Camillo Barany Hindard

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Camillo Barany Hindard (Paullo, 26 aprile 1889Etiopia, 12 febbraio 1936) è stato un patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Camillo Hindard Barany nasce a Paullo, nel milanese, il 26 aprile 1889, figlio di piccoli proprietari terrieri ungheresi di religione ebraica. I suoi antenati avevano combattuto nella legione ungherese di Stefano Turr, contribuendo alla vittoria di Garibaldi in Sicilia nel 1860.

Nel 1909 si arruola nelle file dei rivoluzionari messicani combattendo la dittatura di Porfirio Díaz. Con lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 torna in Europa ed entra a far parte della Legione Garibaldina, un corpo di circa 5.000 volontari italiani inquadrato come "4º reggimento di marcia del 1° straniero" posto agli ordini di Peppino Garibaldi, partecipando alla battaglia delle Argonne e alla battaglia di Verdun. Con lo scioglimento della Legione il 6 marzo 1915 e l'entrata in guerra dell'Italia a maggio dello stesso anno, si arruola volontario negli Alpini, dove è nominato sottotenente. Nel 1919 partecipa all'impresa di Fiume di Gabriele D'Annunzio. Avvicinatosi al fascismo, partecipa alla Marcia su Roma nel 1922. Nel 1925 prende parte alla riconquista della Libia agli ordini del generale Rodolfo Graziani con il grado di centurione nella 1ª legione libica della MVSN. [1]

Sposatosi con Caterina Maggi, originaria di Maccagno, nel 1930 si trasferisce in Sardegna, dove intraprende la professione di agronomo per conto della Società Bonifiche Sarde, partecipando alla fondazione della città di Mussolinia (oggi Arborea). Passa poi alle dipendenze dell'Opera Nazionale Combattenti, collaborando alla bonifica dell'Agro Pontino e alla fondazione di Littoria (oggi Latina).

Nel libro Canale Mussolini di Antonio Pennacchi compare la figura di Barany.[2]

Nel 1935 parte per la guerra d'Etiopia arruolandosi nelle Camicie Nere. Nominato centurione comandante della 18ª Compagnia "Littoria" della 4ª Divisione CC.NN. "3 gennaio", viene colpito ad un braccio durante la battaglia di Amba Aradam. Tornato al fronte con il braccio ingessato dopo aver rifiutato la regolamentare licenza di convalescenza, durante un attacco abissino accorre in soccorso dei suoi commilitoni in difficoltà e viene ferito mortalmente presso il villaggio di Taga-Taga. È sepolto a Macallè.

La sua morte dà "l'occasione al regime di creare un nuovo mito della conquista dell'impero e di irrobustire quella parte dell'ebraismo italiano più vicina alle idee fasciste di grandezza e arditismo nazionale." [3]

In sua memoria gli è stata dedicata la pineta di Arborea, che ospita anche una stele commemorativa in travertino, e il distretto militare di Latina (dopo la caduta del fascismo intitolato a Goffredo Mameli e oggi sede della facoltà di ingegneria del polo universitario). A Lodi il suo nome è iscritto sul cippo che ricorda i lodigiani insigniti della Medaglia d'oro al valor militare.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Già volontario nelle Argonne ed a Fiume, si arruolava volontario nuovamente per la campagna A.O. Comandante di compagnia fucilieri, attaccato di sorpresa da soverchianti forze nemiche, fronteggiava con perizia e bravura l’urto avversario. Con il braccio destro spezzato e sotto il fuoco, percorreva più volte la linea incitando i suoi alla resistenza. Colpito a morte, sopportando stoicamente il dolore della ferita, a quanti erano accorsi a soccorrerlo diceva: « Non perdete tempo per me. Andate avanti. Viva il Duce ». Chiudeva con eroica morte la sua valorosa esistenza tutta dedita al dovere e alla Patria.»
— Taga-Taga (Etiopia), 12 febbraio 1936.[4]
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della Marcia su Roma - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle Campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Cecini, I soldati ebrei di Mussolini. I militari ebrei nel periodo fascista, Milano 2008 (Mursia), p. 69
  2. ^ Redazione online, Camillo Barany: il fascista ebreo di Mussolinia, su www.arborense.it. URL consultato il 7 giugno 2022.
  3. ^ Giovanni Cecini, I soldati ebrei di Mussolini. I militari ebrei nel periodo fascista, Milano 2008 (Mursia), p. 70
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 30 dicembre 2016

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Menico Dolcini; Pirro Rost, Un italiano di Mussolini: Camillo Barany (1889-1936), Milano, Unione tipografica, 1936.
  • Luca Ventura, Ebrei con il duce. «La nostra bandiera» (1934-1938), Torino, Zamorani, 2002, ISBN 978-88-71-58119-4.
  • Antonio Pennacchi, Fascio e martello. Viaggio per le città del duce, Roma-Bari, Laterza, 2008, ISBN 978-88-42-08720-5.
  • Antonio Pennacchi, Canale Mussolini, Milano, Mondadori, 2010, ISBN 978-88-04-54675-7.
  • Giovanni Cecini, I soldati ebrei di Mussolini. I militari ebrei nel periodo fascista, Milano, Mursia, 2008, ISBN 978-88-425-3603-1.