Artas (Palestina)

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Artas
comune
Artas – Veduta
Artas – Veduta
Il convento dell'Hortus Conclusus ad Artas.
Localizzazione
StatoBandiera della Palestina Palestina
RegioneCisgiordania
GovernatoratoBetlemme
Territorio
Coordinate31°41′21″N 35°11′10″E / 31.689167°N 35.186111°E31.689167; 35.186111 (Artas)
Altitudine708 m s.l.m.
Superficie4,3 km²
Abitanti3 663 (2007)
Densità851,86 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Stato di Palestina
Artas
Artas

Artas (in arabo أرطاس?, Arṭās) è un villaggio palestinese della Cisgiordania che conta, nell'ultimo censimento del 2007, 3.663 abitanti[1], su un'area di 4,304 km² di superficie. Suo sindaco è Hamdi Aish[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Collocata a circa 4 km a SO di Betlemme, Artas è un sito archeologico d'una certa importanza, dal momento che vi sono testimoniate tracce risalenti a comunità umane dell'Età del Ferro. Fino al XIX secolo gli abitanti di Artas erano responsabili della cura dei Pozzi di Salomone, un sistema idrico che consentiva di portare acqua a Betlemme, a Herodium e al Monte del Tempio o Haram al-Sharif di Gerusalemme. Il villaggio aveva una tradizione di grande ospitalità nei confronti degli studenti stranieri e locali, non pochi dei quali erano donne.[3],[4]

Distribuzione di lattuga nel 2006 nell'ambito dell'annuale Festival della lattuga di Artas
Donne di Artas che cuociono il tipico pane, altrove chiamato marquq

Attività missionaria cristiana[modifica | modifica wikitesto]

A metà del XIX secolo, James Finn, il console britannico di Gerusalemme (1846-1863),[5] e sua moglie Elisabeth Ann Finn, acquistarono terreno ad Artas per costruirvi una fattoria sperimentale dove essi programmavano di far lavorare ebrei di condizione economica assai povera della Vecchia Città di Gerusalemme. Johann Grossteinbeck (nonno dello scrittore John Steinbeck) e suo fratello Friedrich, s'insediarono colà sotto la guida di John Meshullam, un ebreo convertito e componente di una organizzazione missionaria anglicana.[6] Anche Clorinda S. Minor visse ad Artas nel 1851 e nel 1853.

Negli anni Settanta del XIX secolo, il Palestine Exploration Fund e Claude Conder visitarono il villaggio e notarono che era "un piccolo villaggio appollaiato sotto una collina ... con una buona fonte dietro ad esso da cui partiva un acquedotto che si dirigeva verso il Jebel Furedis[7]... resti di uno specchio d'acqua chiamato "Humman Suleyman".[8]

Missionari stranieri e studiosi locale e forestieri continuarono a giungere ad Artas. Uno studioso tra i più noti fu l'antropologa finlandese di lingua svedese Hilma Granqvist che giunse ad Artas negli anni venti del XX secolo per condurvi ricerche sulle donne nell'Antico Testamento. Ella "per cercarvi gli antenati ebraici dei personaggi delle Sacre Scritture. Ciò che ella invece rintracciò fu un popolo palestinese con una distinta cultura e un distinto modo di vivere. Cambiò allora l'oggetto della sua ricerca per condurre a termine una piena indagine sui costumi, le abitudini e il modo di pensare della popolazione di quel villaggio. La Granqvist vi restò fino al 1931, documentando ogni aspetto della vita del villaggio. Così facendo ella scattò centinaia di fotografie".[9] I suoi numerosi libri su Artas furono pubblicati tra il 1931 e il 1965, rendendo Artas uno dei villaggi palestinesi meglio documentati.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Artas e l'area circostante sono caratterizzate da una diversità paesaggistica, di flora e di fauna, dovute alla sua collocazione in un crocevia di diversi ecosistemi.[10]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Proprio al di là della valle confinante col villaggio si trova il Convento dell'Hortus Conclusus.[11] Il Centro del folklore di Artas è stato istituito nel 1993 da Musa Sanad[12] per documentare, conservare a divulgare il ricco retaggio del villaggio. Il villaggio ha un piccolo museo del folklore, una dabka e una troupe teatrale. Il Festival della Lattuga di Artas è stato un evento annuale fin dal 1994. Artas è meta popolare per turisti provenienti da Betlemme che vogliono godere della vita tradizionale palestinese e per gruppi interessati all'ecoturismo.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 2007 PCBS Census Palestinian Central Bureau of Statistics, p. 118.
  2. ^ Nablus Guide: Municipalities Archiviato il 21 febbraio 2007 in Internet Archive. Nablus Municipality
  3. ^ http://www.palestine-family.net/index.php?nav=5-206&cid=494&did=4794&pageflip=1 Un secolo e mezzo di incontri femminili ad Artas
  4. ^ http://www.palestine-family.net/index.php?nav=223-222&cid=534&did=1040&pageflip=1 Recommended Reading and Selected Bibliography of Artas
  5. ^ https://links.jstor.org/sici?sici=0006-0895(198509)48%3A3%3C181%3AEAF%3E2.0.CO%3B2-W
  6. ^ Mountain of Despair, Haaretz
  7. ^ Ossia "Monte del paradiso".
  8. ^ C. Conder and H. Kitchener, The Survey of Western Palestine, Memoirs, Vol. III, Judae, p. 27 'Urtas'.
  9. ^ Other Palestines Archiviato il 20 agosto 2007 in Internet Archive. 24 - 30 May 2001 Al-Ahram Weekly Online
  10. ^ Artas Valley[collegamento interrotto]
  11. ^ http://www.bethlehem.ps/religious_sites/sites/hortus.php[collegamento interrotto] Hortus Conclusus (the Sealed Gardens)
  12. ^ Copia archiviata, su thisweekinpalestine.com. URL consultato il 19 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2011).
  13. ^ Welcome To Bethlehem.ps, su bethlehem.ps. URL consultato il 19 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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