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Bowling a Columbine

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Bowling a Columbine
Michael Moore mostra il fucile ottenuto gratuitamente in banca dopo aver aperto un conto
Titolo originaleBowling for Columbine
Paese di produzioneCanada, Stati Uniti d'America, Germania
Anno2002
Durata120 min
Dati tecniciB/N e a colori
rapporto: 1,85:1
Generedocumentario
RegiaMichael Moore
SoggettoMichael Moore
SceneggiaturaMichael Moore
ProduttoreMichael Moore, Charles Bishop, Jim Czarnecki, Michael Donovan, Kathleen Glynn
Produttore esecutivoWolfram Tichy
Casa di produzioneAlliance Atlantis Communications, Dog Eat Dog Films, Iconolatry Productions Inc., Salter Street Films International, TiMe Film- und TV-Produktions GmbH, United Broadcasting Inc., Vif Babelsberger Filmproduktion GmbH & Co. Zweite KG
Distribuzione in italianoMikado Film
FotografiaMike Desjarlais, Kirsten Johnson, William Rexer
MontaggioKurt Engfehr
MusicheJeff Gibbs
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Bowling a Columbine (Bowling for Columbine) è un film documentario del 2002 diretto da Michael Moore, vincitore del premio Oscar 2003 come miglior documentario.

Presentato in concorso al Festival di Cannes, ha ricevuto il Premio del 55º anniversario.[1]

Il film è dedicato al tema dell'uso delle armi negli Stati Uniti, facendo riferimento alle stragi nelle scuole americane, in particolare al massacro della Columbine High School, avvenuto nell'aprile 1999 a Littleton, nel Colorado, nella quale due ragazzi armati di fucile entrarono nella loro scuola e uccisero 12 studenti e un insegnante per poi suicidarsi.

La realizzazione del documentario ha portato l'autore in giro per gli Stati Uniti, fino all'intervista finale all'ex-attore Charlton Heston, presidente della National Rifle Association of America (Associazione Nazionale Fucili). Spostatosi in Canada per approfondire il tema dell'uso delle armi, Moore capisce che non è l'arma che crea il crimine, ma la paura del crimine stesso.

Il titolo del film si riferisce alla storia secondo cui Eric Harris e Dylan Klebold, i due studenti responsabili del massacro della Columbine High School, frequentarono una lezione di bowling a scuola alle 6:00 del mattino del giorno in cui commisero gli attacchi a scuola, iniziati alle 11:17. In realtà, indagini successive dimostrarono che quest'affermazione si basava su dei ricordi errati, e Glenn Moore, membro del dipartimento di polizia di Golden, concluse che erano i due ragazzi erano assenti da scuola il giorno in cui ebbe luogo l'attacco.

All'interno del film, Moore incorpora il concetto di bowling ricreativo attraverso altri modi e significati. Ad esempio, al tempo della distribuzione del documentario la milizia del Michigan utilizzava birilli da bowling per esercitarsi al tiro. Intervistando gli ex compagni di classe dei due ragazzi, Moore nota che gli studenti hanno preferito seguire un corso di bowling invece di frequentare le lezioni di educazione fisica. Moore ipotizza che questa scelta potrebbe avere ben poco valore educativo e le persone che intervista sono generalmente d'accordo, sottolineando come Harris e Klebold conducessero stili di vita introversi e avessero atteggiamenti negligenti nei confronti del bowling, e che nessuno dei due ci abbia prestato così tanta attenzione. Moore inoltre si domanda se il sistema scolastico stia rispondendo ai bisogni reali degli studenti o se stia rafforzando la paura, ed ipotizza che una cultura della paura creata dal governo e dai media spinga gli americani ad armarsi, a vantaggio delle aziende produttrici di armi. Secondo questo pensiero, dunque, il bowling potrebbe essere stato responsabile degli attacchi alla scuola tanto quanto Marilyn Manson o persino il presidente Bill Clinton, che proprio agli inizi degli anni Novanta ordinò bombardamenti sulla Serbia nel corso delle Guerre jugoslave.

