Cappella Contarelli
La cappella Contarelli si trova nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Ospita il ciclo pittorico su san Matteo realizzato da Caravaggio.
Cappella Contarelli | |
---|---|
![]() | |
Autore | Michelangelo Merisi da Caravaggio |
Data | 1600 |
Tecnica | olio su tela |
Ubicazione | Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma |
Coordinate | 41°53′58″N 12°28′29″E / 41.899444°N 12.474722°E |
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La cappella, acquistata dal cardinale Mathieu Cointrel (italianizzato in Matteo Contarelli) nel 1565, il quale nel frattempo era morto, era passata in eredità a Virgilio Crescenzi il quale a sua volta aveva affidato la decorazione pittorica al Cavalier d’Arpino, con cui Caravaggio collaborò durante la sua prima permanenza a Roma.
La commissione del ciclo pittorico giunse a Giuseppe Cesari attraverso l'interessamento del Cardinal Del Monte, che gli diede il compito di eseguire il tema richiesto con una grande unitarietà e rigore storico; questo si deduce dalle varie e vaste citazioni di fonti letterarie presenti nell'iconografia dei dipinti[1]. Il lavoro quindi passò nelle mani di Caravaggio, il quale dovette portare a compimento le tele della cappella prima dell'Anno Santo del 1600.
Ciclo di San Matteo[modifica | modifica wikitesto]
Ospita il ciclo pittorico su san Matteo realizzato da Caravaggio. La cappella, ultima nella navata sinistra entrando nella chiesa, è di modesta dimensione, sopra l'altare vi è San Matteo e l'angelo, sul lato destro il Martirio di San Matteo e su quello sinistro la Vocazione di san Matteo.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Justus Müller Hofstede, Abraham Janssens. Zur Problematik des flämischen Caravaggismus, Jahrbuch der Berliner Museen, 13. Bd. (1971), p. 226.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Rodolfo Papa, Caravaggio. Giunti, 2002.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su cappella Contarelli
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Cappella Contarelli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.