Badia di San Salvatore (Vaiano)
Badia di San Salvatore | |
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Badia di San Salvatore, veduta esterna | |
Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Vaiano |
Religione | Cattolica |
Titolare | Gesù Salvatore |
Ordine | Ex Monastero Vallombrosano. Soppresso da Napoleone nel 1808 |
Diocesi | Prato |
Consacrazione | 1200 |
Fondatore | Ordine di San Benedetto |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio costruzione | 990-1000 |
Coordinate: 43°58′12.68″N 11°07′29.45″E / 43.970189°N 11.124848°E
La badia di San Salvatore si trova nel comune di Vaiano, in provincia di Prato.
Indice
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa, di origine longobarda, faceva parte di un potente monastero, eretto nel IX-X secolo dai benedettini cassinesi e ricostruito nell'XI-XII secolo, probabilmente dopo il passaggio alla Congregazione vallombrosana (1075 circa). L'abbazia esercitò un'azione considerevole sul territorio: gestì alcuni Spedali per poveri e viandanti (uno vicino alla porta superiore del borgo), ebbe il controllo delle acque, mantenne la viabilità, sviluppò agricoltura e silvicoltura nei suoi vasti possedimenti, ebbe il patronato delle chiese di Schignano, Migliana, Cantagallo, e della pieve di Usella.
La badia fu ampliata (chiostro e ambienti circostanti) fra il XV e il XVI secolo, mentre la chiesa venne ristrutturata a fine Cinquecento. Nel 1808 il monastero fu soppresso e tutti i suoi beni venduti; la chiesa divenne parrocchia, subendo un radicale ripristino (su progetto di A. Colzi) conclusosi nel 1930. Dal 25 Febbraio 1924 con un decreto del Vescovo di Pistoia e Prato, monsignor Gabriele Vettori, la Parrocchia di Vaiano è elevata alla dignità di Propositura. Dal 1992 all'interno dell'area dell'ex complesso monastico è presente un piccolo museo di arte sacra che raccoglie alcuni reperti delle campagne di scavo e di studio effettuate negli anni nel complesso monastico vaianese. All'interno del museo Agnolo Firenzuola è presente anche un percorso che racconta la storia e la vita che si è andata a creare attorno al complesso monastico della Valle del Bisenzio.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
La facciata basilicale della chiesa, in alberese, ha portale e bifora bicromi rifatti nel XX secolo. La facciata è stata pesantemente modificata nel 1920, con la rimozione del portico quattrocentesco. La lunetta presente sulla facciata è stata realizzata dall'artista pratese Leonetto Tintori.
Interno della chiesa[modifica | modifica wikitesto]
L'interno è a tre navate, coperte da capriate e separate da pilastri a sezione quadrangolare; il presbiterio è rialzato da tre scalinate, su una cripta (assai rimaneggiata, conserva l'abside centrale e una copertura su colonne, di ripristino).
L'interno della chiesa, benché rimaneggiato, conserva richiami al romanico benedettino nella distribuzione planimetrica; le tre navate, con pareti intonacate, sono divise da archi a pieno centro su pilastri irregolari.
Due degli altari laterali, del primo Settecento, ospitano notevoli dipinti: a sinistra la Vergine col Bambino e san Francesco di Orazio Fidani, e all'opposto la Madonna col Bambino e santi (1586) di Giovanni Maria Butteri, autore anche della pala sulla parete destra del presbiterio, col Crocifisso (1580; sul fondo è una veduta della badia). Dietro l'altare maggiore e il ciborio neoromanici si conserva il coro ligneo con badalone in noce (1695).
La sacrestia, collegata alla chiesa, conserva l'unitaria veste assunta coi lavori del 1735-1738, con lavabo, imponente bancone, pancali e un altare con una tela, Santa Gertrude, di Ignazio Hugford.
Il campanile[modifica | modifica wikitesto]
Dalla zona posteriore della chiesa, molto rimaneggiata, emerge la slanciata mole del campanile a torre (alto 40 metri), costruito intorno al 1260, importante esempio di romanico pratese. Il coronamento merlato in aggetto coperto in legno, del tardo Trecento, è munito di caditoie difensive.
Il monastero[modifica | modifica wikitesto]
A destra della chiesa si sviluppa l'antica abbazia, con semplice prospetto, articolata intorno al chiostro rinascimentale a doppio ordine, di gusto michelozziano: fu costruito intorno al 1460–1470, forse mentre era abate Carlo di Cosimo de' Medici.
Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Fonte: scheda nel sito della diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).
- Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 130406116 · LCCN (EN) n2007041817 · WorldCat Identities (EN) n2007-041817 |
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