Birchircara

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Birchircara
consiglio locale
(MT) Birkirkara
Birchircara – Stemma
Birchircara – Bandiera
Birchircara – Veduta
Birchircara – Veduta
Tipico scorcio di Birchircara
Localizzazione
StatoBandiera di Malta Malta
RegioneRegione Centrale
Amministrazione
SindacoJoanne Debono Grech (Partito Laburista)
Data di istituzione30 giugno 1993
Territorio
Coordinate35°54′00.63″N 14°27′36.24″E / 35.900175°N 14.460067°E35.900175; 14.460067 (Birchircara)
Altitudine42 m s.l.m.
Superficie2,7 km²
Abitanti24 356 (2019)
Densità9 020,74 ab./km²
Consigli locali confinantiBalzan, L'Iclin, Lia, Mesida, San Giovanni, Santa Venera, Curmi
Altre informazioni
Cod. postaleBKR
Prefisso+356 21- (telefoni fissi)
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2MT-04
Nome abitantikarkariż (m), karkariża (f), karkariżi (pl.)
Patronosant'Elena, san Giuseppe, Santa Maria del Carmelo e Santa Maria Assunta
Motto"In hoc signo vinces" (in latino: "Con questo segno vincerai")
Cartografia
Birchircara – Localizzazione
Birchircara – Localizzazione
Sito istituzionale

Birchircara[1][2][3][4][5][6] (in maltese Birkirkara[7][8], colloquialmente anche B'Kara[9]) è una città di 24.356 abitanti[10] che si trova nel centro dell'isola di Malta. È stata la città più grande e abitata dell'isola dal Medioevo fino al 2018 (quando è stata superata da Baia di San Paolo[11]) e possiede quattro parrocchie per ciascuno dei santi patroni: Sant'Elena, San Giuseppe, Santa Maria del Carmelo e Santa Maria Assunta. La comunità ebraica di Malta ha la sua sede principale a Birchircara[12] così come la Chiesa cristiana avventista del settimo giorno.[13]

Il motto della città è In hoc signo vinces, che caratterizza lo stemma della città assieme ad una croce rossa in campo bianco con una corona in cima[14].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Birkirkara significa acqua fredda (o acqua che scorre)[15], e deriva molto probabilmente dalla vallata presso cui la città sorge, soggetta a frequenti allagamenti.

I resti archeologici ritrovati sono il segno della presenza di un insediamento fin dalla preistoria. Inoltre furono ritrovate nei pressi della città alcune tombe fenicie e puniche. I resti che testimoniano la presenza romana a Birkirkara sono pochi anche se, nella zona nord-ovest della cittadina, è presente una torre difensiva romana conosciuta come Ta' Ċieda. Nei pressi della torre furono ritrovate anche alcune sepolture di epoca araba.

Probabilmente le origini della città risalgono all'XI secolo, quando gli abitanti erano impiegati in attività agricole, di artigianato e soprattutto nella produzione e nella lavorazione del cotone, che divenne la maggiore industria nelle isole durante il Medioevo. Nei secoli successivi la città visse tutte le vicende delle isole durante il feudalesimo, fino a quando l'arcipelago fu ceduto ai Cavalieri di Malta. In quel periodo Birchircara divenne una delle città più popolate di Malta. Le autorità ecclesiastiche vi stabilirono una delle prime parrocchie delle isole. Nonostante la relativa sicurezza del periodo dei Cavalieri, la città fu devastata da un'incursione del corsaro ottomano Dragut e dal famoso assedio di Malta, avvenuto nel 1565.

Il periodo di prosperità del XVII e XVIII secolo portò a un netto aumento della popolazione e della qualità della vita. Quest'epoca fu caratterizzata da un aumento delle parrocchie, con la costruzione di due importanti chiese: la Chiesa dell'Assunzione e la Basilica Collegiata di Sant'Elena, costruita nel 1727[16].

La gente del paese, guidata dal compatriota Vincenzo Borġ, detto Brared, fu determinante nell'insurrezione contro i francesi che occuparono Malta alla fine del Settecento. Durante la seconda guerra mondiale, Birkirkara fu vittima di pesanti bombardamenti aerei. La città fu un importante rifugio in quel periodo, che ospitò migliaia di profughi dalla zona del porto e inoltre fu il rifugio della maggior parte delle opere d'arte presenti nell'isola nella Old Church della città, tra cui la statua titolare della Chiesa parrocchiale di Senglea, in quanto Senglea fu distrutta interamente. La statua è poi stata riportata nella città originaria nel 1943[17].

