Attentati di Ankara del 10 ottobre 2015
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Attentati di Ankara del 10 ottobre 2015 | |
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La stazione di Ankara, luogo dell'attentato. | |
Tipo | |
Data | 10 ottobre 2015 10:04 (UTC+3) |
Luogo | Ankara |
Stato | ![]() |
Coordinate | 39°56′11.04″N 32°50′37.68″E / 39.9364°N 32.8438°E |
Conseguenze | |
Morti | 103 |
Feriti | 246 |
Gli attentati di Ankara del 10 ottobre 2015 sono stati una serie di attentati terroristici compiuti da terroristi affiliati all'autoproclamato Stato Islamico e sono considerati i più sanguinosi mai avvenuti nella storia della Turchia.
L'attacco[modifica | modifica wikitesto]
La mattina di sabato 10 ottobre, alle 10:04, due kamikaze, vicini all'Isis, si sono fatti saltare in aria nella piazza centrale di Ankara, antistante la stazione, dove si stava tenendo un corteo per la pace con i curdi, in opposizione alle politiche del presidente Tayyip Erdogan. Il bilancio finale dell'attacco è di 103 morti e oltre 245 feriti. L'attacco, ha provocato un'ondata di indignazione nel paese: quel giorno numerose manifestazioni si svolsero a Istanbul, con oltre 10mila partecipanti, accusando il governo di Erdogan di aver partecipato alla progettazione della strage e invitando il presidente alle dimissioni; a Diyarbakır, i manifestanti vennero dispersi dalla polizia con l'utilizzo degli idranti. Altre manifestazioni si tennero a Smirne e Batman (Turchia).
Altri attentati in Turchia[modifica | modifica wikitesto]
L'attentato segue le stragi di Diyarbakır, che nel giugno 2015 costarono la vita a 4 persone che partecipavano a una manifestazione filocurda, e di Suruç, che nell'agosto dello stesso anno fece 33 vittime e oltre 100 feriti. L'attentato è stato condotto da una militante dell'ISIS.
La scia di sangue in Turchia proseguì con l'attentato del 12 gennaio 2016 a Istanbul, che provocó 10 morti e 15 feriti e con l'attentato del 17 febbraio 2016 ad Ankara, quando un'autobomba esplose contro tre convogli militari, causando 28 vittime e 61 feriti in pieno centro. L'attentato venne rivendicato dal PKK curdo.
Il 13 marzo 2016, nello stesso quartiere dove i convogli militari furono attaccati il mese precedente, ad Ankara, un kamikaze si fece saltare in aria contro una stazione degli autobus in pieno centro e davanti a un parco, provocando 32 morti e 125 feriti. L'attentato venne rivendicato dal PKK curdo.
Il 19 marzo 2016 un kamikaze si fece esplodere a Istanbul nella centralissima Via Istiklal, contro turisti israeliani e americani, provocando 5 morti e 36 feriti. I sospetti condussero all'ISIS.
Il 7 giugno 2016 un'autobomba esplode a Istanbul vicino a una stazione di un autobus contro un'auto della polizia, provocando 12 morti e 42 feriti. L'attentato è stato rivendicato dal PKK curdo.
L'11 dicembre 2016, per la prima volta dopo il fallito golpe di luglio, Istanbul è vittima di un nuovo attentato. Un'autobomba esplode alle 22:28 locali davanti alla Vodafone Arena, Stadio del Besiktas. Contemporaneamente, un kamikaze si fa esplodere davanti a Macka Park. Il bilancio finale degli attacchi è di 38 morti e 166 feriti. I sospetti si concentrano sul PKK curdo.
Dal luglio del 2015 la Turchia é oggetto di numerosi attacchi, a seguito della rottura del patto tra PKK e Ankara che aveva assicurato un periodo di tranquillitá per la nazione dal 2011. Inoltre, il paese è diventato anche bersaglio dei miliziani dell'ISIS, autori degli attentati a Suruc dell'agosto 2015, ad Ankara del 10 ottobre 2015 ,e a Istanbul del 12 gennaio 2016 e del 19 marzo dello stesso anno. Il sud-est turco è spesso bersaglio di attacchi contro soldati e poliziotti per mano dei miliziani curdi del PKK e del TAK.
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