Una pistola gratis per aprire un conto in banca

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Una delle prime scene del documentario raffigura una banca nel Michigan settentrionale che offre ai clienti un fucile da caccia gratuito se scelgono di effettuare un deposito di una certa entità sul loro deposito bancario. La sequenza segue Moore mentre si reca in banca, effettua il deposito, compila i moduli e attende l'esito di una verifica dei precedenti prima di uscire dalla banca portando con sé un nuovissimo fucile da caccia Weatherby. Poco prima di lasciare la banca, Moore chiede agli addetti in banca: "Non pensate che sia un pò pericoloso distribuire armi in banca?"

Il quotidiano Boston Review, tuttavia, ha definito questa scena una farsa, così come ha fatto il Wall Street Journal, il quale lo ha definito la sequenza una "messa in scena".

Montaggio di "Happiness is a Warm Gun"

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Dopo circa venti minuti dall'inizio del film, la canzone dei Beatles "Happiness Is a Warm Gun" viene riprodotta durante un montaggio in cui vengono mostrate le seguenti riprese:

  • Persone che comprano armi.
  • I residenti di Virgin, Utah, una città che ha approvato una legge la quale impone a tutti i residenti di possedere armi.
  • Persone che sparano con fucili ai carnevali e ai poligoni di tiro.
  • Denise Ames che aziona un fucile.
  • Carey McWilliams, un appassionato di armi e novelista americano cieco di Fargo, North Dakota.
  • Gary Plauché nell'atto di uccidere Jeff Doucet, il quale aveva rapito e abusato sessualmente del figlio di Plauché.
  • Il suicidio di R. Budd Dwyer, un politico americano.
  • Un omicidio del 1993 in cui Emilio Nuñez sparò e uccise la sua ex moglie Maritza Martin durante un'intervista al programma Telemundo Ocurrió Así.
  • Il suicidio di Daniel V. Jones, malato di AIDS e cancro, che protestava contro le organizzazioni per il mantenimento della salute.
  • Un uomo che si toglie la maglietta e viene colpito durante una rivolta.

Armi di distruzione di massa

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All'inizio del film, Moore collega il comportamento violento degli assassini della strage alla Columbine alla presenza di un grande stabilimento di difesa che produce tecnologia missilistica a Littleton, Colorado, una importante centro nelle vicinanze di Columbine. È dunque implicito da parte di Moore che la presenza di questa struttura all’interno della comunità e l’accettazione della violenza istituzionalizzata come soluzione al conflitto abbiano contribuito alla mentalità che ha portato al massacro.

Moore intervista Evan McCollum, direttore delle comunicazioni presso uno stabilimento Lockheed Martin a Littlelton, chiedendogli:

"Quindi non pensi che i nostri figli dicano a se stessi: ‘Papà va in fabbrica ogni giorno, costruisce missili di distruzione di massa’ Qual è la differenza tra quella distruzione di massa e quella avvenuta alla Columbine High School?"

McCollum risponde:

"Immagino di non vedere questo collegamento specifico perché i missili di cui parli sono stati costruiti e progettati per difenderci da qualcun altro che sarebbe un aggressore nei nostri confronti."

Moore mostra inoltre filmati di razzi e missili trasportati al buio, in modo che la gente del posto non si renda conto di cosa viene prodotto all'interno della propria comunità, anche se in realtà venivano trasportati in tarda notte o al mattino presto in modo da causare il minor disturbo al traffico.

In seguito all'uscita del documentario, McCollum ha chiarito che l'impianto non produce più missili, anche se a a metà degli anni Ottanta produceva componenti per missili balistici intercontinentali con testata nucleare, ma razzi utilizzati per il lancio di satelliti:

"Ho fornito a Moore informazioni specifiche sui lanciatori spaziali che costruiamo per lanciare veicoli spaziali per la NASA, la NOAA, il Dipartimento della Difesa e altri clienti commerciali, tra cui DirecTV ed EchoStar.