Oggi Birchircara è la seconda città più popolosa del Paese[18], ospita due importanti zone industriali, Mriehel e una vicino a San Ġwann, e l'ospedale principale dell'isola. In città ha inoltre sede la Malta Financial Services Authority (MFSA), ente che regola le attività finanziarie dell'intera isola[19].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

La principale festa religiosa è quella di Sant'Elena, celebrata il 18 agosto se cade di domenica o in alternativa la prima domenica successiva. La processione che accompagna la celebrazione è caratterizzata dalle grandi statue lignee create dallo scultore maltese Salvu Psaila, ed è l'unica che si tenga al mattino. La processione lascia la basilica alle 8:00 esatte e ritorna alla stessa alle 10:45, dopo che le statue sono state portate per la via principale della città[16].

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La squadra principale della città è il Birkirkara, vincitore di 4 campionati maltesi e detentore del record di presenze europee di Malta, avendo partecipato per 20 stagioni consecutive a competizioni UEFA fra il 1997 ed il 2017[20]. Il club possiede anche una sezione femminile, laureatasi campione nazionale per 8 volte ed attualmente detentrice del titolo[21].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Zone di Birchircara[modifica | modifica wikitesto]

  • L-Imrieħel
  • Fleur de Lys
  • Is-Swatar
  • Il-Bwieraq
  • Għar il-Ġobon
  • Laqxija
  • Ta' Fuq il-Wied
  • Ħas-Sajjied
  • Tal-Briegex
  • Tal-Maħlut
  • Tal-Qattus
  • Ta' Paris
  • Tas-Salib

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. "Birchircara" nell'enciclopedia Sapere.
  2. ^ Cfr. "Birchircara" in Malta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ 2013, su books.google.it.
  4. ^ 1975, su books.google.be.
  5. ^ 1969, su books.google.be.
  6. ^ 1953, su books.google.be.
  7. ^ Lonely Planet 2010, su books.google.it.
  8. ^ TCI 2007, su books.google.be.
  9. ^ (EN) T. Diacono, Former B’Kara mayor Fenech Adami rapped for public procurement breaches, in MaltaToday, 20 agosto 2016.
  10. ^ (MT) Gazzetta tal-Gvern ta’ Malta (PDF), su gov.mt, Governo di Malta, 3 settembre 2019, p. 22. URL consultato il 4 aprile 2020.
  11. ^ (EN) I. Camilleri, Double-digit growth in population in northern part of Malta, in Times of Malta, 25 ottobre 2018.
  12. ^ The Jewish Community of Malta http://www.jewsofmalta.org/
  13. ^ Seventh-day Adventist Church in Malta Copia archiviata, su adventist.org.mt. URL consultato il 20 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2012).
  14. ^ (EN) Birkirkara, su islandofgozo.org. URL consultato il 5 aprile 2020.
  15. ^ G. Abela, Della descrittione di Malta isola nel mare siciliano con le sue antichità, ed altre notitie, 1647, p. 90. URL consultato il 5 maggio 2020.
  16. ^ a b c (EN) Birkirkara, su malta.com. URL consultato il 5 aprile 2020.
  17. ^ (EN) F. Mangion, Senglea’s statue of Maria Bambina, in Times of Malta, 6 settembre 2015. URL consultato il 5 maggio 2020.
  18. ^ (EN) C. Caruana e I. Camilleri, How Malta's population has soared in a decade, in Times of Malta, 5 settembre 2019.
  19. ^ (EN) About us, su mfsa.mt. URL consultato il 5 aprile 2020.
  20. ^ (EN) UEFA Competitions, su birkirkarafc.com. URL consultato il 5 aprile 2020.
  21. ^ (EN) R. Di Maggio, Malta - List of Women Champions, su rsssf.com. URL consultato il 5 aprile 2020.
  22. ^ (MT) Ġemellaġġi (PDF), su localgovernment.gov.mt. URL consultato il 5 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2022).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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