Brigata corazzata "Vittorio Veneto"

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Brigata corazzata “Vittorio Veneto”
Scudetto della Brigata corazzata "Vittorio Veneto" adottato nel 1986
Descrizione generale
Attivaottobre 1975 - 31 luglio 1991
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Esercito Italiano
TipoCavalleria
Dimensione3.381 uomini
Guarnigione/QGVilla Opicina (TS)
Parte di
1975-1986: Divisione meccanizzata "Folgore" 1986-1991: V Corpo d'armata
Reparti dipendenti
1976:
  • Reparto Comando e Trasmissioni
  • 2º Gp. Squadroni "Piemonte Cavalleria”
  • 6º Gp. squadroni "Lancieri d'Aosta"
  • 9º Gp. squadroni "Lancieri di Firenze"
  • 8º Gp. artiglieria campale "Pasubio"
  • Btg. logistico "Vittorio Veneto"
  • Sq. controcarri "Vittorio Veneto"
  • Cp. genio guastatori "Vittorio Veneto"
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La Brigata corazzata "Vittorio Veneto" è stata una grande unità corazzata e poi meccanizzata dell'Esercito Italiano.

Costituzione[modifica | modifica wikitesto]

Brigata corazzata[modifica | modifica wikitesto]

La brigata fu costituita nell'ottobre del 1975 e posta a difesa della Soglia di Gorizia contro un'ipotetica invasione del Patto di Varsavia. Dislocata nel Friuli-Venezia Giulia aveva il suo comando a Trieste ed era inserita nella Divisione meccanizzata "Folgore", con la brigate meccanizzate "Gorizia" e "Trieste", appartenenti al 5º Corpo d'Armata di Vittorio Veneto. La Brigata "Vittorio Veneto" aveva una forza complessiva di 3.381 uomini (214 ufficiali, 516 sottufficiali e 2.651 soldati di truppa) ed è stata impegnata in operazioni civili, come il soccorso delle popolazioni terremotate in Friuli nel 1976.

La Brigata "Vittorio Veneto" era schierata nell'altopiano carsico con compiti prevalentemente di presa di contatto con il nemico, azione di frenaggio e rallentamento: in pratica in caso di invasione del Patto di Varsavia avrebbe dovuto condurre una lotta ad oltranza fino all'estremo sacrificio in modo da rallentare la penetrazione nemica, permettendo così alle truppe schierate in Friuli di organizzarsi opportunamente. Dal 1986 un battaglione della brigata, il 33º Battaglione fanteria d'arresto "Ardenza" stanziato a Fogliano Redipuglia, provvedeva nel più assoluto segreto alla manutenzione e alla vigilanza delle postazioni fortificate permanenti che correvano presso la frontiera con l'ex Jugoslavia.

Brigata meccanizzata[modifica | modifica wikitesto]

La "Vittorio Veneto" fu resa autonoma nel 1986 in seguito alla ristrutturazione delle Forze armate italiane che prevedeva, tra l'altro, la soppressione delle divisioni.

Trasformata in meccanizzata acquisì il 1º Battaglione fanteria motorizzato "San Giusto", il 33º Battaglione fanteria d'arresto "Ardenza", il 12º Gruppo Squadroni meccanizzato "Cavalleggeri di Saluzzo" e la Compagnia fanteria "Vittorio Veneto".

Fu soppressa il 31 luglio 1991.

Reparti[modifica | modifica wikitesto]

I comandanti[modifica | modifica wikitesto]

  • Brigata Corazzata "Vittorio Veneto" dal 1975-1986
    • 1. Generale di brigata Giovanni de' Bartolomeis
    • 2. Generale di brigata Olindo De Sarno
    • 3. Generale di brigata Sergio De Ros
    • 4. Generale di brigata Luigi Trinchieri
    • 5. Generale di brigata Stefano Dolce
    • 6. Generale di brigata Ermanno Brandes
    • 7. Generale di brigata Felice Grosso
    • 8. Generale di brigata Enrico Battaglia
  • Brigata meccanizzata "Vittorio Veneto" 1986-1991
    • 9. Generale di brigata Bruno Zoldan
    • 10. Generale di brigata Carlo Alfonso Giannatiempo
    • 11. Generale di brigata Enrico Battaglia

Divisione "Vittorio Veneto"[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della grande unità è stato ereditato dalla Divisione "Vittorio Veneto", costituitasi il 1º luglio 2019 nella Caserma “Predieri” di Firenze per ridenominazione della Divisione "Friuli" costituitasi il 15 luglio 2013 nella stessa sede a sua volta per ridenominazione della Divisione "Mantova".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Dell'Uomo, Roberto Di Rosa e Amedeo Chiusano, L'Esercito italiano verso il 2000, Volume 2, Parte 1, 2002, pagina 42.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]