Brigid

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Statua del Museo di Bretagna, Rennes, forse rappresentante Brigantia, II secolo a.C.

Nella mitologia celtica Brigid, Bríg o Brig è una divinità associata alla primavera e alla fertilità, e protettrice dei poeti, dei guaritori, dei druidi, dei combattenti e degli artigiani, di cui in particolare dei fabbri. Faceva parte dei Tuatha Dé Danann, ed era figlia di Dagda, moglie di Bres e madre di Ruadan.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

È una delle dee più complesse e contraddittorie del pantheon celtico; Brigid può essere vista come una fra le dee più importanti di tutta la mitologia celtica.

Secondo il Lebor Gabála Érenn Brigid è una poetessa figlia del Dagda. Lo stesso passaggio menziona il fatto che possiede due buoi, Fe e Men, che pascolano su una pianura che prende il loro nome, Femen; altrove Fe e Men sono descritti come i due buoi di "Dil", "raggiante di bellezza", che può essere un soprannome per Brigid[1]. Possedeva anche il re dei cinghiali, Torc Triath e Cirb, re delle pecore[2], e quindi Brigid è considerata anche la custode degli animali domestici[3].

Il Glossario di Cormac, scritto nel X secolo da monaci cristiani, afferma che Brigid era "la dea adorata dai poeti" e che aveva due sorelle: Brigid la guaritrice e Brigid il fabbro[4][5]. Questo suggerisce che potrebbe essere stata una divinità tripla[6], situazione diffusa nel mondo celtico.

Secondo alcuni studiosi, Brigid sarebbe la continuazione della dea dell'alba della religione protoindoeuropea.[7]

Evoluzione del mito[modifica | modifica wikitesto]

Fu venerata in seguito anche a Roma, diffusa dai legionari, insieme a pochi altri dei celtici come Epona, protettrice dei cavalli.[8] Aveva come epiteti Belisama "colei che brilla molto", Sulis (non ha traduzione precisa, ma il senso era collegato al sole), Brigantia "l'altissima" e Bricta "brillante". I Romani la assimilarono a Vittoria ed a Minerva, per la sua caratterizzazione come dea della guerra. Nell'iconografia romana si è identificata a tal punto con Minerva che esiste a Birrens, in Scozia, una sua statua con tanto di Egida e globo della vittoria.

Con la cristianizzazione dei celti, Brigid venne assimilata a santa Brigida d'Irlanda, venne considerata la nutrice di Gesù, figlia del druido Dougal e venne spesso accomunata alla Madonna, dato che anch'ella era vergine e madre. Il primo febbraio, attualmente dedicato a Santa Brigida, era originariamente la festa pagana di Imbolc.

La figura della Dama del Lago nel ciclo di re Artù potrebbe essere ispirata a Brigid.

Altri nomi[modifica | modifica wikitesto]

Brigantia[modifica | modifica wikitesto]

In questo epiteto si può riscontrare la radice indoeuropea *bhr̥g'hntī che indica l'altezza, di conseguenza Brigantia significherebbe l'alta o la somma. Tale radice si può individuare anche nel popolo britannico dei Briganti ed in numerosissime città o regioni di origine celtica (Bragança, Bregenz, Briançon, Brianza e così via). Sono state scoperte sette iscrizioni che si riferiscono a Brigantia. Una a Birrens:

Brigantiae s(acrum) Amandus / arc(h)itectus ex imperio imp(eratum) (fecit) (RIB 02091).

A Castleford, nello Yorkshire e a Greetland, vicino ad Halifax, in cui è chiamata Vittoria:

D(eae) Vict(oriae) Brig(antiae) / et num(inibus) Aauugg(ustorum) / T(itus) Aur(elius) Aurelian/us d(onum) d(edit) pro se / et suis s(e) mag(istro) s(acrorum) // Antonin[o] / III et Geta [II] / co(n)ss(ulibus)

A Corbridge, vicino al Vallo di Adriano

Iovi aeterno / Dolicheno / et caelesti / Brigantiae / et Saluti / C(aius) Iulius Ap/ol(l)inaris / |(centurio) leg(ionis) VI iuss(u) dei

A Irthington DEAE NYMPHAE BRIGANTIAE.

Garret Olmstead (1994) trovò anche una moneta iberica con la legenda BRIGANT_N

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Metrical Dindsenchas: "Mag Femin, Mag Fera, Mag Fea," Poem 36
  2. ^ Macalister, R. A. Stewart. Lebor Gabála Érenn. Part IV. Irish Texts Society, Dublin, 1941. § VII, First Redaction, ¶ 317.
  3. ^ Ellis, Peter Berresford. "Celtic Women." Wm. B. Erdmans Publishing, Grand Rapids, MI, 1995, p. 28.
  4. ^ Ó hÓgáin, Dáithí. Myth, Legend & Romance: An encyclopaedia of the Irish folk tradition. Prentice Hall Press, 1991. p.60
  5. ^ Wright, Brian. Brigid: Goddess, Druidess and Saint. The History Press, 2011. pp.26-27
  6. ^ Marie-Louise Sjoestedt, Celtic Gods and Heroes, Dover Publications, pp. 21, 25, ISBN 0-486-41441-8.
  7. ^ E. Campanile, in Langues indo-européennes a cura di Françoise Bader (Paris, 1994), pp. 34–40
  8. ^ Vedi F. Le Roux, La religione dei Celti, in Storia delle religioni, Bari 1976, pp. 819 - 820

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Année Epigraphique (AE), yearly volumes.
  • Bitel, Lisa M. (2001) "St. Brigit of Ireland: From Virgin Saint to Fertility Goddess" on-line)
  • Claus, Manfredd; Epigraphik-Datenbank Clauss / Slaby, Johann Wolfgang Goethe-Universität Frankfurt. Online epigraphic search tool
  • Ellis, Peter Berresford (1994) Dictionary of Celtic Mythology Oxford Paperback Reference, Oxford University Press, ISBN 0-19-508961-8
  • Gree, Miranda (1986) The Gods of the Celts. Stroud, Sutton Publishing. ISBN 0-7509-1581-1
  • Green, Miranda (1996) Celtic Goddesses: Warriors, Virgins, and Mothers New York, pp 195–202.
  • MacKillop, James (1998) Dictionary of Celtic Mythology. Oxford, Oxford University Press. ISBN 0-19-280120-1.
  • Olmstead, Garret (1994) The Gods of the Celts and Indo-Europeans Budapest, pp 354–361
  • Roman Inscriptions of Britain (RIB).
  • Wood, Juliette (2002) The Celts: Life, Myth, and Art. Thorsons. ISBN 0-00-764059-5

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