Bianca Jagger

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Bianca Pérez-Mora Macias)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Bianca Jagger

Bianca Jagger, pseudonimo di Bianca Pérez-Mora Macias (Managua, 2 maggio 1945[1][2][3]), è un'attrice, ex modella e attivista nicaraguense naturalizzata britannica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bianca Pérez-Mora Macias (Bianca Jagger dopo il matrimonio) è nata in Nicaragua da una famiglia modesta in cui a lavorare era solo il padre che faceva il mercante. Appena maggiorenne Bianca ricevette una borsa di studio che le consentì di studiare scienze politiche all'Istituto di studi politici di Parigi. Lì è pienamente immersa negli anni della beat generation, tra contestazione giovanile e una sempre crescente vita notturna. Proprio in Francia, nel 1970 Bianca conobbe il frontman dei Rolling Stones Mick Jagger, di cui si innamorò follemente[4] e che sposò meno di un anno dopo, incinta di quattro mesi[5]. Il matrimonio si svolse a Saint Tropez con rito cattolico, ed entrò non solo nella storia della cultura popolare ma anche in quella della moda: per lei Yves Saint Laurent infatti disegnò un tailleur maschile bianco e le immagini della coppia, che lascia la cerimonia a bordo di una macchina, finirono su tutti i tabloid dell'epoca.[6]

Nell'ottobre del 1971 Bianca Jagger partorì una figlia, Jade. La coppia è stata una delle più amate degli anni '70, fascinosi, popolarissimi e sempre outsider, diventano subito icone di stile per intere generazioni e anche per grandi nomi della moda come Yves Saint Laurent, protagonisti di una continua ricerca dell'eccesso e di accostamenti rivoluzionari.[7] Lei e Mick sono presenza fissa del celebre locale Studio 54, in cui fa un iconico ingresso su un cavallo bianco il giorno del suo compleanno; è stata una delle muse di Andy Warhol, di cui era anche intima amica, ed era richiestissima come modella grazie al suo connubio di bellezza esotica e mondanità europea.[8] Tantissime le copertine, la prima è di Vogue UK nel 1974, e partecipa anche in diversi film come attrice. Più volte è entrata nella Best Dressed List grazie al suo stile iconico e unico.

Durante la sua carriera da modella ha lavorato con fotografi del calibro di Cecil Beaton, Richard Avedon e Patrick Lichfield. Totalmente immersa nel mondo della Pop art, circondata da amici artisti e del Jetset, la Jagger ha contribuito alla fama di brand di moda iconici, come ad esempio Fiorucci, che proprio in quegli anni faceva i suoi esordi e si distingueva per le sue creazioni molto simili all'arte del tempo, fatte di stampe, jeans aderentissimi e intarsi a metà tra moda e design, e che grazie a lei e all'amico Warhol ha subito una vera e propria impennata.[9] Divorziò dal marito nel 1978 dopo la scoperta della relazione adulterina di Mick con la modella Jerry Hall[5]. È comparsa nell'episodio "Free Verse" (Versi sciolti) (2x20, 1986) della serie TV cult Miami Vice[senza fonte].

Attivismo e impegno sociale[modifica | modifica wikitesto]

Fin da giovanissima Bianca Jagger si è interessata di problemi sociali e diritti umani; specialmento dopo il divorzio divenne un'attivista per i diritti umani[10]. La Jagger espresse forti prese di posizione in materia di genocidio, di guerra in Iraq, di crimini contro l'umanità, di mutamento climatico, di diritti delle donne, di libertà civili e di pena di morte. Nel 1972 in occasione del terremoto nella sua terra d'origine, il Nicaragua, organizzò un concerto a scopo benefico, il primo organizzato nella storia. La signora Jagger era stata toccata personalmente dalla vicenda: la calamità infatti aveva non solo distrutto la casa di famiglia, ma i suoi genitori erano rimasto dispersi per 5 settimane, ritrovati solo dopo ricerche sfiancanti.[11]

La Jagger è a capo di una fondazione da lei istituita nel 2003, la Bianca Jagger Human Rights Foundation. Dal 2003 è ambasciatrice presso il Consiglio d'Europa[12] ed è inoltre membro del consiglio esecutivo della sede statunitense di Amnesty International[13].

