Callinectes sapidus
Il granchio reale blu o granchio azzurro (Callinectes sapidus Rathbun, 1896) è un crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi.[1] Specie autoctona delle coste atlantiche del continente americano, negli ultimi anni si sta diffondendo anche nel continente europeo.
Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]
La specie è originaria della sponda occidentale dell'oceano Atlantico, dove vive lungo le coste dell'intero continente americano, dalla Nuova Scozia all'Argentina[2], spingendosi anche lungo i corsi dei fiumi, poiché è in grado di tollerare salinità inferiori al tre per mille[3]. Tramite l'acqua incamerata per zavorrare le navi, la specie è stata accidentalmente introdotta in numerose altre parti del mondo (Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero, Mediterraneo, Mar Giallo)[4].
Espansione dell'areale nel Mediterraneo[modifica | modifica wikitesto]
Nel luglio 2008 è stata segnalata in Italia, in Basilicata[5], alla foce dei fiumi lungo la costa jonica, sulla costa adriatica dell'Abruzzo e della Puglia[6][7], e nell'alto Adriatico da Goro ai lidi ferraresi[8].
Nell'agosto del 2019 sono stati pescati alcuni esemplari lungo la costa del Cilento, in località Ascea Marina di Velia (SA), e in località Sottomarina di Chioggia (VE), sono stati avvistati anche a Roca Vecchia Marina di Melendugno (LE), Lesina e Peschici (FG). La specie si sta rapidamente diffondendo nelle Valli di Comacchio e nel ravennate, dove le acque calme e poco profonde si sono rivelate un habitat ideale per riproduzione e crescita. Nel settembre 2019, sulla spiaggia di Marina di Pisciotta (SA), per la precisione sulla spiaggia Bandiera Blu denominata Acquabianca, sono stati avvistati altri esemplari. Dal novembre 2019 gli esemplari pescati in questa zona sono aumentati in maniera sensibile.
Nel 2020 sono stati avvistati anche nei pressi del golfo di Manfredonia, Vieste. A Vasto e San Salvo in Abruzzo, nei mari della Sardegna, prevalentemente nelle lagune della provincia di Oristano (Marceddì), sono stati pescati alcuni esemplari.
Tra novembre 2021 e febbraio 2022 altri esemplari sono stati catturati da pescatori locali nel Golfo della Spezia precisamente nella costa Lericina di fronte a San Terenzo.
Nell'agosto 2022 è stata segnalata sulle coste del Lazio[9].
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
La specie misura fino a 15 cm di lunghezza e 23 cm di larghezza: presenta corpo più largo che lungo, di forma ellittica, con due spuntoni ai due lati del corpo e margine anteriore seghettato. Le zampe sono piuttosto allungate, col primo paio tramutato in chele, più grandi nei maschi rispetto alle femmine: il colore del corpo è verde oliva superiormente, mentre il ventre è bianco-azzurrino e le zampe presentano l'attaccatura e la parte terminale di un colore blu intenso.
Durante il periodo della muta, sull'ultimo paio di zampe, appiattite ed adattate al nuoto, appaiono delle macchioline rosa, che acquistano via via colore divenendo sempre più rosse man mano che la muta si avvicina.
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
Si tratta di animali onnivori e piuttosto aggressivi: si nutrono di tutto ciò che riescono a catturare: bivalvi, anellidi, avannotti, carogne e piante.
Uso commerciale[modifica | modifica wikitesto]
Questi crostacei, nelle loro zone d'origine, vengono pescati in quantità per uso alimentare: in particolare, vengono considerati una prelibatezza quelli pescati nella baia di Chesapeake, dove essi costituiscono un'importante risorsa (valutata in oltre 100 milioni di dollari USA negli anni '90; attualmente la domanda è dimezzata)[10].
Per far fronte alla continua richiesta, gli Stati di Maryland e Virginia, che si affacciano sulla baia, hanno emanato speciali provvedimenti, volti a salvaguardare le popolazioni rimanenti, fra i quali il divieto di pescare esemplari di diametro inferiore ai 14 cm e restrizioni varie circa i periodi in cui effettuare la pesca.
A causa di tali provvedimenti, per far fronte alla forte domanda i due Stati americani hanno dovuto ricorrere all'importazione da altri Stati (Carolina del Nord, Louisiana, Florida e Texas)[11] od addirittura dal Sud-est Asiatico.
