Capriccio (architettura)

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Il Nido di rondine a Jalta, in Crimea.
La Broadway Tower nel Worcestershire, in Inghilterra, uno degli esempi più famosi al mondo di capriccio architettonico.

In architettura, un capriccio (in inglese: folly, in francese: folie o fabrique) è un edificio stravagante, frivolo o buffo, progettato più come espressione artistica che a scopo pratico. Tuttavia ben pochi capricci erano in origine completamente privi di un'utilità pratica: di solito, col tempo, hanno smesso di essere utilizzati, come nel caso delle torri di caccia.

I capricci si trovano solitamente nei parchi e nei terreni circostanti a grandi ville e castelli. Alcuni sono stati deliberatamente costruiti per sembrare in rovina. I capricci furono particolarmente in voga tra la fine del sedicesimo secolo e il diciannovesimo secolo.

Al giorno d'oggi i parchi a tema e le fiere mondiali contengono spesso edifici assimilabili a capricci (solo per fare un esempio, il gigantesco castello delle fiabe a Disneyland); queste strutture però sono costruite allo scopo di attirare e intrattenere i visitatori.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Castello di Hagley all'interno dei terreno di Hagley Hall. Venne costruito da Sanderson Miller per George, lord Lyttelton a metà del XVIII secolo per riprendere le forme di un castello medievale in rovina.[1]

Il concetto di capriccio è spesso stato suggerito dalla definizione che una follia sia "una follia agli occhi dello spettatore".[2] Le caratteristiche tipiche sono:

  • Non vi è altro proposito che quello di essere un ornamento.[3] Spesso con la parvenza di edifici veri e propri, in realtà i capricci architettonici sono unicamente decorazioni.
  • Sono costruzioni, o parti di costruzioni.[3] Si distinguono nettamente da altri ornamenti da giardino come sculture.
  • Sono costruiti di proposito. Le follies sono deliberatamente costruite come ornamenti.
  • Spesso sono realizzate in modo eccentrico. Questa non è strettamente necessaria come caratteristica, ad ogni modo è solito che queste strutture richiamino a sé l'attenzione con forme e dettagli inusuali.
  • Vi sono spesso elementi palesemente falsi nelle costruzioni dei capricci. Un esempio canonico è rappresentato dalle rovine: una folly che pretende di essere il resto di un'antica costruzione ma che in realtà è stata realizzata già in quello stato.
  • Sono commissionate per puro piacere.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione moderna di una Tenda Turca, una struttura permanente a Painshill, Surrey.

Le folies iniziarono ad essere presenti come elementi decorativi per giardini tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII secolo, ma fiorirono particolarmente nei due secoli che seguirono. Molte furono le rovine di case monastiche e (in particolare in Italia) di ville romane, in particolare durante il periodo del romanticismo in architettura.

Ad ogni modo gran parte delle folies erano realizzate senza alcun fine pratico ma, pur conservando il loro senso decorativo, alcune ebbero effettivamente degli usi, spesso legati alla caccia, come nel caso di torri o piccole case per accomodare i vari guardiacaccia. In alcuni casi alcuni capricci architettonici potevano servire come tea houses. A tutela dei capricci architettonici è stata creata nel 1988 una associazione, la Folly Fellowship, che si occupa di celebrare ancora oggi la storia e lo splendore di queste strutture e di farle conoscere al pubblico.

Le folies del XVIII secolo nei giardini francesi e inglesi[modifica | modifica wikitesto]

Il Tempio della Filosofia a Ermenonville. Parco Jean-Jacques Rousseau

Le folies (o in francese: fabriques) furono una parte importante del giardino all'inglese e del giardino alla francese nel corso del XVIII secolo, come nel caso di Stowe e Stourhead in Inghilterra ed Ermenonville e nei Giardini di Versailles in Francia. Spesso queste strutture ebbero forma di templi romani, abbazie gotiche in rovina o monumenti e piramidi egizie. Painshill Park nel Surrey contiene un gran numero di questi capricci, con una grande torre gotica e varie altre strutture del medesimo stile, un tempio romano, un romitaggio, una tenda turca, una grotta incrostata di conchiglie e altro. In Francia talvolta i capricci avevano forma di fattorie, mulini e cottages come nel caso dell'Hameau de la Reine di Maria Antonietta a Versailles. Spesso queste strutture avevano significati di importanza simbolica per esaltare le virtù dell'antica Roma o i piaceri della vita di campagna. Il Tempio della Filosofia di Ermenonville, non terminato di proposito,[4] sta proprio a simboleggiare il fatto che la conoscenza non può mai dirsi completa, mentre il Tempio delle Virtù Moderne di Stowe venne lasciato deliberatamente distrutto per mostrare il decadimento dei costumi contemporanei.

