Carlo Bollino

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Carlo Bollino (Lecce, 15 novembre 1961) è un giornalista e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanissimo incomincia la sua carriera di giornalista nelle prime emittenti radiofoniche di Lecce (Radio Nice International e Radio Rama).

Inizia a lavorare nella carta stampata al "Quotidiano" di Lecce, Brindisi e Taranto. Diventa giornalista professionista all'età di 24 anni, nel 1985.

Passa a "La Gazzetta del Mezzogiorno", come redattore di cronaca nera, prima nel Salento, e poi in tutto il sud Italia. Impronta la sua professione all’insegna della denuncia contro la criminalita’ e le penetrazioni mafiose in Puglia.[senza fonte] Questo lo ha reso per anni uno dei maggiori conoscitori della Sacra Corona Unita contro la quale ha scritto sin dalla sua scoperta.[senza fonte] Per oltre un decennio si è occupato di tutti i principali fatti di mafia e di cronaca nera avvenuti nel Salento, in Puglia e in Basilicata.

Nel 1989 viene nominato inviato speciale e si trasferisce a Bari presso la sede centrale de La Gazzetta del Mezzogiorno, ove poi assume il ruolo di caporedattore centrale.

Nel 1990 conduce in Basilicata una approfondita inchiesta giornalistica sulle connessioni tra criminalità, politica ed economia.

Nel 1991 inizia a occuparsi di politica estera e segue la guerra nella ex Jugoslavia e in Iraq, e poi la caduta del comunismo in vari paesi dell'Est Europa.

Nel 1993 rifonda (dopo molti anni) e dirige in Albania, per conto della Edisud, il quotidiano Gazeta Shqiptare e poi l'emittente radiofonica "Radio Rash", il portale di notizie "Balkanweb" (in lingua albanese) e la emittente televisiva "News24". Questo gruppo editoriale sarà il secondo più importante polo informativo del paese.

Nel 1999 diventa corrispondente dell'agenzia di stampa Ansa per i Balcani: è inviato di guerra in Somalia, ex Jugoslavia, Kosovo, Macedonia, Iraq, Israele, Afghanistan e Libano.

Dopo aver vissuto per 14 anni a Tirana, a luglio 2007 si trasferisce in Medio Oriente, ove assume la guida dell'ufficio di corrispondenza dell'Ansa in Israele e nei Territori palestinesi.

Da maggio 2008 ritorna a Bari con l'incarico di direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno. In questi anni di ritorno sul fronte del giornalismo italiano, si riaccende anche la sua passione civile. Tra l'altro una sua iniziativa per contrastare una legge del governo italiano che rischia di limitare la liberta' di stampa, gli procura il premio Cronista 2009 della città di Viareggio e l'apprezzamento del sindacato nazionale dei giornalisti italiani.

Tra il 2010 e il 2012 diventa ospite fisso di numerosissime trasmissioni televisive di inchiesta come Porta a Porta (RaiUno), Pomeriggio sul Due (RaiDue) e La Vita in Diretta (RaiUno) nelle quali viene invitato a commentare sviluppi e retroscena di alcune importanti vicende di attualità, prima tra tutte l'inchiesta sul delitto della giovane Sarah Scazzi del cui "caso" viene considerato uno dei più esperti giornalisti italiani.

Dal 14 al 21 ottobre 2012, l'editorialista commenta nella rubrica «Res Gestae» su Rai Storia (canale Digitale Terrestre) gli avvenimenti significativi, approfondisce le notizie del giorno, e riporta alla luce i fatti e i personaggi che hanno segnato la storia politica e culturale, con l'uso di documenti audiovisivi delle Teche Rai.[1]

Nell'ottobre del 2014 si è dimesso dalla direzione della Gazzetta del Mezzogiorno ed è tornato a vivere in Albania dove guida un nuovo gruppo editoriale composto dalla televisione all news A1Report (oggi Report Tv) e dal portale e quotidiano in lingua albanese Shqiptarja.com

Nel gennaio 2016 ha ricevuto la cittadinanza albanese.

Nel 2014 e nel 2016 è ideatore a Tirana dei musei sul comunismo Bunk'Art 1 e Bunk'Art 2 allestiti all’interno di bunker antiatomici costruiti dal dittatore comunista Enver Hoxha negli anni della guerra fredda. Di entrambi i musei, diventati secondo TripAdvisor tra le principali mete turistiche dell’Albania, è tuttora il curatore generale.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1987 pubblica il libro "La posta in gioco", un'inchiesta sull'omicidio a Nardò di Renata Fonte, edito da Carmine De Benedittis e da Antonella Mascali: dal testo è poi tratto un film, dal titolo omonimo per la regia di Sergio Nasca.

Nel 2011 è tra gli speaker del Forum ''Comunicazione & Digitale'' uno dei più importanti forum italiani dedicati alle nuove tecnologie applicate all'informazione

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fonte: “La Gazzetta del Mezzogiorno” (sito www.lagazzettadelmezzogiorno.it).
  2. ^ lucaturi.it Archiviato il 23 novembre 2012 in Internet Archive..
  3. ^ Il premio "Turris Magna" va al direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Carlo Bollino, su lucaturi.it, 5 agosto 2010. URL consultato il 13 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2012).
  4. ^ Premio Argos Hippium, tra i premiati la città di Lampedusa | Stato Quotidiano

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno Successore
Lino Patruno 2008 Giuseppe De Tommaso