Artemio Ricarte

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Artemio Ricarte
SoprannomeVíbora (Vipera)
NascitaBatac, 20 ottobre 1866
MorteKalinga, 31 luglio 1945
Luogo di sepolturaLibingan ng mga Bayani, Taguig
Dati militari
Paese servito Prima Repubblica filippina
Repubblica di Biak-na-Bato
Forza armata Armata Rivoluzionaria Filippina
Anni di servizio1896 - 1900
GradoGenerale d'armata
GuerreRivoluzione filippina
Guerra filippino-americana
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Artemio Ricarte y García (Batac, 20 ottobre 1866Kalinga, 31 luglio 1945) è stato un rivoluzionario e generale filippino durante la rivoluzione filippina e la guerra filippino-americana.

Noto come il "padre dell'Armata Filippina", fu il primo Capo delle Forze Armate delle Filippine, dal 22 marzo 1897 al 22 gennaio 1899.[1] Dopo la sconfitta delle Filippine nella guerra filippino-americana, egli non riconobbe mai le autorità statunitensi, le quali occuparono le Filippine dal 1898 al 1946.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo lo scoppio della rivoluzione filippina il 31 agosto 1896, Ricarte guidò i rivoluzionari nell'attacco contro una caserma spagnola a San Francisco de Malabon. Dopo essersi sbarazzato delle truppe straniere, prese le guardie civili come prigionieri. Il 22 marzo 1897, durante la Convenzione di Tejeros, Ricarde fu eletto unanimemente capitano-generale. Fu inoltre promosso a brigadier generale delle truppe di Emilio Aguinaldo.[2] Tuttavia, nella battaglia di Pasong Santol Bonifacio gli ordinò di guidare le truppe del Magdiwang e di intercettare i rinforzi delle forze del Magdalo, diretti a Pasong Santol. Ciò limitò il numero di forze dell'armata di Crispulo Aguinaldo e consentì la vittoria spagnola nella battaglia.

Guidò i suoi uomini nelle battaglie di Cavite, Laguna e Batangas. Più tardi Aguinaldo gli chiese di rimanere a Biak-na-Bato, San Miguel, per visionare la resa incondizionata accordata tra il governo spagnolo e le forze del generalissimo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Brief History", su afp.mil.ph. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2013).
  2. ^ Agoncillo, 1990, pp. 177-178.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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