Sulla fine del XVIII secolo, i capricci architettonici divennero più esotici, a rappresentare strutture di altre parti del mondo come pagode cinesi, ponti giapponesi, tende tartare.[5]

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

I capricci architettonici sono diffusi in tutto il mondo, ma trovano particolare rilevanza nei giardini della Gran Bretagna, dove conobbero una grande stagione di splendore.[6]

Austria[modifica | modifica wikitesto]

Rovine romane, Palazzo di Schönbrunn, Austria.
Piccola Gloriette al Palazzo di Schönbrunn.

Repubblica Ceca[modifica | modifica wikitesto]

Francia[modifica | modifica wikitesto]

Germania[modifica | modifica wikitesto]

India[modifica | modifica wikitesto]

Conolly's Folly, costruita durante la grande carestia irlandese del 1740-41.
Torre Lija Belvedere a Malta.

Irlanda[modifica | modifica wikitesto]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il ninfeo di Villa Visconti Borromeo Arese Litta a Lainate (MI).
La Torre del Palagi nel parco di Villa Cusani Tittoni Traversi di Desio (MB).

Malta[modifica | modifica wikitesto]

Polonia[modifica | modifica wikitesto]

Romania[modifica | modifica wikitesto]

Regno Unito[modifica | modifica wikitesto]

Wainhouse Tower, Halifax, Inghilterra, vista dalla Wainhouse Terrace.
Rushton Triangular Lodge, Northamptonshire, Inghilterra, costruita alla fine del XVII secolo per simboleggiare la Santa Trinità.
Wimpole's Folly, Cambridgeshire, Inghilterra, costruita nel XVIII secolo assemblando rovine di stile gotico.
The Beacon, uno dei capricci architettonici rimasti a Staunton Country Park commissionato originariamente da George Thomas Staunton e disegnato da Lewis Vulliamy.

Inghilterra[modifica | modifica wikitesto]

Scozia[modifica | modifica wikitesto]

Galles[modifica | modifica wikitesto]

Russia[modifica | modifica wikitesto]

Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Ungheria[modifica | modifica wikitesto]

Famine follies[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Grande carestia irlandese del 1845-49 il termine di capriccio architettonico venne ripreso in uso per indicare una serie di strutture che vennero forzatamente realizzate per trovare una qualche occupazione alle centinaia e centinaia di lavoratori rimasti senza lavoro a causa della carestia. Queste opere pubbliche vennero chiamate "famine follies" ed includevano strade in mezzo al nulla o tra due punti a caso, muri, porti, ecc.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Castle About 3/4 Mile East of Hagley Hall, su britishlistedbuildings.co.uk. URL consultato il 4 settembre 2016.
  2. ^ Gwyn Headley e Win Meulenkamp, Follies a National Trust Guide, Jonathan Cape, 1986, p. xxi, ISBN 0-224-02105-2.
  3. ^ a b c Barbara Jones, Follies & Grottoes, Constable & Co, 1974, p. 1, ISBN 0-09-459350-7.
  4. ^ Dominique Césari, Ermenonville, su parcsafabriques.org. URL consultato il 5 settembre 2016.
  5. ^ Yves-Marie Allain and Janine Christiany, L'art des jardins en Europe, Citadelles & Mazenod, Paris, 2006.
  6. ^ Dean Menzies, Folly, su hansagarten24.de, Hansagarten24. URL consultato il 5 settembre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2016).
  7. ^ Sham Castle, su bathintime.co.uk, Bath in Time, 8 febbraio 2007. URL consultato il 21 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2013).
  8. ^ Howley, James. 1993. The Follies and Garden Buildings of Ireland. New Haven: Yale University Press. ISBN 0-300-05577-3

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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