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Corrections by Bianca Jagger" Archiviato il 14 marzo 2011 in Internet Archive. ICorrect, March 9, 2011. Retrieved on September 29, 2011.
  2. ^ A Rock 'n Roll Marriage - Couples, Marriage, Celebrity Love Stories, Bianca Jagger, Mick Jagger : People.com
  3. ^ Milestones, Nov. 12, 1979 - TIME, su time.com. URL consultato il 18 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2010).
  4. ^ Antonella Catena, Bianca e Mick Jagger: Storia di un amore fashion e scandaloso, su Amica, 20 agosto 2020. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  5. ^ a b Vogliamo la favola: Mick e Bianca Jagger, su simonasiri.it, www.simonasiri.it, luglio 2012. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2013).
  6. ^ CHIARA CAPUTO, BIANCA JAGGER, ICONA DAL FASCINO INTRAMONTABILE, su D-art. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  7. ^ Sara Vasapolli, A lezione dalle muse: 10 icone che hanno fatto la storia della moda, su DonnaModerna, 2 novembre 2020. URL consultato il 15 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2021).
  8. ^ Redazione, Bianca Jagger, biografia dell'icona dello Studio 54, su Cosmopolitan, 25 dicembre 2017. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  9. ^ Batrice Manca, Elio Fiorucci, lo stilista pop amato da Andy Warhol e Bianca Jagger, su Fanpage, 3 febbraio 2021. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  10. ^ Bianca Jagger: Kosovo, tomba della nostra morale, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 2 agosto 1998. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  11. ^ Stefano Palumbo, Bianca Jagger, su Il Foglio, 30 novembre 1999. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  12. ^ (EN) Goodwill Ambassadors of the Council of Europe, su wcd.coe.int, Consiglio d'Europa. URL consultato il 10 marzo 2013.
  13. ^ (EN) Bianca Jagger joins Slovene president's Darfur initiative, su nl.newsbank.com, Newslibrary.com. URL consultato il 10 marzo 2013.
  14. ^ (EN) Human Rights Civil Rights Defended, su wrmea.com, Washington Report on Middle East Affairs, 2002. URL consultato il 10 marzo 2013.
  15. ^ (EN) Biography of Bianca Jagger, su coe.int, Consiglio d'Europa, 2010. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2007).
  16. ^ (EN) Biography of Bianca Jagger (PDF), su unep.org, Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2010).
  17. ^ (EN) Bianca Jagger To Address Third World Health Issues, su advance.uconn.edu, Università del Connecticut, 2006. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2012).
  18. ^ (EN) Champion of Justice awards presented to Bianca Jagger and PBS Frontline producer Ofra Bikel, su mchf.org, www.criminaljustice.org, 4 novembre 2000. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2010).
  19. ^ (EN) Bianca Jagger: Jagger's edge [collegamento interrotto], su independent.co.uk, The Independent, 19 aprile 2004. URL consultato il 10 marzo 2013.
  20. ^ (EN) Hall of Fame, su criminaljustice.org, Miami Children’s Hospital Foundation, 2008. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2007).
  21. ^ (EN) Vincitrici del Women's World Awards, su dailymail.co.uk, Daily Mail. URL consultato il 10 marzo 2013.
  22. ^ (EN) Bianca Jagger Receives ‘Right Livelihood Award 2004’, su quaker.org, Quaker Council for European Affairs, 2005. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2010).
  23. ^ (EN) 2006 Annual Dinner Speech: World Citizenship Award to Bianca Jagger, su wagingpeace.org, Nuclear Age Peace Foundation, 14 novembre 2006. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2009).
  24. ^ (EN) SHS (PDF), su simmons.edu, Simmons College, 2008. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2010).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN19891244 · ISNI (EN0000 0000 0299 1689 · LCCN (ENn81075535 · GND (DE1062396278 · BNF (FRcb14189764w (data) · WorldCat Identities (ENviaf-19891244