Carmelo Scardino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Carmelo Scardino
NascitaBarcellona Pozzo di Gotto, 9 febbraio 1864
MorteCosenza, ottobre 1918
Cause della morteFebbre Spagnola
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio esercito
Armafanteria
UnitàVII corpo d'armata
Reparto38ª brigata Ravenna
Anni di servizio1884 - 1918
GradoGenerale di brigata
FeriteVertoiba; novembre 1916
Comandanti38ª brigata Ravenna
GuerreRibellione dei Boxer
Guerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Studi militariAccademia militare
voci di militari presenti su Wikipedia

Carmelo Scardino (Barcellona Pozzo di Gotto, 9 febbraio 1864Cosenza, ottobre 1918) è stato un generale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di famiglia nobile da parte di madre, Marchesa di Sollazzo, entrò nel 1878 prima nella scuola militare della “Nunziatella” di Napoli, poi nel 1880 entra nella scuola militare di fanteria e cavalleria di Modena. Diventato capitano del 49º reggimento di fanteria "Parma", riceve una medaglia di bronzo in seguito ai moti del 1898.[1]

Il 19 luglio del 1900 parte volontario dal porto di Napoli alla volta della Cina per la Ribellione dei Boxer. Rimpatriato l'anno successivo, si arruola due anni dopo nella Force Publique del Congo, in qualità di comandante presso due campi d’addestramento, ove rimane per cinque anni.[2]

Il 28 dicembre 1908, a causa del Terremoto di Messina perde la moglie sotto le macerie. Pur con la morte nel cuore partecipa alle operazioni di soccorso ai superstiti e viene decorato della croce di cavaliere dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. Nel 1914 parte per la Libia, ma rientra dopo pochissimi mesi per aver contratto una malattia e messo a riposo nella riserva. Dopo lo scoppio della grande guerra è richiamato al comando del 38ª brigata Ravenna. Nel novembre 1916 è ferito dallo scoppio di una bomba a mano presso Vertoiba, motivo per il quale è sollevato dal comando della brigata e sostituito dal generale Giuseppe Pistoni, che parteciperà tre mesi dopo dalla decimazione della brigata.[3]

Nel luglio del 1918 nominato generale di brigata fu destinato al comando del 45º gruppo di mobilitazione e presidio di Cosenza. Fu insignito, nel settembre dello stesso anno, della croce di ufficiale dell’ordine della corona d’Italia. Muore a Cosenza a seguito di complicazioni da Influenza spagnola.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«perché nei fatti di Napoli comandante di picchietto armato alle carceri di san Francesco, represse con energia e risolutezza il tumulto scoppiato fra i detenuti. Con eguale vigore cooperò alla dispersione dei tumultuanti all’esterno.»
— Napoli 10 maggio 1898
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della Campagna in Cina con motto Cina 1900-1901 - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
«Postuma alla memoria»
— 23 novembre 1918
Medaglia d'oro di benemerenza per il terremoto Calabro-Siculo - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ fonte: Istituito del Nastro Azzurro
  2. ^ estratto dal suo foglio matricolare
  3. ^ Fonte: S.M.E. divisione onorcaduti
  4. ^ Fonte: Ministero della difesa - divisione D.G.U.E
  5. ^ Regio Decreto 23 giugno 1901.