Carla Fracci

Carla Fracci, all'anagrafe Carolina Fracci (Milano, 20 agosto 1936 – Milano, 27 maggio 2021), è stata una ballerina italiana.
È considerata una delle più grandi ballerine del ventesimo secolo. Nel 1981 il New York Times la definì prima ballerina assoluta.[1]
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Il padre Luigi Fracci, di origini sarde, fu sergente maggiore degli alpini in Russia che si stabilì definitivamente a Milano dopo il ritorno dall'Unione Sovietica, mentre la madre Santina Rocca era operaia alla Innocenti di Milano. La sorella, Marisa Fracci, anche lei ballerina di danza classica, ha studiato presso la scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano. Con l'inizio della guerra Carla e la sua famiglia sfollarono presso la campagna di Volongo dalla nonna materna. Con l'inizio della scuola elementare si trasferì dalla zia a Ca' Rigata di Gazoldo degli Ippoliti, per poi fare ritorno a Milano al termine della guerra, dove suo padre divenne impiegato dell'azienda tranviaria come conducente.
Spesso i suoi genitori la portavano con loro al circolo ricreativo dell'azienda di trasporti e fu lì che alcuni amici dei genitori notarono in lei uno spiccato senso del ritmo e li convinsero a farle sostenere un'audizione al Teatro alla Scala. Superò l'esame, ma i primi anni furono duri, poiché sentiva nostalgia degli spazi aperti in quell'ambiente rigido in cui subì i continui rimproveri della maestra, che la considerava ricca di doti ma svogliata. Fondamentale fu l'incontro con Margot Fonteyn che le permise di cogliere il senso di tutto quel lavoro, iniziando a sentire il teatro come “casa”.
Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Carla Fracci sin dal 1946 studiò alla scuola di ballo del Teatro alla Scala con Vera Volkova ed altri coreografi, tra cui Ugo Dell'Ara, diplomandosi nel 1954. Dopo due anni divenne danzatrice solista, quindi prima ballerina nel 1958. Tra la fine degli anni cinquanta e gli anni settanta danzò con alcune compagnie straniere, quali il London Festival Ballet, il Sadler's Wells Ballet, ora noto come Royal Ballet, il Balletto di Stoccarda e il Balletto reale svedese. Dal 1967 fu una ballerina ospite dell'American Ballet Theatre. La sua notorietà si lega alle interpretazioni di ruoli romantici e drammatici, quali Giselle, il suo "cavallo di battaglia",[2] La Sylphide, Romeo e Giulietta, Coppélia, Francesca da Rimini, Medea.


Ha danzato con vari ballerini, tra i quali Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Marinel Stefanescu, Alexander Godunov, Erik Bruhn, Gheorghe Iancu, Roberto Bolle. Da Giselle, danzata con Bruhn e l'American Ballet Theatre, venne tratto un film nel 1969.[2] Ha interpretato Medea, Concerto barocco, Les demoiselles de la nuit, Il gabbiano, Pelléas et Mélisande, Il fiore di pietra.
Nel 1982 fu la protagonista di una fiction televisiva: comparve infatti nello sceneggiato Rai, diretto da Renato Castellani, Verdi, dove interpretò il ruolo di Giuseppina Strepponi, soprano e seconda moglie del compositore.[3] Alla fine degli anni ottanta diresse il corpo di ballo del Teatro di San Carlo di Napoli. Varie furono, negli anni successivi, le sue interpretazioni: Il pomeriggio di un fauno, Onegin, La vita di Maria, A.M.W. La bambola di Kokoschka, La primavera romana della signora Stone (quest'ultimo con la regia di Beppe Menegatti), per citare le principali.
Dal 1996 al 1997 diresse il corpo di ballo dell'Arena di Verona. Dal 1994 fu membro dell'Accademia di Belle Arti di Brera, dal 1995 fu presidente dell'associazione ambientalista Altritalia Ambiente e nel 2004 venne nominata "Ambasciatrice di buona volontà" della FAO. Nel 1997 venne invitata come ospite alla serata finale del 40.mo Zecchino d'Oro.

