Carcere italiano

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Carcere italiano
Titolo originaleQuelques messages personnels
AutorePierre Clémenti
1ª ed. originale1973
1ª ed. italiana1973
GenereDiario
Lingua originalefrancese
AmbientazioneRoma
ProtagonistiPierre Clémenti
Altri personaggiBernardo Bertolucci, Federico Fellini

Carcere italiano (Quelques messages personnels) è una raccolta di testi scritti dall'artista e attore francese Pierre Clémenti. Pubblicato in Francia nel 1973 con il titolo Quelques messages personnels, l'opera è un diario dell'esperienza nelle carceri italiane di Regina Coeli e Rebibbia, dove l'attore fu detenuto per diciotto mesi per poi essere rimpatriato in Francia e dichiarato ospite non gradito per l'Italia. Questa testimonianza traccia anche gli episodi essenziali della sua vita e della sua carriera folgorante, e sullo sfondo trovano posto il caso di Pietro Valpreda e il terrorismo degli anni settanta in Italia.

Il libro contiene le lettere inviate da Pierre Clémenti agli amici più intimi, tra i quali Franco Brocani[1], regista dell'ultimo film di Clémenti prima di finire in carcere, Necropolis (1970), che così lo commenta: «L'angelo Attila tutto confuso in questa cosa lisergica, la resurrezione, insomma a leggerle oggi fanno un po' impressione...»[2]

Apparso in Italia nel 1973 per i tipi de Il Formichiere, il libro è pubblicato successivamente per la serie Poche - nel 2005 - della più importante casa editrice francese, Gallimard, e viene ripubblicato infine in Italia nel 2007 con il titolo Pensieri dal carcere per i tipi de il Sirente.

Contenuti[modifica | modifica wikitesto]

Nel giugno del 1971 il ventinovenne attore francese Pierre Clémenti - che aveva già lavorato con registi come Luis Buñuel, Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci - è arrestato a Roma per detenzione e uso di stupefacenti. Condannato a due anni di prigione, è incarcerato a Regina Coeli, da dove uscirà dopo 18 mesi per insufficienza di prove e costretto ad abbandonare il paese. Clémenti, che esce da questa esperienza traumatizzato e segnato per sempre, commenta: «L'individuo che esce di prigione è minuziosamente fabbricato per farvi ritorno». E infatti tornerà anche lui dietro le sbarre, ma con la memoria. Pensieri dal carcere è un testo ibrido, un resoconto durissimo di quei diciotto mesi, intrecciato a riflessioni sul sistema repressivo e a ricordi del periodo precedente.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Questo libro ha ricevuto molte recensioni positive:

  • «Poi c'è la speranza, che è lotta per cambiarla la prigione, e che fa di Quelques messages personnels un libro combattente a ogni passaggio.»[3]
  • «Lacerante resoconto autobiografico-esistenziale, riflessione sul sistema penitenziario, ma anche involontario spaccato di un'Italia, quella dei primissimi anni settanta, formicolante di beatnik e neofascisti, livori proletari e paranoie perbeniste, vecchi malavitosi artigianali e nuovi faccendieri all'avanguardia.»[4]
  • «Lunga vita a questo libro che lo proietta al centro del nostro amore.»[5]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nel libro, l'amico e regista, è nominato come "Luca Branconi", così come riportato nel manoscritto originale
  2. ^ Intervista a Franco Brocani, aprile 2008
  3. ^ Cristina Piccino, Alias (giornale), 2006
  4. ^ Marco Cicala, Il Venerdì di Repubblica, 21 dicembre 2007
  5. ^ Franco Capacchione, Rolling Stone Magazine, 30 marzo 2008

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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