Bino (cantante)

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Bino
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenerePop[1]
Rock[1]
Periodo di attività musicale1975 – 2010
EtichettaPolydor Records
Carrere
RCA Italiana
Tonora
Pingo Music
Album pubblicati5
Studio5

Bino Arico, all'anagrafe Benedetto Arico (Contessa Entellina, 24 aprile 1953Palermo, 19 ottobre 2010), è stato un cantante italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi e i successi[modifica | modifica wikitesto]

Benedetto Arico nacque in provincia di Palermo il 24 aprile 1954[2], figlio di un impresario edile e di una responsabile immobiliare. Dopo gli studi di architettura, motivo per cui era destinato a lavorare nell'azienda di famiglia[3], nel 1975 si trasferì in Germania. Per un periodo visse a Oldenburg, dove dapprima fu un venditore di gelati e occasionalmente cantante[4].

Nel 1978 arrivò ad Amburgo, luogo dove alcuni produttori decidono di dare una possibilità ad Arico, che prese a farsi chiamare Bino. Nello stesso anno egli registrò la canzone Mama Leone, prodotta da Drafi Deutscher, ma con testo di Arico. La canzone vendette più di venti milioni di copie nel mondo[5], oltre a rimanere nelle classifiche ufficiali del Belgio nella Ultratop, dei Paesi Bassi nella MegaCharts, della Germania nella Media Control Charts e dell'Austria e Svizzera, dove raggiunse la prima posizione[6]. A seguire venne registrata dallo stesso cantante una versione in tedesco[7]. Nel 1997 Bino rivelò di aver dedicato questa canzone a Madre Teresa.

Successivamente al suo primo singolo, di cui uscì anche un album omonimo, nel 1979 pubblicò una seconda canzone dal titolo Bambino sempre per l'etichetta Carrere, che entrò nella classifica austriaca[8].

I successivi sviluppi[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni 1980 e 1990 gestì vari pub a Oldenburg, dove vennero ospitati anche diversi cantanti. In questo periodo, Bino lavorò anche come produttore musicale[4].

Agli inizi degli anni 2000 si trasferì a Mallorca dove aprì un pub nella spiaggia di Camp de Mar[4]. Nel 2003 venne messa in commercio una canzone dal titolo Buona Sera insieme a Drafi Deutscher, che non otterrà successo[9], nonostante l'inserimento in un album di Drafi[10]. A Mallorca registrò il suo ultimo album discografico dal titolo Emozioni per l'etichetta tedesca Pingo Music[11], contenente alcuni successi italiani e una rivisitazione di Mama Leone[12].

Ritornato in seguito nella città natale, morì il 19 ottobre 2010[13].

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Compilation[modifica | modifica wikitesto]

  • 1991 – Mama Leone

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Bino Arico, su allmusic.com. URL consultato il 29 maggio 2018.
  2. ^ (EN) Bino, su bbc.co.uk. URL consultato il 29 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2018).
  3. ^ (EN) Bino, su international-artists.com. URL consultato il 30 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2005).
  4. ^ a b c (DE) Heinz Arndt, Krebs: Sänger Bino stirbt in seiner Heimat, nwzonline.de, 21 ottobre 2010. URL consultato il 30 maggio 2018.
  5. ^ (DE) Otto Waalkes, Kleinhirn an alle: Die große Ottobiografie - Nach einer wahren Geschichte, Heyne, 2018. URL consultato il 30 maggio 2018.
  6. ^ (EN) Mama Leone, su austriancharts.at. URL consultato il 30 maggio 2018.
  7. ^ (DE) Marc Pendzich, Von der Coverversion zum Hit-Recycling, 2004. URL consultato il 30 maggio 2018.
  8. ^ (EN) Bino - Bambino, su hitparade.ch. URL consultato il 30 maggio 2018.
  9. ^ (DE) Mark Pittelkau, Die Stimme von „Mama Leone” ist tot!, bild.de, 20 ottobre 2010. URL consultato il 30 maggio 2018.
  10. ^ (DE) da music holt Drafi Deutscher, mediabiz.de, 17 giugno 2003. URL consultato il 30 maggio 2018.
  11. ^ Melisanda Massei Autunnali, Caruso: Lucio Dalla e Sorrento, il rock e i tenori, Donzelli. URL consultato il 30 maggio 2018.
  12. ^ (DE) Heinz Arndt, Bino: Aus der Kneipe zurück auf Showbühne, nwzonline.de, 3 aprile 2008. URL consultato il 30 maggio 2018.
  13. ^ (DE) Der Mann, der "Mama Leone" huldigte, ist tot, welt.de. URL consultato il 30 maggio 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN294939016 · ISNI (EN0000 0001 3305 5671 · GND (DE134329694 · BNF (FRcb14009075s (data) · WorldCat Identities (ENviaf-294939016