Brunilde Tanzi

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Brunilde Tanzi
NascitaMilano, 1912
MorteMilano, 17 gennaio 1947
Cause della morteOmicidio
EtniaItaliana
Dati militari
Paese servitoBandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armata Marina Nazionale Repubblicana
CorpoXª Flottiglia MAS
Specialità Servizio Ausiliario Femminile
Anni di servizio1944–1947
GradoAusiliaria
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna d'Italia
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Brunilde Tanzi (Milano, 1912Milano, 17 gennaio 1947) è stata un'attivista e militare italiana. Militante dei primi gruppi clandestini neofascisti di Milano nel secondo dopoguerra, fu uccisa nel 1947 dalla Volante Rossa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Proveniente da una famiglia fascista (il fratello negli anni dello squadrismo fondò il settimanale Il Torchio[1][2]), dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana si arruolò volontaria nel Servizio Ausiliario Femminile della Xª Flottiglia MAS, secondo alcune fonti prendendo anche parte ad azioni di guerra e rastrellamenti nell'oltrepò Pavese durante la guerra civile[2]. Alla fine della guerra fu presa prigioniera dai partigiani e sottoposta alla rasatura dei capelli[2].

Nell'immediato dopoguerra aderì ai Fasci di Azione Rivoluzionaria e al Partito Democratico Fascista in cui ricoprì un ruolo di primo piano partecipando all'organizzazione del trafugamento della salma di Mussolini nella notte tra 22 e il 23 aprile 1946[3] insieme a Domenico Leccisi. Si occupò in particolare di diffondere il foglio clandestino "Lotta fascista" e mantenne costanti rapporti con il generale Ferruccio Gatti, responsabile del neo costituito Movimento Sociale Italiano[1][2].

Leccisi nelle sue memorie la ricordò poi come "una bella ragazza slanciata, dai grandi occhi neri" e soprattutto "decisa e instancabile nel servire la causa comune"[4]. Il 9 dicembre 1946 la Tanzi era riuscita a far inserire ad un ignaro impiegato un disco in vinile con incisa la canzone Giovinezza durante le trasmissioni pubblicitarie ottenendo di far riecheggiare l'inno del Partito Nazionale Fascista su tutta la piazza del Duomo[1][2].

Il 17 gennaio 1947 l'organizzazione Volante Rossa decise la sua morte[5][6][7]. Il 17 gennaio 1947 a trentacinque anni Brunilde Tanzi venne ferita a morte nel centro di Milano in via San Protaso con un colpo d'arma da fuoco al petto[2][4]. Lo stesso giorno fu uccisa anche Eva Maciacchini militante delle Squadre d'azione Mussolini. Nonostante le modalità dell'omicidio della giovane ausiliaria suggerissero come probabili responsabili gli uomini della Volante Rossa, gli autori materiali dell'omicidio non furono mai scoperti e così non vi furono condanne[4][8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Brunilde Tanzi, giovane fascista assassinata dalla Volante Rossa, su Secolo d'Italia, 17 gennaio 2016. URL consultato il 28 marzo 2022.
  2. ^ a b c d e f Francesco Trento, La guerra non era finita i partigiani della volante rossa, Laterza, 2014, p. 44-46
  3. ^ Mario Caprara e Gianluca Semprini, Neri, la storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista, Edizioni tascabili Newton, Roma 2011, p. 52
  4. ^ a b c Antonio Carioti Gli orfani di Salò, Mursia, 2011, p. 58
  5. ^ 1951, alla sbarra l'incubo della Volante Rossa Archiviato il 13 marzo 2014 in Internet Archive. in Corriere della Sera del 4 giugno 2008
  6. ^ Mario Caprara e Gianluca Semprini, Neri, la storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista, Edizioni tascabili Newton, Roma 2011, p. 101
  7. ^ Nicola Rao, Il sangue e la celtica, Sperling & Kupfer, 2008, p. 31
  8. ^ Enzo Antonio Cicchino, Roberto Olivo Correva l'anno della vendetta, Mursia, 2013, p. 280

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enzo Antonio Cicchino, Roberto Olivo Correva l'anno della vendetta, Mursia, 2013
  • Francesco Trent, La guerra non era finita i partigiani della volante rossa, Laterza, 2014
  • Mario Caprara, Gianluca Semprini Neri, la storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista, Edizioni tascabili Newton, Roma 2011
  • Nicola Rao Il sangue e la celtica, Sperling & Kupfer, 2008
  • Antonio Carioti Gli orfani di Salò, Mursia, 2011

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