Montaggio di "What a Wonderful World"

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Successivamente il film passa ad un montaggio della politica estera americana dal secondo dopoguerra all'inizio degli anni Novanta, con l'intento di contrastare la dichiarazione di McCollum, citando come gli Stati Uniti siano stati spesso la nazione che ha aggredito. Il montaggio è costriuto sulla canzone "What a Wonderful World", di Louis Armstrong.

Tra li eventi citati nel documentario si trovano:

Clima di paura

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Moore contrappone la sua rappresentazione dell’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti delle armi e della violenza all’atteggiamento prevalente nelle aree del Canada limitrofe a quelle degli Stati Uniti, dove il possesso di armi è a livelli simili. Moore illustra la sua tesi visitando le zone del Canada vicino al confine tra i due paesi: qui trova le porte d'ingresso aperte e molta meno preoccupazione per la criminalità e la sicurezza. Il cartone animato "A Brief History of the United States of America" racchiude la visione di Moore su dove è iniziata la paura in America e su come è progredita e cambiata nel corso degli anni,

In questa sezione è presente un montaggio di diversi esperti sociali che indicano le possibili cause della violenza armata. Molti sostengono di avere legami con la violenza in televisione, al cinema e nei videogiochi; verso la fine, tuttavia, le stesse persone cambiano le loro affermazioni, attribuendole interamente a Marilyn Manson. Moore intervista Manson, il quale condivide le sue opinioni sul clima statunitense, affermando di credere che la società si basi su "paura e consumismo", citando spot pubblicitari della Colgate che promettono "se hai l'alito cattivo, [le persone] non ti parleranno" ed altri affini contenenti messaggi basati sulla paura. Manson menziona anche che i media, sotto la forte influenza del governo, avevano affermato che la sua influenza sulle azioni di Klebold ed Harris era stata di gran lunga maggiore di quella del presidente Clinton, che ordinò più bombardamenti sul Kosovo il 20 aprile 1999 di qualsiasi altro giorno durante la campagna NATO contro la Jugoslavia. Quando Moore chiede a Manson cosa direbbe agli studenti della Columbine, Manson risponde: "Non direi loro una sola parola, ascolterei quello che hanno da dire, ed è quello che nessuno ha fatto."

Il co-creatore di South Park, Matt Stone, il quale è cresciuto a Littleton, discute con Moore della sua città natale e della sparatoria. Sebbene non ritenga che Moore abbia travisato lui o le sue affermazioni nel film, Stone nutre rancore nei confronti del cartone animato "A Brief History of the United States of America". Sia Stone che il suo collega co-creatore di South Park, Trey Parker, ritengono che il cartone animato fosse stato realizzato in uno stile molto simile al loro e la sua vicinanza all'intervista di Stone potrebbe aver portato gli spettatori a credere che fossero stati loro a crearlo. Come risposta umoristica a questa affermazione, Stone e Parker hanno descritto Moore come "un buffone farfugliante, sovrappeso e mangiatore di hot dog" che alla fine commette un attentato suicida contro i protagonisti nel loro film Team America: World Police, del 2004.

Moore prosegue il documentario esplorando le risposte più diffuse sul perché la violenza armata sia così elevata negli Stati Uniti. Esamina Marilyn Manson come causa, afferma però che esistono cittadini tedeschi che ascoltano Marilyn Manson (pro capite) e che il paese ha una popolazione goth più numerosa rispetto agli Stati Uniti, ma con meno violenza armata (Germania: 381 incidenti all'anno). Esamina i film violenti, ma nota che altri paesi hanno gli stessi film violenti, prendendo ad esempio la Francia, notando come anche qui le violenze armate sono notevolmente inferiori (Francia: 255 incidenti all'anno). Moore studia anche i videogiochi, osservando che molti videogiochi violenti provengono dal Giappone, uno dei paesi con il tasso di criminalità più bassi al mondo (Giappone: 39 incidenti all'anno). Moore conclude i suoi confronti prendendo in considerazione l'ipotesi che la causa sia la storia violenta degli Stati Uniti, sottolineando contemporaneamente le storie, altrettanto violente, di Germania, Giappone, Francia e Regno Unito (68 incidenti all'anno). Moore conclude questo segmento con le statistiche annuali sui decessi correlati alle armi da fuoco nei seguenti Paesi:

