Buena Vista Social Club (film)

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Buena Vista Social Club
Titolo originaleBuena Vista Social Club
Paese di produzioneGermania, Stati Uniti d'America, Regno Unito, Francia, Cuba
Anno1999
Durata105 min
Generedocumentario, musicale
RegiaWim Wenders
ProduttoreRosa Bosch, Ulrich Felsberg, Deepak Nayar
FotografiaRobby Müller, Lisa Rinzler, Jog Widmer
MontaggioMonica Anderson, Brian Johnson
Interpreti e personaggi

Buena Vista Social Club è un film documentario del 1999 diretto da Wim Wenders, uscito due anni dopo la pubblicazione del disco omonimo.

Nel 2020 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il musicista americano Ry Cooder aveva composto le musiche per i film Wim Wenders Paris, Texas (1984) e La fine della violenza (1997). Durante la loro collaborazione, il musicista parlava spesso con il regista del "Buena Vista Social Club", leggendario club di musicisti cubani, alcuni dei quali ultranovantenni, con il quale registrò nel 1996 un disco uscito nel 1997 che divenne un successo internazionale.

Nella primavera del 1998, Ry Cooder decise di tornare a Cuba per registrare lì un nuovo CD insieme a Ibrahim Ferrer e a tutti i musicisti che avevano partecipato al primo album. Questa volta, Wim Wenders lo accompagna con la sua troupe cinematografica.

Il film mostra la registrazione di molti dei loro pezzi all'Avana. Inoltre, molti dei musicisti parlano della loro vita a Cuba e dei loro inizi nel mondo della musica. Ry Cooder li convince poi a partecipare ad una tournée ed eseguire due concerti ad Amsterdam, in Olanda, e a New York, alla Carnegie Hall.

Realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

È uno dei primi film ad essere registrato interamente in digitale; le telecamere utilizzate erano una Betacam digitale come steadicam (cameraman Jörg Widmer) e diverse telecamere mini-DV dello stesso Wim Wenders.

Wenders parla del film[modifica | modifica wikitesto]

«Sono andato a L'Avana per girare il film, un posto dove non ero mai stato prima. Tutto ciò che conoscevo era la musica che questi vecchi avevano prodotto, una musica elettrizzante, inebriante, contagiosa. Una volta che ho visto e filmato L'Avana, ho capito cosa c'era di così speciale in questa musica: era uscita da questa città. Quella musica era il sangue di questa città. Il luogo era trasceso nel suono, per così dire, aveva trovato un'altra forma di esistenza in queste canzoni. E questi vecchi seppero produrre e riprodurre quella storia del loro luogo, perché non l'avevano abbandonata, come tanti altri musicisti prima di loro che erano fuggiti dal paese per andare in Florida, in Messico, in Spagna. [...] Il loro senso di identità e di appartenenza, l'incredibile amore per il proprio posto, che aveva procurato a questi vecchi tanto dolore e tanta sofferenza, si era rivelato anche la loro forza e la loro grazia salvifica. Anche la musica, grande e commovente, non avviene senza un senso del luogo. Ha bisogno di radici da cui attingere; ha bisogno di "storia" per alimentarla. A volte, naturalmente, l'assenza di un luogo, l'anelito per esso, l'esilio da esso, possono produrre le stesse radici: non ci sarebbe blues senza il Sud americano, senza il Delta, senza la schiavitù, e senza, infine, il Continente d'origine perduto, l'Africa, rimossa per sempre come una galassia lontana. Ad ogni modo, potrei continuare con l'intera lista dei miei film, dimostrandovi che sono iniziati tutti così: come un luogo che va raccontato.»

Musicisti (in ordine di apparizione)[modifica | modifica wikitesto]

  1. Francisco Repilado, noto come Compay Segundo (voce e tres)
  2. Eliades Ochoa (voce e chitarra)
  3. Ry Cooder (chitarra slide)
  4. Joachim Cooder, suo figlio (percussioni)
  5. Ibrahim Ferrer (voce, congas, claves, bongo)
  6. Omara Portuondo (voce)
  7. Rubén González (piano)
  8. Orlando "Cachaíto" López (contrabbasso)
  9. Amadito Valdés
  10. Manuel "Guajiro" Mirabal (tromba)
  11. Barbarito Torres (laud)
  12. Pío Leyva
  13. Manuel "Puntillita" Licea (voce)
  14. Juan de Marcos González (güiro)

Canzoni del film (in ordine di apparizione)[modifica | modifica wikitesto]

  1. "Chan Chan" (Francisco Repilado)
  2. "Silencio" (Rafael Hernández)
  3. "Chattanooga Choo Choo" (Harry Warren e Mack Gordon)
  4. "Dos gardenias" (Isolina Carrillo)
  5. "Veinte Años" (Maria Teresa Vera)
  6. "Y Tu Que Has Hecho" (Eusebio Delfín)
  7. "Black Bottom" (Ray Henderson, Lew Brown e B. G. De Sylva)
  8. "Canto Siboney" (Ernesto Lecuona)
  9. "El carretero" (Guillermo Portabales)
  10. "Cienfuegos (tiene su guaguanco)" (Victor Lay)
  11. "Begin The Beguine" (Cole Porter)
  12. "Buena Vista Social Club" (Orestes López)
  13. "Mandinga" (noto come "Bilongo", Guillermo Rodríguez Fiffe)
  14. "Candela" (Faustino Oramas)
  15. "Chanchullo" (Israel "Cachao" Lopez, il padre di Cachaito)
  16. "El cuarto de Tula" (son/descarga, Sergo Siaba)
  17. "Guateque Campesino" (Celia Romeo "Guateque")
  18. "Nuestra Ultima Cita" (Forero Esther)
  19. "Quizás, Quizás, Quizás" (boléro di Oswaldo Farres)

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Francia di Celle, Wim Wenders, Milano, Torino Film Festival/Il Castoro, 2007.
  • FRANK MARTUCCI, Gli spazi di un'immagine, FELTRINELLI MILANO 2009; allegato al dvd PALERMO SHOOTING

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN316755639 · GND (DE4589956-3 · BNF (FRcb135576077 (data)
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