Bartolomeo da Amelia

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Bartolomeo da Amelia
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Grosseto
 
Natoprima metà del XIII secolo
Nominato vescovo9 aprile 1278 da papa Niccolò III
Deceduto1291
 

Bartolomeo da Amelia (prima metà del XIII secolo1291) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bartolomeo da Amelia fu noto per le sue abilità in ambito diplomatico ed ebbe numerosi incarichi di fiducia e notevole importanza da parte dei pontefici.[1] Membro dell'Ordine dei frati minori, fu inquisitore dal 1260 per la provincia di San Francesco di Foligno, poi per la provincia romana dal 1264 al 1272, e infine a Orvieto, dove riuscì a sradicare una comunità di eretici insieme all'inquisitore Benvenuto di Orvieto.[1]

Fu inviato presso Rodolfo I d'Asburgo per conto di papa Giovanni XXI, in merito ad una controversia sorta con Carlo I d'Angiò.[1]

Venne nominato vescovo di Grosseto il 9 aprile 1278 da papa Niccolò III, il quale si era opposto all'elezione di Bindo di Montorgiali, preposto della cattedrale, effettuata dal capitolo di Grosseto in seguito alla morte del vescovo Azio.[1][2] Fece parte della delegazione pontificia – insieme a Bartolomeo da Siena, Filippo da Perugia e Angelo da Orvieto – inviata a Costantinopoli presso l'imperatore Michele VIII Paleologo per tentare un riavvicinamento tra la Chiesa greca e quella di Roma.[1][2] In assenza del vescovo, ricevettero l'incarico di protettori i conti Ildebrandino il Rosso e Ildebrandino di Santa Fiora della casata degli Aldobrandeschi;[3] nel 1285 fu nominato vicario generale frate Giacomo, o Jacopo, di San Galgano.[2][3]

Sotto il pontificato di papa Niccolò IV, fu vicario urbis dal 27 giugno 1288 e vicario pontificio in Romagna nel 1289.[1] Il 20 maggio 1290 ricevette l'incarico di consegnare una lettera a re Edoardo I d'Inghilterra affinché abrogasse alcune disposizioni circa le libertà ecclesiastiche.[1] Prese parte al concilio di Londra: giunse in ritardo, a lavori già iniziati, ed ebbe da ridire circa alcune decisioni prese in sua assenza, intervenendo contro lo stesso re. Morì poco dopo, intorno al 1291.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Vittorio De Donato, BARTOLOMEO da Amelia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964.
  2. ^ a b c Giovanni Antonio Pecci, Grosseto città vescovile; da Lo Stato di Siena antico e moderno (pt. V, cc. 33-192), trascrizione e cura di Mario De Gregorio e Doriano Mazzini, Società Bibliografica Toscana, 2013, pp. 94-95.
  3. ^ a b Angelo Biondi, Bartolomeo d'Amelia: un francescano illustre vescovo di Grosseto nel XIII secolo, in Ettore Pellegrini (a cura di), Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto. Atti della giornata di studi in occasione della pubblicazione dell'opera di Francesco Anichini, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2017, pp. 115–125.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Grosseto Successore
Azio II 9 aprile 1278 - 1291 Offreduccio