Battesimo di Cristo (Moroni)

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«Nella cappella privata del Vescovado il Battesimo del Redentore all'Altare è fattura del Moroni, tanto più pregiata, quanto sembra accostarsi alla dolce e graziosa maniera del nostro Palma. Questa Tavoletta essendo grandemente affumicata fu ripulita dal Raggi con dilifenza e amore»

Battesimo di Cristo
AutoreGiovan Battista Moroni
Data1566 circa
Tecnicaolio su tela
Dimensioni214×114 cm
UbicazioneDiocesi di Bergamo, Bergamo

Il battesimo di Cristo è un dipinto a olio au tela realizzato da Giovan Battista Moroni e conservato presso il Museo Adriano Bernareggi in Via Pignolo a Bergamo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto fu realizzato dal Moroni per esser collocato nel Tempietto di Santa Croce che il vescovo Federico Cornaro aveva ristrutturato nel 1561. La piccola aula, aveva la funzione di cappella privata del vescovato e Andrea Pasta, cita la presenza della tela come pala d'altare trovando che vi fossero dei collegamenti pittorici con Jacopo Palma il Vecchio. La tela ebbe un primo restauro probabilmente da Giovanni Raggi[1]. Nel 1561 il tempietto fu ad opera del vescovo di un rinnovamento, risulta del medesimo periodo i dipinti di Giovan Battista Guarinoni, si considera quindi che anche questa tela faceva parte di questo progetto.[2]

Il dipinto fu poi collocato nell'antisala dell'aricivescovado, per essere poi collocato nel museo diocesano Adriano Bernareggi per essere esposto al pubblico.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'artista albinese aveva realizzato un quadro con il medesimo soggetto già negli anni '50 del XVI secolo posto nel centro del polittico di Ranica[4].

I due dipinti hanno molte affinità, sono entrambi centinati, ma in questa tela l'artista occupa più spazio per il paesaggio, sviluppandolo, avvicinando il dipinto al Cristo che porta la Croce. La tipologia, il colore e l'eleganza dell'atteggiamento del Battista portano a considerare che il lavoro, secondo Mina Gregori, nel suo studio del 1979, sia databile intorno al 1566. Il bianco intenso del perizoma di Cristo, in contrasto con il rosso lucido del manto del Battista, sono un forte colpo di luce nella poca luminosità del paesaggio. Un lampo illumina il cielo, dove tra le nuvole compaiono angioletti, indicando la luce di Dio, e la colomba segno dello Spirito Santo. La figura dei due personaggi, perfetta nella sua esecuzione, sembra una danza, un movimento che li unisce creando un momento di intima serenità.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Andrea Pasta, Le pitture noabilidi Bergamo, 1775.
  2. ^ Simone Facchinetti, Moroni Un “ritratto magnifico” e otto opere restaurate, 2015, p. 34-35..
  3. ^ Gregori, p. 236.
  4. ^ Giovan Battista Moroni, su valseriana.eu, sito ufficiale val Seriana val di Scalve. URL consultato il 13 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2018).
  5. ^ Gregori, p.237.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mina Gregori, Giovanni Battista Moroni, I pittori Bergamaschi del XIII al XIX secolo, Il cinquecento, Bergamo, 1979.
  • Mina Gregori, Giovan Battista Moroni, Bergamo, Poligrafiche Bolis, 1979, p. 236-237.
  • Simone Facchinetti, Giovan Battista Moroni: lo sguardo sulla realtà, 1560-1579, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2004.
  • Simone Facchinetti, Moroni Un “ritratto magnifico” e otto opere restaurate, 2015.
  • Gabriele Cavallinii, Ritratto di giovane, in Vittorio Sgarbi (a cura di), Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione da Venezia e Milano, Silvana editore, 2011, pp. 129-126, ISBN 9788836619870.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]