  • Giappone: 39 (0,030/100.000)
  • Australia: 65 (0,292/100.000)
  • Regno Unito: 68 (0,109/100.000)
  • Canada: 165 (0,484/100.000)
  • Francia: 255 (0,389/100.000)
  • Germania: 381 (0,466/100.000)
  • Stati Uniti: 11.127 (3.601/100.000)

Rimborso da Kmart

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Nel documentario Moore porta due sopravvissuti della Columbine, Mark Taylor e Richard Castaldo insieme a Brooks Brown, che preferisce rimanere oscurato durante il segmento, al quartier generale di Kmart, una nota catena di ipermercati, a Troy, Michigan, per chiedere un rimborso per i proiettili ancora conficcati nei loro corpi, acquistati dai colpevoli proprio in un negozio Kmart. Moore e le vittime aspettano per ore nell'atrio dell'edificio, parlando con diversi dipendenti di Kmart, che ogni volta eludono la questione e li fanno attendere inutilmente. Moore, insieme ai sopravvissuti, decide di recarsi in un Kmart nella vicina Sterling Heights, dove acquistano l'intera scorta di munizioni del negozio. I tre tornano alla sede centrale dell'azienda il giorno seguente insieme ad alcuni membri dei media locali. Il vicepresidente delle comunicazioni di Kmart viene rapidamente inviato da Moore e dalla stampa,annunciando che l'azienda eliminerà gradualmente la vendita di munizioni per armi da fuoco entro 90 giorni.

Intervista a Charlton Heston

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Per la sequenza finale del film, Moore visita la casa di Charlton Heston, noto attivista e sostenitore del possesso di armi, chiedendogli di intervistarlo tramite l'altoparlante della sua casa. Heston rifiuta momentaneamente, ma accetta di rivederlo il giorno successivo. Il giorno seguente, Moore ritorna e mostra la sua tessera NRA, associazione che contiene tutti i possessori di armi del paese, che Heston apprezza molto. I due entrano nella grande proprietà e si siedono per discutere della violenza americana derivata dal traffico di armi da fuoco. Heston risponde sostenendo che gli Stati Uniti abbiano una "storia di violenza" e più "etnie miste" rispetto ad altri paesi, affermando inoltre di non credere che gli Stati Uniti siano più violenti di altri paesi. Moore chiede ad Heston se vorrebbe scusarsi per aver guidato le manifestazioni della NRA a Flint, nel Michigan, città natale di Moore, dopo la morte di una bambina di sei anni alla Buell Elementary School, e a Littleton dopo la sparatoria alla Columbine. Heston sostiene di non essere a conoscenza della morte della ragazza né di quanto tempo ci sarebbe voluto prima che si svolgesse la manifestazione, e quando Moore insiste per sapere se avrebbe annullato la manifestazione, rifiuta di rispondere e abbandona l'intervista. Moore lo implora di non andarsene e gli chiede di guardare una foto della ragazza. Heston si gira, ma poi torna indietro andandosene via.

Il film è dedicato alla memoria di tre persone, tutte morte in circostanze legate alle armi da fuoco:

  • John Alberts, sound designer e mixer di gran parte dei lavori di Moore. Inizialmente era stato assunto per il lavoro sonoro nel documentario, ma Alberts si tolse lavita con una pistola nel gennaio 2001.
  • Herbert "Sluggo" Cleaves Jr., il figlio maggiore di due degli amici più cari di Moore. Fu colpito allo stomaco in una sparatoria e morì in ospedale nel febbraio 2001.
  • Laura Wilcox, vittima di violenza armata, rimasta ferita mortalmente nella sparatoria della contea di Nevada del 2001. La sua morte portò all'entrata in vigore della legge Laura in California, che consente il trattamento obbligatorio dei pazienti affetti da disturbi psichiatrici violenti.

Riconoscimenti

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  1. ^ (EN) Awards 2002, su festival-cannes.fr. URL consultato il 7 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2015).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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