Dal novembre del 2000 al luglio del 2010 diresse il corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma. Ne seguì il repertorio tradizionale e quello firmato da Sergej Djagilev per i balletti russi (da La sagra della primavera, nella ricostruzione di Millicent Hodson, a Shéhérazade, L'uccello di fuoco e Petruška, nelle versioni di Andris Liepa). A quest'attività affiancò la riproposta di balletti perduti e nuove creazioni, sempre sotto la direzione di Beppe Menegatti. Nel 2008 collaborò con il gruppo rock demenziale Elio e le Storie Tese nell'album Studentessi recitando un intermezzo vocale al termine del brano Effetto memoria (Inverno) che introduce la traccia Heavy Samba.[4][5] Dal giugno 2009 al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze. Nel dicembre 2013 Arnoldo Mondadori Editore pubblicò la sua autobiografia Passo dopo passo, a cura di Enrico Rotelli.[6] È stata ambasciatrice di Expo 2015. Nel 2016 presentò l'opera editoriale Ballerina, Giunti Editore, di Roberto Baiocchi[7] per la quale ha firmato la prefazione e collaborato artisticamente insieme al marito e regista Beppe Menegatti.

Morte[modifica | modifica wikitesto]
Morì la mattina del 27 maggio 2021, all'età di 84 anni, nella sua casa di Milano, a causa di un cancro. È la prima donna ad essere sepolta nel famedio del cimitero monumentale di Milano.[8][9]
Vita privata[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1964 si sposò con il regista Beppe Menegatti, dal quale ebbe nel 1969 il figlio Francesco. Il marito si occupò della regia di quasi tutte le creazioni da lei interpretate.
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- Giselle, regia di Hugo Niebeling (1970)
- I Am a Dancer, regia di Pierre Jourdan - documentario (1972)
- Nijinsky, regia di Herbert Ross (1980)
- La storia vera della signora dalle camelie, regia di Mauro Bolognini (1981)
- Venezia, carnevale - Un amore, regia di Mario Lanfranchi (1982)
- Fabricanti di passioni, regia di Roberto Orazi - documentario (2007)
- Illuminate - Laura Biagiotti, regia di Maria Tilli - documentario (2019)
- Qualcosa rimane, regia di Francesco D'Ascenzo - documentario (2019)
- Carla, regia di Emanuele Imbucci (2021)
Televisione[modifica | modifica wikitesto]
- Music for You - serie TV, episodio 5x11 (1958)
- Verdi, regia di Renato Castellani - miniserie TV (1982)
- Romeo e Giulietta - teleteatro (1982)
- Guglielmo Tell - teleteatro (1988)
- I vespri siciliani - teleteatro (1989)
Libri[modifica | modifica wikitesto]
- Vivere è danzare... danzare è vivere, Luciano Chesini (fotografie), Vittoria Ottolenghi (presentazione), Gregoriana 42 Editrice, 1975.
- Daniel Jarach (a cura di), La mia vita sulle punte, come diventare ballerina, Sperling & Kupfer, 1978.
- Trent'anni di Danza. Immagini fotografiche di Dino Jarach, in Gli Artisti, J&R Edizioni, 1985.
- Alexandra della Porta Rodiani (a cura di), Lo spettacolo della mia vita, Leonardo Arte, 1996.
- Carla Fracci la leggendaria, Leonardo International, 2010.
- Enrico Rotelli (a cura di), Passo dopo passo. La mia storia, Mondadori, 2013.
- Ballerina, di Roberto Baiocchi, in Grandi libri, Giunti, 2015.
- Lucia Baldini - Carla Fracci immagini - 1996 - 2005 - Le Lettere - 2005 - http://www.luciabaldini.it/carla-fracci-immagini-1996-2005/
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Dama di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 20 ottobre 2003[10] |
![]() |
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— 2 giugno 1983[11] |
![]() |
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte |
— 25 febbraio 2000[12] |
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- Premio nazionale Toson d'oro di Vespasiano Gonzaga
- 2018 – Premio nazionale Toson d'oro di Vespasiano Gonzaga[13]
- Senato della Repubblica
- 19 settembre 2020 – Premio alla carriera[14]
Omaggi[modifica | modifica wikitesto]
- Eugenio Montale le dedicò una poesia, La danzatrice stanca, inserita nel Diario del '71 e del '72, uscito nel 1973.
