Battaglia di 'Ayn al-Warda

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Battaglia di ʿAyn al-Warda
parte della Fitna islamica
Data6 gennaio 685
LuogoRaʾs ʿAyn, presso la frontiera siro-irachena
CausaVelleitaria risposta kufana al massacro di Kerbelāʾ
EsitoVittoria decisiva omayyade
Modifiche territorialiNessuna
Schieramenti
OmayyadiKufani
Comandanti
al-Ḥuṣayn ibn al-NumayrSulaymān ibn Ṣurad al-Khuzāʿī †
Rifāʿa ibn Shaddād †[1]
Effettivi
20.000 - 40.0004.000
Perdite
Non quantificatepressoché totali
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La battaglia di ʿAyn al-Warda (in arabo ﻣﻌﺮﻛـة ﻋﻴﻦ ﺍﻟﻮﺭﺩة?, Maʿrakat ʿAyn al-Warda, "Fonte della rosa"), è stato uno scontro armato svoltosi il 6 gennaio del 685 tra l'esercito califfale omayyade e un gruppo di abitanti di Kufa che si autodefinirono "Penitenti" (Tawwabūn).

I "Penitenti" erano alidi guidati da Sulaymān ibn Surad, che volevano vendicare la loro vile inazione durante i fatti che condussero allo sterminio nel 680 del nipote del Profeta Maometto, al-Husayn ibn 'Ali a Kerbelāʾ, ucciso dalla cavalleria inviata, su disposizione del Califfo Yazīd I, dal Wali di Kufa, ʿUbayd Allāh b. Ziyād.

Con l'esplodere della Seconda Fitna e il collasso dell'autorità omayyade, a causa dell'estinzione del suo ramo sufyanide fino ad allora governante, Sulaymān ibn Ṣurad cominciò nel 684 a chiamare a raccolta quanti erano ostili al modo di governare omayyade e che riponevano le loro speranze in una guida della Umma da parte dell'Ahl al-Bayt, che si sperava fosse divinamente assistita da Allah.

Malgrado fossero ben 16.000 coloro che risposero positivamente all'appello, solo 4.000 si presentarono in armi a Nukhayla, il suburbio di Kufa. Da lì essi si mossero verso l'Eufrate, puntando sulla Jazira.

A Qarqīsiya, vicino alla frontiera siriana, gli scampati qaysiti della Battaglia di Marj Rahit (684) li soccorsero con rifornimenti e consigli ma rifiutarono di unirsi a loro, per l'evidente improponibilità di uno scontro senza speranze. I Penitenti si approssimarono ad ʿAyn al-Warda (identificata con Raʾs ʿAyn), dove si scontrarono con le forze omayyadi, forti di 20.000 uomini al comando di al-Husayn ibn al-Numayr.

La battaglia durò per tre giorni. Malgrado i Penitenti avessero la meglio nel primo scontro, nei successivi due giorni la netta prevalenza delle forze omayyadi si fece valere sul campo. Infine, Sulaymān b. Ṣurad fu ucciso in combattimento e i Penitenti si arresero, finendo con l'essere però quasi totalmente annichiliti. Rifaʿa b. Shaddād al-ʿAwsaja al-Fityānī esortò i sopravvissuti a mettersi in salvo a Qarqīsiya, e morì anch'egli nella battaglia.

L'esiguo numero di Penitenti scampato all'eccidio si orientò a seguire allora la linea più pragmatica di al-Mukhtār b. Abī ʿUbayd, che aveva inutilmente tentato di evitare fin dall'inizio quella velleitaria azione senza concrete speranze. Quanti si unirono al suo movimento vollero chiamarsi Shīʿat al-Mahdī (La fazione del Mahdi), Shīʿat al-Ḥaqq (La fazione della Verità) o Shīʿat Al Muḥammad (La fazione della Famiglia di Maometto).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ṭabarī, The Victory of the Marwānids, (E. Yarshater ed.), vol. XXI, translated and annoted by Michael Fishbein, Albany, SUNY Press, 1990, p. 21, f. 659.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]