Bagno di sangue di Stoccolma

Il bagno di sangue di Stoccolma, conosciuto anche come il massacro di Stoccolma (in svedese: Stockholms blodbad; in danese: Det Stockholmske Blodbad), è uno dei fatti culminanti dell'occupazione danese della Svezia. Il massacro è il nome dato ad una serie di fatti accaduti tra il 7 ed il 10 novembre del 1520 da parte delle truppe danesi sotto il comando di Cristiano II.
L'episodio culminante è datato 8 novembre quando circa 100 persone, per la maggior parte nobili e religiosi facenti parte della fazione di Sture, furono giustiziati sebbene il re danese ne avesse promesso l'amnistia.
Con il massacro di Stoccolma e la conseguente insurrezione svedese prendono distanza le due nazioni danese e svedese mettendo fine alla partecipazione svedese all'unione di Kalmar.
Correnti politiche in Svezia[modifica | modifica wikitesto]

Il massacro di Stoccolma fu la conseguenza di un conflitto tra due fazioni politiche i pro-unione, in favore dell'unione di Kalmar anche se dominati dalla Danimarca, e gli anti-unione, che volevano una Svezia indipendente che potesse commerciare senza vincoli nel Baltico, in altre parole il conflitto era tra una parte dell'aristocrazia svedese e chi appoggiava la politica del re Cristiano II. I leader delle due fazioni erano per gli anti-unione Sten Sture il giovane e per i pro-unione l'arcivescovo Gustav Trolle.
Intervento militare di Cristiano II[modifica | modifica wikitesto]

Il re danese aveva già isolato politicamente la Svezia, ed intervenne in aiuto dell'arcivescovo Trolle che si trovava sotto assedio nella sua fortezza di Stäket ma attaccato dalle truppe di Sture a Vedila fu costretto a tornarsene in Danimarca. Ci fu un secondo tentativo, bloccato anche questo a Brännkyka nel 1518, e un terzo che andò a buon fine nel 1520 con l'aiuto di mercenari francesi, tedeschi e scozzesi.
Sture fu ferito mortalmente il 19 gennaio durante la Battaglia di Bogesund. L'esercito danese rimasto senza oppositori si diresse verso Uppsala dove era riunito il Riksdag (il senato svedese). I senatori decisero di rendere omaggio a Cristiano II, a condizione che egli desse come garanzia la piena indennità per i trascorsi passati e che la Svezia avrebbe continuato ad essere regolata dalle leggi svedesi. Il re accordò queste richieste in un documento datato 31 marzo.
Christina Gyllenstierna, vedova di Sture, stava ancora resistendo a Stoccolma tenendo appoggi da tutta la Svezia centrale, sconfisse le truppe danesi a Balundsås il 19 marzo ma fu battuta nella Battaglia di Uppsala il venerdì santo (6 aprile).
In maggio la flotta danese arrivò a Stoccolma attaccando così la città sia da terra che da mare. La resistenza di Cristina durò per ben 4 mesi ma dovette arrendersi il 7 settembre con la garanzia di ricevere un'amnistia. Il primo di novembre i rappresentanti della nazione conferirono al re Cristiano II il diritto di ereditarietà della corona svedese che fino a quel momento era stata elettiva.
Il massacro[modifica | modifica wikitesto]
Il 4 novembre, Cristiano II venne consacrato da Gustavus Trolle nella chiesa Storkyrkan di Stoccolma e pronunciò l'impegno solenne di reggere la Svezia avvalendosi solamente di funzionari svedesi, successivamente si tenne un banchetto che durò 3 giorni.
Il 7 novembre iniziarono i fatti che porteranno al bagno di sangue. Nella serata di quel giorno vennero chiamati da Cristiano II molti leader svedesi per una riunione improvvisa a palazzo.
Al crepuscolo dell'8 novembre soldati danesi, con lanterne e torce, irruppero nel salone e portarono via alcune persone. Più tardi, in serata, il resto degli ospiti del sovrano fu incarcerato. Tutte queste persone figuravano in una lista redatta dall'arcivescovo Trolle, una vera e propria lista di proscrizione.
Il giorno seguente (9 novembre), un'assemblea capeggiata dall'arcivescovo sentenziò la condanna a morte con l'accusa di eresia. Alla mezzanotte i vescovi anti-unionisti di Skara e Strängnäs furono decapitati nella piazza principale. Quattordici nobili, tre borgomastri, quattordici consiglieri cittadini ed almeno altri venti comuni cittadini di Stoccolma furono annegati o decapitati. Le esecuzioni proseguirono per tutto il giorno seguente (10 novembre) per un totale di 82 persone[1].
Si dice persino che il sovrano si sarebbe preso la rivincita anche sul corpo di Sture, avendolo fatto riesumare e bruciare. La vedova di Sture e altre nobildonne svedesi furono inviate in Danimarca come prigioniere.
La giustificazione che Cristiano II diede al popolo svedese fu dichiarare che, onde evitare una interdizione papale, era stato costretto a fare ciò che aveva fatto, anche se quando chiese al Papa il perdono per la decapitazione dei vescovi disse che l'evento era accaduto a causa dell'impulsività delle sue truppe in quel momento[2]
Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]
Il bagno di sangue di Stoccolma è il tema della novella storica del 1948 dell'autore finlandese Mika Waltari con il titolo Mikael Karvajalka, raccontando appunto i fatti dagli occhi di un giovane finlandese che si trova a Stoccolma in quei momenti. Viene descritto anche nella novella del 1901 Kongens Fald (la caduta del re.ndr) di Johannes V. Jensen e votata come novella del XX secolo dai lettori danesi del maggior periodico di cultura.
Note[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Bagno di sangue di Stoccolma, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- The Stockholm Bloodbath— 7 November 1520, su members.tripod.com.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2006003539 · J9U (EN, HE) 987007554207405171 |
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