Bogoslof

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Isola Bogoslof
Bogoslof Island
Aĝasaaĝux̂
Geografia fisica
LocalizzazioneMare di Bering
Coordinate53°56′09″N 168°02′20″W / 53.935833°N 168.038889°W53.935833; -168.038889
ArcipelagoIsole Aleutine
Superficie0,7 km²
Altitudine massima150 m s.l.m.
Classificazione geologicavulcanica
Geografia politica
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
stato  Alaska
Demografia
Abitantidisabitata
Cartografia
Mappa di localizzazione: Alaska
Isola Bogoslof
Isola Bogoslof

[1]

voci di isole degli Stati Uniti d'America presenti su Wikipedia
Bogoslof
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Stato federatoAlaska
Altezza150 m s.l.m.
CatenaAleutine
Ultima eruzione16 maggio 2017
Ultimo VEI3 (vulcaniana)
Codice VNUM311300

L'isola Bogoslof (in aleutino Aĝasaaĝux̂[2]) è la parte che affiora dalle acque del mare di Bering dello stratovulcano sottomarino omonimo, la cui sommità raggiunge i 150 m. L'isola è disabitata e appartiene all'Alaska (Stati Uniti d'America); si trova 43 km a nord di Umnak[3].

Nel 1909 il Presidente Theodore Roosevelt istituì l'isola Bogoslof, assieme alla vicina isola Fire a riserva naturale per leoni marini e vari tipi di uccelli. Attualmente è parte della riserva Alaska Maritime National Wildlife Refuge[4]. Nel novembre del 1967 è stata definita National Natural Landmark (patrimonio nazionale di interesse paesaggistico) e aggiunta al programma di conservazione dell'ecosistema nazionale (National Wilderness Preservation System[5]) nel 1970.

Il vulcano Bogoslof[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio vulcanico comprende tutta una serie di piccole isole ravvicinate che salgono per circa 1500 metri dal fondo marino del Mar di Bering.

L'isola principale che costituisce il vulcano ha subito numerosi cambiamenti, anche in tempi recenti, sia nella forma che nelle dimensioni: infatti la sua attività a pelo d'acqua rende il vulcano più soggetto ad eruzioni di tipo freatomagmatico e quindi altamente esplosive che, insieme all'erosione del mare, deformano e modificano continuamente l'aspetto dell'isola. Attualmente si presenta a forma di triangolo isoscele, di 0,75x2 km[6].

Nel 1768 era nient'altro che uno scoglio, un semplice pinnacolo basaltico chiamato Ship Rock. Il Capitano Cook l'avvistò nel 1788. Una prima vera descrizione dell'isola è del 1796, quando dopo un'eruzione emerse dal mare, poco a SE, un edificio vulcanico a tre crateri che venne denominato Castle Rock o Old Bogoslof, che cessò l'attività dopo poco tempo. Nel 1883, a 600 m dall'isola principale, un'imponente eruzione formò una nuova isola a forma tabulare denominata "isola Fire" (isola del fuoco)) ma più conosciuta come Nuova Bogoslof, e che oggi rappresenta il limite nord-ovest del complesso. Nel 1907, nell'arco di 10 mesi, si formarono due ripidi coni, Metcalf e McCullock, entrambi spazzati via da violente esplosioni che causarono ingenti piogge di ceneri ad Unalaska - dove s'udirono brontolii lontani - e che risparmiarono dalla distruzione solo Nuova Bogoslof. Nella parte sud-est dell'isola principale vi è una piastra basaltica, probabilmente formatasi con diverse eruzione dal 1926 in poi, e successivamente erosa dall'agente marino[6]. È presente uno specchio di acqua salata nella parte est.

All'eruzione del 1992 si deve la lunga lingua di sabbia nera che percorre attualmente l'isola in senso nord-ovest/sud-est, e la formazione del pinnacolo roccioso alto 150 m che domina l'isola e ne rappresenta la parte più settentrionale.

Nel 2017 il vulcano è tornato in attività con emissioni imponenti di fumi e ceneri fino a quote superiori ai 6000 m e la conseguente attivazione di allerta rossa per la navigazione aerea commerciale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ US Census Bureau, su factfinder.census.gov. URL consultato il 6 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2020).
  2. ^ Bergsland, K Aleut Dictionary Fairbanks: Alaska Native Language Center, 1994
  3. ^ GNIS Feature Detail Report for: Bogoslof Island
  4. ^ Alaska Maritime National Wildlife Refuge Archiviato il 9 dicembre 2004 in Internet Archive.
  5. ^ U.S. National Wilderness Preservation System, su wilderness.net. URL consultato il 28 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2011).
  6. ^ a b Alaska Volcano Observatory Bogoslof description and statistics

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