Assedio di Medina

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Assedio di Medina
parte della rivolta araba del teatro mediorientale della prima guerra mondiale
Data10 giugno 1916 - 10 gennaio 1919
LuogoMedina (Impero ottomano)
EsitoResa di Fakhreddin Pascià e fine dell'assedio
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
3000 (1916)
11000 (1918)
30000 (1916)
50000 (1918)
Perdite
8000 evacuati in EgittoSconosciute ma pesanti
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L'assedio di Medina, durante la prima guerra mondiale, fu il tentativo di Faysal, figlio dello Sharif della Mecca al-Husayn ibn Ali, di conquistare la città, difesa da Fakhreddin Pascià.

Fakhreddin Pascià

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Il 2 agosto 1914 la Germania e l'Impero ottomano stipularono un trattato d'alleanza che determinò l'entrata in guerra dei turchi al fianco degli imperi centrali.[1]

I britannici, temendo per l'incolumità dei pozzi petroliferi nel sud della Persia e del canale di Suez, incaricarono Thomas Edward Lawrence, noto poi come Lawrence d'Arabia, perché istigasse gli arabi affinché si ribellassero contro gli ottomani, iniziando una rivolta in Hejaz.[2] La rivolta araba iniziò circa l'8 giugno 1916 (la data è tuttora fonte di dibattito), quando Faysal e Abd Allah presero il controllo delle forze arabe, coordinate a quelle britanniche comandate da Lawrence. Fakhreddin Pascià si spostò il 23 maggio 1916 a Medina, per ordine di Cemal Pascià, e fu nominato comandante della forza di spedizione in Hejaz, incaricato di difendere Medina e la ferrovia del Hejaz.

La ferrovia del Hejaz, vitale durante l'assedio

L'assedio[modifica | modifica wikitesto]

Fakhreddin affermò di aver avuto una visione del Profeta che gli aveva ordinato di non arrendersi, quindi incitò i suoi soldati a tenere la città fino alla morte. Le guarnigioni turche che difendevano la ferrovia si opposero con successo ai sabotaggi dei ribelli di Lawrence, assicurando il contatto con Medina e l'approvvigionamento di viveri, nonostante i numerosi sabotaggi subiti dalla ferrovia per mezzo di esplosivi.

Il 30 ottobre 1918 la Turchia si arrese all'Intesa e fu ordinato a Fakhreddin di arrendersi ai britannici; ma lui rifiutò anche di fronte all'ordine diretto di Enver, ministro della guerra.

Il 10 gennaio 1919 Fakhreddin alla fine si arrese con i circa 10000 soldati di stanza a Medina. Per il suo coraggio si guadagnò l'appellativo di leone di Medina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La grande guerra nel Medio Oriente. La caduta degli Ottomani (1914-1920) - Giunti Editore. URL consultato il 17 aprile 2019.
  2. ^ Libro La grande guerra nel Medio Oriente. La caduta degli Ottomani (1914-1920) di Eugene Rogan, su giuntialpunto.it. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2020).

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