Barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico

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Barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico
Mappa della barriera nel 2017
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Informazioni generali
TipoMuro di confine
Altezza5,48-7,31 m[1]
Costruzione1990[2]-1993[3]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

La barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico, detta anche muro messicano o muro di Tijuana, è una barriera di sicurezza costruita dagli Stati Uniti lungo la frontiera al confine tra USA e Messico. Talvolta in Messico e nei media viene però chiamato muro della vergogna. Il suo obiettivo è quello di impedire agli immigranti illegali di oltrepassare il confine statunitense.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La sua costruzione ha avuto inizio nel 1990 durante la presidenza di George H. W. Bush, quando la polizia di frontiera elaborò allora la strategia detta “prevenzione attraverso la deterrenza”, in base a cui, tra le altre cose, iniziò a costruire recinzioni e ostacoli sul confine, in particolare nell'area di San Diego[4]. Il primo tratto, di 22,5 chilometri, fu completato nel 1993[5]. Nel 1994 durante la presidenza Clinton la barriera fu sviluppata ulteriormente. L'iniziativa più evidente fu quella di aggiungere una presenza fissa di forze di polizia al confine.

La barriera è fatta di lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri, e si snoda per chilometri lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego. Il muro è dotato di illuminazione ad altissima intensità, di una rete di sensori elettronici e di strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente effettuato con veicoli ed elicotteri armati. Altri tratti di barriera si trovano in Arizona, Nuovo Messico e Texas.

La barriera vista da una spiaggia a Tijuana. A sinistra il lato messicano, a destra quello statunitense

Il confine tra Stati Uniti d'America e Messico, lungo 3 169 km, attraversa territori di diversa conformazione, aree urbane e desertiche. La barriera è situata nelle sezioni urbane del confine, ovvero quelle aree che in passato hanno visto il maggior numero di attraversamenti clandestini. Tali aree urbane comprendono San Diego, California, e El Paso, Texas. Il risultato immediato della costruzione della barriera è stato un numero sempre crescente di persone che hanno cercato di varcare illegalmente il confine attraverso il deserto di Sonora o il monte Baboquivari, in Arizona. Questi clandestini hanno dovuto percorrere circa 80 km di territorio inospitale prima di raggiungere la prima strada nella riserva nativo-americana Tohono O'odham.

Arresti e morti[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1994 e il 2007 ci sono stati circa 5 000 decessi di migranti lungo il confine tra Messico e Stati Uniti, secondo un documento redatto dalla Commissione nazionale per i diritti umani del Messico, anch'esso firmato dalla American Civil Liberties Union[6]. Tra le 43 e le 61 persone morirono nel tentativo di attraversare il deserto di Sonora dall'ottobre 2003 al maggio 2004[7]. Nell'ottobre 2004 la pattuglia di frontiera annunciò che 325 persone erano morte attraversando l'intero confine durante i precedenti 12 mesi[8].

Muro di confine tra San Diego (California, USA) a sinistra e Tijuana, Messico, a destra

Tra il 1998 e il 2004 sono ufficialmente morte 1 954 persone lungo il confine Messico-Stati Uniti. Dal 2004, i corpi di 1 086 migranti sono stati recuperati nel deserto dell'Arizona meridionale[9].

Tra il 1º ottobre 2003 ed il 30 aprile 2004 sono state arrestate 660 390 persone dalla polizia di confine statunitense mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine.

L'iter burocratico della risoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 novembre 2005 il parlamentare statunitense repubblicano Duncan Hunter (della California) ha proposto al Senato degli Stati Uniti un piano per rafforzare la barriera di separazione tra i due paesi. La proposta approvata il 15 dicembre 2005 prevede la costruzione di un muro di 1 123 km. Le dimensioni sarebbero paragonabili solo a quelle della Grande muraglia cinese. Infine, il 17 maggio 2006 il Senato ha approvato a maggioranza (83 voti a favore e 16 contrari) l'emendamento che prevede la costruzione di un muro di 595 km di estensione, più 800 km di barriere per impedire il passaggio degli aerei.

La risoluzione 6061 (H.R. 6061), Secure Fence Act, è stata presentata al Congresso il 13 settembre 2006. La proposta è stata approvata dalla Camera dei rappresentanti il 14 settembre 2006 con una votazione di 283 voti a favore e 138 contrari. Il 29 settembre 2006 il Senato ha confermato l'autorizzazione con una votazione di 80 voti a favore e 19 contrari. Tra i democratici che in quell'occasione votarono a favore vi furono anche il futuro candidato alla presidenza e l'allora senatore dell'Illinois Barack Obama[10]. Il 26 ottobre 2006 il presidente George W. Bush ha firmato la H.R. 6061 che era stata votata da ambedue le camere del Congresso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Peter Holley, Trump proposes a border wall. But there already is one, and it gets climbed over, The Washington Post, 2 aprile 2016, link verificato il 20 gennaio 2020: "(...) 18-24 piedi".
  2. ^ (EN) This is how much of the border wall has been built so far, WSYM, 19 gennaio 2019, link verificato il 20 gennaio 2020.
  3. ^ (EN) Chad C. Haddal, et al., Border Security: Barriers Along the U.S International Border, Congressional Research Service, 16 marzo 2009.
  4. ^ (EN) EBSCO, History of Border Walls in the U.S. and Around the World, su ebscohost.com. URL consultato il 2 febbraio 2017.
  5. ^ AGI - Agenzia Giornalistica Italia, Di Battista sbaglia, il muro che Trump vuole completare non l'ha iniziato Clinton, su Agi.it. URL consultato il 27 gennaio 2017.
  6. ^ El Universal de Mexico (Spanish), su eluniversal.com.mx, 9 novembre 2007. URL consultato il 9 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2015).
  7. ^ Border Desert Proves Deadly For Mexicans, su nytimes.com, 23 maggio 2004.
  8. ^ Border deaths of illegal migrants cause concern, su news.google.com.
  9. ^ The Long Graveyard, su newmatilda.com.
  10. ^ H.R. 6061 (109th): Secure Fence Act of 2006 -- Senate Vote #262 -- Sep 29, 2006, su GovTrack.us. URL consultato il 17 novembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tim Marschall, I muri che dividono il mondo, 2018, Garzanti.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]