Pesca commerciale[modifica | modifica wikitesto]

La pesca al granchio reale si effettua tramite particolari nasse, simili a quelle utilizzate per pescare le aragoste e denominate crab pot: tali nasse consistono in reticolati di filo metallico, posti attorno ad uno scheletro di legno o di metallo, a formare una gabbia di forma cubica con due entrate. Tali fori sono studiati in modo che l'animale, entrando attratto dall'esca (costituita da pezzetti di pesce o pollo fissati in una tasca di metallo per impedire agli animali di mangiarli), sia poi impossibilitato ad uscire dal foro. Le varie nasse vengono disposte in lunghi filari e controllate giornalmente, rimuovendo gli esemplari pescati ed eventualmente sostituendo le esche consumate.

I granchi vengono divisi in jimmies (maschi adulti), sallies (femmine immature) e sooks (femmine adulte): gli esemplari in fase di muta vengono separati dagli altri e piazzati in vasche di cemento di 90×150 cm a seconda della fase della muta in cui si trovano, per evitare atti di cannibalismo. Dopo la muta, si attendono circa due giorni per lasciar solidificare la nuova corazza dei granchi, dopodiché essi vengono congelati e venduti.
Pesca sportiva[modifica | modifica wikitesto]
I pescatori amatoriali, per pescare occasionalmente qualche granchio, utilizzano sia i palangari, che le nasse: queste ultime, di dimensioni minori rispetto a quelle utilizzate commercialmente e dalle forme anche assai varie (oltre che cubiche, se ne trovano anche di forma piramidale o cilindrica). In queste trappole l'animale ha maggiori probabilità di fuga e perciò esse devono essere ispezionate più frequentemente, all'incirca ogni mezz'ora.
Un altro metodo assai semplice per pescare questi animali è quello di utilizzare una lampara per vederli nelle acque fluviali durante la notte e pescarli con un retino dalle maglie robuste, per evitare che questi animali danneggino la rete con le forti chele.
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
Negli Stati Uniti orientali, questi animali vengono bolliti in acqua, aceto e varie misture di erbe aromatiche: per poterli cuocere a piacimento, essi vengono gettati in scolapasta ed estratti una volta raggiunto il colore rosso, tipico dei crostacei bolliti.
Per estrarre la polpa del granchio, è necessario "scoperchiarlo" ed in seguito romperne le varie articolazioni, ricavando un quantitativo di carne modesto rispetto alle dimensioni totali dell'animale. Le branchie, solitamente rimosse, chiamate tomalley o mostarda (a causa del colore), vengono da alcuni considerate una delicatezza.
La carne del granchio blu, ricca di vitamina B12, viene utilizzata, oltre che come cibo istantaneo, anche come prezioso ingrediente del crab cake e di altre ricette locali. La carne può inoltre essere trattata per la conservazione, in appositi stabilimenti, ed essere venduta inscatolata.
I granchi catturati appena dopo la muta, e perciò muniti di guscio ancora molle, vengono privati delle interiora e delle branchie e fritti dopo essere stati immersi in una pastella di uova, farina ed erbe aromatiche.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Callinectes sapidus, in WoRMS (World Register of Marine Species).
- ^ Callinectes sapidus, su sms.si.edu, Smithsonian Marine Station at Fort Pierce, 11 ottobre 2004.
- ^ Researchers Turning Freshwater Farm Ponds into Crab Farms Newswise, Retrieved on October 19, 2008.
- ^ Callinectes sapidus, su ciesm.org, CIESM: The Mediterranean Marine Research Network, agosto 2006 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2006).
- ^ Caricato Gaetano, MANUALE PER L’ASPIRANTE PESCATORE. SCHEDE ITTICHE – ATTREZZI CONSENTITI – PERIODI DI PESCA – PIANO ITTICO REGIONALE – GESTIONE DELLA FAUNA – TUTELA DELLA NATURA – BIOLOGIA DEI PESCI – NORME ID PRIMO SOCCORSO – QUESTIONARI DI PESCA, TIPOGRAFIA CENTROSTAMPA DI MATERA, PP. 207., 2009.
- ^ Lecce, spunta il granchio azzurro: allarme sulle spiagge. L'esperto: «Tenete lontano i bambini, è pericoloso»
- ^ Laghi di Lesina e Varano: è invasione di granchi blu
- ^ L’invasione del granchio blu, su Ferrara24ore. URL consultato il 1º settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2019).
- ^ Granchio blu a Ostia, il sub che lo ha trovato: «Ho visto una tana gigante a 30 metri dalla riva. Pensavo fosse un polpo...»
- ^ Report: Number of Blue Crabs in Bay Remains Below Long-Term Average, National Oceanic and Atmospheric Administration, July 28, 2008
- ^ Baltimore Sun, 2007
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Wikispecies contiene informazioni su Callinectes sapidus
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) ITIS Standard Report Page: Callinectes sapidus, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 29 giugno 2014.
Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007293659105171 |
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