Basilica minore di Santa Maria Assunta (Botticino)

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Basilica minore di Santa Maria Assunta
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàBotticino
Coordinate45°32′23.5″N 10°18′11.45″E / 45.53986°N 10.30318°E45.53986; 10.30318
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria
Diocesi Brescia
Inizio costruzione1699

La basilica minore di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Botticino, in provincia di Brescia. Si trova nel centro di Botticino Sera, poco distante dall'antica chiesa parrocchiale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è un edificio a pianta longitudinale, con navata unica, che venne costruito a partire dal 1699 su iniziativa del parroco don Pietro Morari. Il progetto è attribuibile con molta probabilità a un componente della famiglia Spazzi (forse Bartolomeo). La nuova chiesa venne adornata da nuovi altari marmorei e pale d'altare nei secoli XVII, XVIII, XIX e XX, mentre la definitiva decorazione del presbiterio e della volta si concluse solo nei primi decenni del Novecento. Nel maggio del 2009 alla chiesa parrocchiale è stato conferito il titolo di basilica minore e di santuario diocesano dedicato a Sant'Arcangelo Tadini.

Lista dei parroci[modifica | modifica wikitesto]

dal al nome cognome
1 1811 1857 Antonio Segallini
2 1857 1886 Giacomo Cortesi
3 1887 1912 Arcangelo Tadini
4 1912 1940 Giovanni Ognibene
5 1940 1962 Giovanni Battista Marchiori
6 1962 1992 Luigi Scaroni
7 1992 2003 Gianni Festa
8 2003 2019 Raffaele Licini
9 dal 2019 Dario Pedretti

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è divisa in due dal grande cornicione centrale. Il portale è dominato da una soasa marmorea che racchiude la statua dell'Assunta, opera di pregevole fattura, attribuibile ad Antonio Ferretti scultore del XVIII secolo che operò nel bresciano.[1] Il campanile venne eretto nel Quattrocento e poi sopraelevato all'altezza attuale nel 1822, quando si decise di riutilizzarlo per la nuova parrocchiale.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa è adornato da sculture, quadri, stucchi, affreschi e arredi vari di diverse epoche. I quadri della Via Crucis, di autore ignoto, risalgono al periodo tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. I sette altari marmorei, con la balaustra dell'abside, costituiscono forse il più bell'insieme di opere d'arte che il Settecento bresciano abbia saputo offrirci: gli intarsi e le sculture che li adornano, di rara bellezza e fattura, sono attribuibili anch'essi ambito artistico di Antonio Calegari e Pietro Possenti. La piccola cappella che si trova dopo l'altare di San Giuseppe Calasanzio contiene il fonte battesimale e il tabernacolo marmoreo del XVI secolo proveniente dalla vecchia parrocchiale. La decorazione della chiesa intrapresa ai primi del Novecento ad opera di Gaetano Cresseri (1870-1933) venne interrotta a causa dell'improvvisa morte del pittore nel 1933, che a quel tempo aveva ultimato solo la Trasfigurazione e due degli evangelisti collocati negli angoli della navata San Giovanni e San Matteo. A lui subentrò Giovanni Bevilacqua (1871-1968) che dipinse la grande Ascensione sulla volta della navata, l'Assunzione della Vergine nell'abside e gli evangelisti San Luca e San Marco. L'organo attuale è opera di Cesare Bernasconi di Varese, anno 1896, e consta di due manuali, 30 registri e circa 1500 canne. La sagrestia maggiore, a est dell'abside, è adornata da un bellissimo armadio a muro del tardo settecento. Sulla volta della sagrestia minore, a ovest dell'abside, si trova un affresco settecentesco raffigurante San Pietro in gloria.

Altari[modifica | modifica wikitesto]

Il primo altare, sulla parete est, è dedicato a Sant'Antonio e conserva la pala settecentesca forse di Angelo Paglia o di Cifrondi con Madonna con Sant'Antonio abate, Sant'Antonio di Padova, San Bernardino e San Francesco di Paola.

Il secondo altare è invece dedicato a San Nicola da Tolentino (devozione nata dopo la peste del 1630) e probabile opera scultorea di Antonio Calegari; conserva la pala seicentesca con San Nicola tra i santi Giovanni Battista, Francesco d'Assisi e le anime del purgatorio, probabile opera di Bernardino Gandino.

Sul terzo altare dedicato al SS. Sacramento, e ora detto della Deposizione, è collocata la pala con Le tre Virtù teologali del pittore Giuseppe Tortelli (1662-1738) di Chiari, databile attorno al 1720.

Sul lato opposto, troviamo:

  • l'altare della Madonna del Rosario, che intorno alla nicchia conserva le formelle dei Misteri del Rosario di autore anonimo settecentesco, mentre l'apparato marmoreo con le statue di san Domenico e santa Rosa è quasi sicuramente opera del Calegari o della sua scuola.
  • l'altare di San Carlo Borromeo, con la pala di Grazio Cossali da Orzinuovi datata 1618, proveniente sicuramente dall'altare di San Carlo della vecchia parrocchiale.
  • l'ultimo altare di San Giuseppe Calasanzio, con tela ottocentesca forse opera di Gabriele Rottini. Il tabernacolo marmoreo settecentesco è fiancheggiato da due ordini di balaustre e dalle statue dei santi Faustino e Giovita.

Sul presbiterio troviamo l'altare maggiore opera di scultori del primo settecento: il pregio artistico dell'altare è esaltato dall'utilizzo per gli intarsi della tecnica del commesso marmoreo, all'epoca molto ricercata e costosa.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Inizialmente attribuita ad Antonio Calegari e poi a Pietro Possenti.[senza fonte]
  2. ^ Recentemente il presbiterio è stato adeguato alle norme liturgiche: è stato collocato un nuovo ambone, un nuovo altare e una nuova sede, tutto in marmo di Botticino con fregi in bronzo dello scultore Severino. Inoltre uno degli altari laterali sarà destinato ad accogliere le reliquie del santo Arcangelo Tadini.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]