Ascanio Vittozzi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Ascanio Vitozzi)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Piazza Castello a Torino

Ascanio Vittozzi o Ascanio di Vitozzi, o Ascanio Baschi di Vitozzo (talvolta, anche Baschi di Vittozzi) (1539Torino, 23 ottobre 1615) è stato un architetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Orvieto o dintorni (probabilmente nel castello di Sermugnano di cui il padre era il signore, o Bolsena o Baschi), era figlio naturale di Ercole, dei signori di Montevitozzo o Vitozzo, un ramo della famiglia dei Baschi[1], seguì da giovane la carriera delle armi, arruolandosi nell'esercito pontificio e combattendo, nel 1571, nella Battaglia di Lepanto, quindi a Tunisi ed in Portogallo, sempre a seguito della Lega Santa.

Al seguito delle forze armate, venne elevato architetto militare, disegnando fortificazioni alla moderna, che lo fecero notare alla corte di Emanuele Filiberto di Savoia, soprannominato il "Duca Testa di Ferro". Giunto nella capitale di quest'ultimo, Torino, allora in fermento rinnovativo, specie sotto il ducato del successore, Carlo Emanuele I, detto "il Grande", Vittozzi si dedicò non solo alle opere difensive, ma anche all'architettura civile, disegnando piazze, vie ed edifici e diventando il fautore del primo barocco piemontese.

È al Vittozzi che rimane legato lo sviluppo edilizio di Torino perché gli fu dato l'incarico della planimetria di tutto il quartiere centrale di Torino, da Piazza Castello, che egli disegnò con i primi portici, a Via Nuova (attuale Via Roma).[2]

È sepolto nella sagrestia della chiesa della Santissima Trinità, a Torino, nella centrale via Garibaldi.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Santuario di Vicoforte

Molte sono le opere ancora visibili del Vittozzi, in particolare a Torino, ove si ricordano:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles Bertier De Sauvigny, Genealogia del casato dei Baschi, Spoleto, Del Gallo Editore, 2002.
  2. ^ L'arte del Seicento e del Settecento in Piemonte di Andreina Griseri

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN312539858 · ISNI (EN0000 0000 6634 7868 · BAV 495/106421 · CERL cnp00538852 · ULAN (EN500031803 · LCCN (ENno2004056080 · GND (DE118805509 · J9U (ENHE987007437733905171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004056080
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie