Attentato della stazione di Binyamina

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Attentato della stazione Binyamina
attentato
Tipoattacco suicida
Data16 luglio 2001
LuogoBinyamina, distretto di Haifa, Israele
StatoBandiera d'Israele Israele
Coordinate32°30′50.02″N 34°56′59.16″E / 32.513894°N 34.949767°E32.513894; 34.949767
Responsabiliil gruppo "Guerra Santa Islamica" rivendicò la responsabilità per l'attacco[1]
Conseguenze
Morti2 soldati delle forze di difesa israeliane e un attentatore suicida
Feriti11 civili

L'attentato della stazione di Binyamina fu un attentato suicida palestinese avvenuto vicino alla stazione ferroviaria di Binyamina nella città di Binyamina-Giv'at Ada, in Israele, il 16 luglio 2001.

Il gruppo "Guerra Santa Islamica" rivendicò la responsabilità per l'attacco.[2]

L'attacco[modifica | modifica wikitesto]

L'attentatore suicida era il ventenne Nidal Shaduf, di un villaggio vicino a Jenin. Dopo essersi infiltrato in Israele, entrò a Binyamina. Venne teorizzato che avesse intenzione di farsi saltare in aria all'interno della stazione ferroviaria affollata, ma che avrebbe scoperto che non poteva entrare a causa della forte presenza della polizia e delle rigorose misure di sicurezza. Di conseguenza, si fece esplodere alla fermata dell'autobus di alcuni soldati vicino alla stazione ferroviaria, aspettando che iniziasse a riempirsi di gente prima di esplodere.

L'attentatore suicida si fece esplodere alle 19:35. Due soldati delle forze di difesa israeliane (IDF) furono uccisi e 11 persone rimasero ferite, due delle quali gravemente.[3]

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Le forze di sicurezza israeliane bloccarono immediatamente tutto il traffico ferroviario tra Tel Aviv e Haifa. La polizia israeliana allestì un rastrellamento per catturare un veicolo che era stato visto far scendere il bombardiere, utilizzando auto di pattuglia, forze speciali ed elicotteri, ma senza successo. Diversi palestinesi presenti illegalmente in Israele furono arrestati nell'area e presi in custodia.

L'IDF rispose attaccando, principalmente con il fuoco di carri armati, le installazioni di sicurezza dell'Autorità Palestinese e le posizioni della Forza 17.[6] Elicotteri israeliani colpirono anche una casa a Betlemme appartenente a militanti di Fatah, uccidendone 4.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suicide Bomber Kills 2 Israeli Soldiers; 3rd Is Badly Wounded - New York Times, su nytimes.com.
  2. ^ (EN) Joel Greenberg, Suicide Bomber Kills 2 Israeli Soldiers; 3rd Is Badly Wounded, in The New York Times, 17 luglio 2001. URL consultato il 18 aprile 2021.
  3. ^ (EN) Barry Rubin e Judith Colp Rubin, Chronologies of Modern Terrorism, Routledge, 28 gennaio 2015, ISBN 978-1-317-47465-4. URL consultato il 18 aprile 2021.
  4. ^ נזכור את כולם, su web.archive.org, 11 agosto 2014. URL consultato il 18 aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2014).
  5. ^ (HE) "אין לי מה לחפש כאן יותר", in Ynet. URL consultato il 18 aprile 2021.
  6. ^ (EN) Israeli missile attack threatens fresh violence, su the Guardian, 18 luglio 2001. URL consultato il 18 aprile 2021.
  7. ^ (EN) Israeli air raid kills four 'militants', 17 luglio 2001. URL consultato il 18 aprile 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]