato dal Consiglio dei ministri Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa.

Il 15 febbraio 2024, su proposta del ministro della Difesa Guido Crosetto, è designato dal Consiglio dei ministri Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, per succedere al gen. Pietro Serino il 27 febbraio successivo.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante del comando regionale Ovest e del contingente nazionale in Herat, nell'ambito della missione "International Security Assistance Force" (ISAF) in Afghanistan, si prodigava con non comune perizia, alto senso di responsabilità e ferma determinazione nella condotta di complesse operazioni militari e molteplici attività umanitarie. In un contesto operativo caratterizzato da crescente rischio di attentati e da condizioni ambientali estremamente disagiate, calibrava il dipendente dispositivo militare alle reali esigenze sul terreno, conseguendo risultati di assoluto prestigio e in linea con gli obiettivi generali della NATO. Con pregevole operato, rappresentava in modo esemplare le Forze Armate italiane e la Nazione in uno scenario internazionale di elevata visibilità. Herat (Afghanistan), aprile - settembre 2011.»
— 4 novembre 2012[7]
Croce d'argento al merito dell'Esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«“Ufficiale Generale sostenuto da straordinaria preparazione tecnico-professionale e lungimirante visione degli obiettivi istituzionali garantiva, sia nel corso delle complesse e serrate attività concettuali della riforma dell’Esercito sia nella fase di implementazione, un supporto risolutivo assicurandone il corretto e armonico progredire del progetto. In virtù della sua eccezionale caratura, spiccato spirito di iniziativa e totale ed incondizionata dedizione al servizio, quale Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, affrontava con prontezza e decisione le complesse dinamiche sia interne all’Istituzione sia attinenti ai numerosi rapporti tra l’Autorità di Vertice della Forza Armata e quelle di paritetiche organizzazioni nazionali ed internazionali, contribuendo in maniera determinante a rafforzare l’efficienza, il lustro e il prestigio dell’Esercito Italiano”.»
— 28 agosto 2014[8]
Croce di bronzo al merito dell'Esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale interprete del Comandante del contingente ITALFOR e Ufficiale addetto alla cellula pianificazione nell'operazione "JOINT ENDEAVOUR" in Bosnia-Erzegovina, ha svolto il suo incarico con grandissima professionalità e con straordinaria ed efficace lungimiranza. Molto apprezzato dagli altri contingenti per le sue straordinarie doti professionali e per la sua vastissima esperienza acquisita in precedenti missioni, ha operato in situazioni operative ad alto rischio con grande tenacia e determinazione. Magnifica figura di Ufficiale previdente ed energico, profondamente animato di fede nel servizio e di entusiasmo nella diuturna attività. Chiarissimo esempio di professionalità, di alto senso del dovere che ha dato lustro e decoro all'Esercito Italiano. Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), 6 gennaio 1996 - 13 maggio 1996»
— 30 gennaio 1998[7]
Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia al merito di lunga attività di paracadutismo militare (15 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia militare d'argento al merito di lungo comando (15 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro con stelletta per anzianità di servizio militare (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce commemorativa unificata per le missioni di pace all'estero (più di 3 missioni) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ufficiale con spade pro merito melitensi - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della NATO per l'Iraq - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente
immagine del nastrino non ancora presente
immagine del nastrino non ancora presente
Decorazione d'Onore Interforze dello Stato Maggiore della Difesa - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale della Legion of Merit (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria
«Il Generale Masiello, con il suo lavoro ha grandemente contribuito ad aumentare il livello di sicurezza nelle aree densamente popolate dell'area di competenza, consentendo una più ampia assistenza umanitaria e dando impulso allo sviluppo di numerosi progetti a favore della popolazione civile. Il Generale Masiello ha inoltre diretto e gestito il trasferimento del controllo della città di Herat dall’ISAF alle autorità governative locali. L'eccezionale senso della “leadership” e l'iniziativa dimostrata dal Generale Masiello contribuiscono a rafforzare il prestigio dell'Esercito Italiano e dell'intero Paese»
— 4 giugno 2012[6]
Cavaliere della Legion d'honneur (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Médaille de la Défense nationale in argento (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine al Merito Militare con nastro bianco (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente
Cavaliere di Gran Croce di Merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Argento di Benemerenza Giubilare - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente
immagine del nastrino non ancora presente
Medaglia per la Cooperazione Internazionale di I grado della Repubblica Slovena
immagine del nastrino non ancora presente
Baryal Medal di I grado della Repubblica Islamica dell'Afghanistan

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Generale Carmine Masiello è il nuovo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, su rid.it. URL consultato il 27 febbraio 2024.
  2. ^ Una storica nomina: il Generale Carmine Masiello, primo Paracadutista a Capo dello Stato Maggiore dell’Esercito, su brigatafolgore.net.
  3. ^ a b c d Nunzio De Pinto, Masiello nuovo comandante della Folgore, su casertaweb.com, 27 settembre 2010. URL consultato il 1º ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ a b c d (EN) Brigadier General Carmine Masiello, su isaf.nato.int, ISAF - International Security Assistance Force. URL consultato il 1º ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2013).
  5. ^ Afghanistan, dieci anni bastano. L'esercito accusa i 'suoi' servizi, su pane-rose.it, Il pane e le rose, 8 ottobre 2011. URL consultato il 1º ottobre 2012.
  6. ^ a b Legion of Merit al generale Masiello [collegamento interrotto], su esercito.difesa.it, Esercito Italiano, 4 giugno 2012. URL consultato il 1º ottobre 2012.
  7. ^ a b Masiello Magg. Carmine, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica. URL consultato il 1º ottobre 2012.
  8. ^ quirinale.it

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano Successore
Pietro Serino dal 27 febbraio 2024 in carica