Cani Africani del villaggio

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I cani del villaggio africano sono quei cani trovati in Africa che discendono direttamente da un pool ancestrale di cani indigeni.[1] I cani dei villaggi africani sono stati e sono i compagni stretti di insediamenti umani in Africa, essi si originarono inizialmente dal Nord Africa per poi diffondendosi a sud.[2]

Razze[modifica | modifica wikitesto]

Esistono diversi tipi di cani del villaggio africano:

  • Avuvi : un cane da villaggio tipo pariah del Ghana.[3]
  • Cane Baganda : un cane da caccia impiegato nella ricerca di gazzelle, bufali, ippopotami ed elefanti; simile a Lurcher proveniente dall'Uganda, dal nome della tribù Baganda[4]
  • Bagirmi Dog: un grosso cane dal colore pezzato, dal nome del Dipartimento di Baguirmi del Ciad
  • Cameroon Dog : cane da caccia dell'Africa occidentale, di taglia media e tipo primitivo, con orecchie erette, zampe lunghe e pelo corto, spesso di colore pezzato, dal nome del Camerun[5]
  • East African Dog: cane da caccia del Kenya, di taglia grande[6]
  • Hahoawu: un "pulito" di medie dimensioni (da 11 a 14 kg) cane da guardia del Togo, con una vista da lontano e un mantello di colore fulvo o rosso, ben adattato alla vita cittadina, dal nome del fiume Haho[7]
  • Cane liberiano (aka Liberian Terrier): un cane simile a un terrier dell'Africa occidentale, piccolo e bruno-rossastro, dal nome della Liberia[8]
  • Madagascar Hunting Dog: un cane da caccia del Madagascar
  • Manboutou Dog: una variante locale del Nyam Nyam tenuta dalla tribù Mangbetu della Repubblica Democratica del Congo[9]
  • Nyam Nyam (alias Zande Dog): un piccolo cane da caccia dell'Africa centrale con orecchie erette, una coda riccia e un pelo corto di colore fulvo, anche se simile o in qualche modo correlato al Basenji, dal nome della tribù Zande[9]
  • Simaku: un ratter del Sud Africa, utilizzato anche per pulire i cantieri (raccogliendo rifiuti), sviluppato incrociando cani paria con terrier[10]
  • Sudan Greyhound: un cane estinto da caccia alla lepre proveniente dal Sudan
  • West African Mouse Dog: un piccolo estinto (36 cm) Ratter tipo Doberman Pinscher, con un mantello corto, liscio e rosso[11]
  • Zulu Dog: un piccolo cane da guardia e da caccia con muso quadrato e mantello fulvo, dal nome della tribù Zulu.[12]

Per le seguenti razze è dubbio se appartengano o appartenessero a "cani del villaggio africano":

  • Abyssinian Sand Terrier: un cane senza pelo probabilmente estinto;
  • Bisharin Greyhound: un cane da caccia alla lepre del Sudan, con orecchie erette e coda riccia, dal nome della tribù Bishari[13]
  • Dinka Greyhound: un cane da caccia paria simile a un Greyhound del Sudan, di tipo più ruvido rispetto alle altre razze sudanesi, con un pelo corto e fulvo, dal nome della tribù Dinka
  • Cane glabro egiziano: un cane senza pelo estinto, parente stretto dell'Abyssinian Sand Terrier, di piccola taglia (41 cm), con orecchie pendenti[14]
  • Shilluk Greyhound (aka Shilluk Dog): un cane da caccia di antilopi con un corpo robusto e orecchie semi-erette (piegate), solitamente di colore rosso con una maschera nera, dal nome della tribù Shilluk[15]
  • Levriero di Zanzibar (aka Zanzibar Dog): un grande cane da caccia di Zanzibar (68 cm), con orecchie erette, un corpo robusto e un colore rosso-bianco, che si ritiene si sia sviluppato incrociando Salukis con cani pariah[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) African Village Dogs Are Genetically Much More Diverse Than Modern Breeds, su ScienceDaily, 25 novembre 2020. URL consultato il 25 novembre 2020.
  2. ^ (EN) Dogs do come from Africa, su health24.com, 8 gennaio 2013.
  3. ^ West African Dogs, su West African Dogs. URL consultato il 25 novembre 2020.
  4. ^ Morris 2008, p. 699.
  5. ^ Morris 2008, p. 700.
  6. ^ Morris 2008, p. 702.
  7. ^ (DE) Eva-Maria Kärmer, Der grosse Kosmos Hundeführer, Stuttgart, Kosmos, 2009, p. 114.
  8. ^ Morris 2008, p. 706.
  9. ^ a b Morris 2008, p. 322.
  10. ^ Morris 2008, p. 710.
  11. ^ Morris 2008, p. 711.
  12. ^ J. Gallant, The Story of the African Dog, Kynos Verlag, 2015, p. 146, ISBN 978-3-95464-045-4. URL consultato il 26 novembre 2020.
  13. ^ Morris 2008, p. 37.
  14. ^ Morris 2008, p. 579.
  15. ^ Morris 2008, p. 38.
  16. ^ Morris 2008, p. 39.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]