- Alla vita di Carla Fracci è dedicato il biopic per la televisione, trasmesso su Rai 1 il 5 dicembre 2021, Carla, diretto da Emanuele Imbucci e dove la ballerina viene interpretata da Alessandra Mastronardi.[15]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Carla Fracci 'Prima ballerina assoluta', in The New York Times, The New York Times Company, 12 luglio 1981. URL consultato il 15 settembre 2022 (archiviato il 29 dicembre 2021).
- ^ a b Hors Koegler, The Concise Oxford Dictionary of Ballet, Oxford University Press, 1977, Trad.it. di Alberto Testa, Dizionario Gremese della Danza e del Balletto, Roma, Gremese, 2011.
- ^ Aldo Grasso e Massimo Scaglioni (a cura di), Enciclopedia della televisione, in Le Garzantine, Milano, Garzanti, 2002, p. 806.
- ^
Heavy Samba, su YouTube. URL consultato il 27 maggio 2021.
- ^
Effetto memoria (Inverno), su YouTube. URL consultato il 27 maggio 2021.
- ^ La piccola grande Fracci tra divi e divine alla Scala, in Il Giornale, Società Europea di Edizioni S.p.A., 2 dicembre 2013. URL consultato il 15 settembre 2022 (archiviato il 30 ottobre 2015).
- ^ Vito Prigigallo, Carla Fracci presenta libro di Baiocchi, in La Gazzetta del Mezzogiorno, 20 dicembre 2016. URL consultato il 14 maggio 2021.
- ^ Carla Fracci è morta, l’étoile della Scala si è spenta a 84 anni nella sua Milano, su TGcom24, Mediaset, 27 maggio 2021. URL consultato il 15 settembre 2022 (archiviato il 19 dicembre 2021).
- ^ Addio alla mitica etoile Carla Fracci, aveva 84 anni, in La Provincia, 27 maggio 2021. URL consultato il 15 settembre 2022 (archiviato il 19 dicembre 2021).
- ^ Fracci Sig.ra Carla - Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su Presidenza della Repubblica.
- ^ Fracci Sig.ra Carolina in Menegatti detta Carla - Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su Presidenza della Repubblica.
- ^ Fracci Carla - Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte, su Presidenza della Repubblica.
- ^ Premio nazionale Toson d'oro di Vespasiano Gonzaga, su tosondoro.org. URL consultato il 2 settembre 2020.
- ^ Omaggio alla danza: sabato 19 evento in Aula, su Senato della Repubblica, 19 settembre 2020.
- ^ Giorgia Terranova, Alessandra Mastronardi: “interpretare Carla Fracci è stato un intenso lavoro fisico e psicologico”, su Cinematographe.it, 28 maggio 2021. URL consultato il 15 settembre 2022 (archiviato il 4 luglio 2021).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Lorenzo Arruga (a cura di), Perché Carla Fracci, in Blow-up, Marsilio Editori, 1974.
- Lucia Baldini e C. Manicone (a cura di), Carla Fracci. Immagini 1996-2005, Le Lettere, 2005.
- Giuliana Gargiulo, Carla Fracci dalla A alla Z tra pubblico e privato, Graus Editore, 2005.
- Roberto Baiocchi, Ballerina, Leggende: Carla Fracci, Giunti, 2015.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Carla Fracci
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carla Fracci
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Fracci, Carla, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Renée Mandl, FRACCI, Carla, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978.
- Fracci, Carla, su sapere.it, De Agostini.
- Carla Fracci, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- Bibliografia italiana di Carla Fracci, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.
- Carla Fracci, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
- (EN) Carla Fracci, su AllMusic, All Media Network.
- Carla Fracci, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Carla Fracci, su Movieplayer.it.
- Carla Fracci, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
- Carla Fracci, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Carla Fracci, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Carla Fracci, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (DE, EN) Carla Fracci, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 32808655 · ISNI (EN) 0000 0001 1616 8973 · SBN VEAV013875 · LCCN (EN) n79005862 · GND (DE) 119523175 · BNE (ES) XX4811861 (data) · BNF (FR) cb141785359 (data) · J9U (EN, HE) 987007275589105171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79005862 |
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