Arrigo Minerbi

Arrigo Minerbi (Ferrara, 10 febbraio 1881 – Padova, 9 maggio 1960) è stato uno scultore italiano.

La Vittoria del Piave, 1921
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano


Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato da famiglia ebraica, frequentò un corso d'Arti e Mestieri a Ferrara presso la scuola Dosso Dossi. Dopo aver lavorato come ceramista, decoratore, formatore e stuccatore a Ferrara, a Firenze (dove si perfezionò presso l'Accademia di belle arti) e a Genova (di questo periodo sono da ricordare un gigantesco Nettuno in ferro e cemento del 1910 a Monterosso al Mare ed alcune fontane a Genova), si trasferì, ormai trentacinquenne a Milano dove, nel 1919, si rivelò alla critica ed al pubblico con una mostra personale alla Galleria Pesaro.
Dopo la mostra milanese, il successo si rinnovò nel 1920 alla Regionale di Ferrara, nel 1921 nuovamente a Milano, nel 1922 alla Primaverile Fiorentina e poi, da invitato, alla Biennale di Venezia dove espose L'Ultima Cena (o Cenacolo), gruppo in argento a grandezza naturale, oggi collocato nella cattedrale di Oslo.
Il 14 giugno 1925 fu inaugurato nel Parco delle Rimembranze a Bondeno, La Madre, il monumento ai caduti della prima guerra mondiale per il quale fu poi insignito della cittadinanza onoraria del comune. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali, l'onorificenza gli fu revocata e nuovamente riconosciuta solo nel 2004 dal sindaco Davide Verri grazie alla segnalazione di 2 studenti scout di Bondeno, Massimiliano Scaringella e Francesco Nicoli.
Artista prediletto di Gabriele D'Annunzio, che l'ebbe amico e di cui realizzò nel 1938 la maschera mortuaria in marmo, per lui realizzò il ritratto della madre Luisa (oltre al monumento funebre collocato nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara) ed il busto di Eleonora Duse entrambi esposti al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Sempre al Vittoriale si trova una fusione in bronzo della Vittoria del Piave, donata nel 1935 a D'Annunzio. Di quest'opera si conoscono altre copie precedenti, una del 1923, destinata al Monumento ai caduti di Cuggiono (Milano) e un'altra del 1924 per la Torre della Vittoria a Ferrara[1].
Nel 1937 gli fu commissionata dall'arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster la prima, da sinistra, delle cinque porte bronzee del duomo di Milano (sul tema de L'editto di Costantino). La porta fu completata solo nel 1948 poiché lo scultore venne costretto a nascondersi a Gavazzana, in provincia di Alessandria, nella casa paterna di don Carlo Sterpi, poi divenuta museo, e a Roma nel collegio orionino San Filippo Neri, per sottrarsi alle conseguenze delle leggi razziali fasciste.[2]
Morì a Padova il 9 maggio 1960.
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Statua di Nettuno o del Gigante (1910 a Monterosso al Mare)
- Autoritratto (1914, bronzo, Galleria dell'Autoritratto a Firenze; marmo, Galleria d'Arte Moderna a Ferrara)
- Il Soldato (busto di Cesare Battisti, 1917, Fondazione Museo Storico del Trentino a Trento)
- L'Apostolo (busto di Cesare Battisti, 1917, Fondazione Museo Storico del Trentino a Trento)
- Il Martire (busto di Cesare Battisti, 1917, Fondazione Museo Storico del Trentino a Trento)
- La Vittoria del Piave (1920, quattro esemplari in bronzo: Monumento ai Caduti di Cuggiono; Torre della Vittoria a Ferrara; Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera; fusione in bronzo donata da Guido Ucelli, e versione in marmo donata da Guido Rossi, entrambe presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano)
- Annunciata, marmo (1920, Duomo di Portogruaro)
- Monumento ai Medici Italiani Caduti in Guerra (1924, Chiostro della Sanità Militare a Firenze)
- La Madre, monumento ai Caduti (1925, Bondeno)
- Monumento a Renato Del Mar caduto in guerra a 22 anni nel 1916 (1926, Cimitero monumentale di Milano, Riparto Israelitico, campo 4 giardino 29-30-31)
- Mattino di Primavera (1929, Galleria d'Arte Moderna a Roma)
- San Francesco che predica agli uccelli (1929, Tomba Cusini, Cimitero Monumentale a Milano)
- L'Ultima Cena (1930, gruppo in argento, Cattedrale di Oslo)
- Luisa (busto della madre di Gabriele D'Annunzio, Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera)
- Eleonora Duse (busto, Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera)
- Allegoria de Il Po e i suoi affluenti (1932, Acquedotto di Ferrara)
- Madonna, busto in marmo (1936, Ro Ferrarese, Fondazione Cavallini-Sgarbi)[3]
- Arca di Luisa D'Annunzio (1939, Cattedrale di San Cetteo a Pescara)
- L'Assunta (1940, Chiesa delle Grazie, Milano)
- La Porta dell'editto di Costantino (1948, Duomo di Milano)
- Busto processionale di San Cetteo (1951, Cattedrale di Pescara), trafugato negli anni '80 e sostituito da una copia
- Don Orione morente (1952, Roma)
- La Madonna Regina dell'Universo (1953, quattro esemplari in bronzo: si trovano a Copparo; Milano e Terracina, quest'ultima poi inviata in Argentina, la quarta è stata donata dallo stesso Minerbi a Papa Pio XII in occasione di un'udienza a Castel Gandolfo)[4]
- Madonna Salus Populi Romani (con la collaborazione di Piero Brolis, 1953, Roma – Monte Mario)
- copia del precedente (1954, East Boston – Don Orione Shrine)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Monica Grasso (a cura di), Voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani.it, 2010
- ^ EBREI SALVATI: OGGI DON GAETANO PICCININI (ORIONINO) "GIUSTO TRA LE NAZIONI", su agensir.it. URL consultato il 25 agosto 2020.
- ^ Lucio Scardino, Arrigo Minerbi, in La Collezione Cavallini Sgarbi, La Nave di Teseo, Milano, 2018, p. 340
- ^ Giovanni Marchi (a cura di), Messaggi di Don Orione (33), 2001
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Arrigo Minerbi, Arrigo Minerbi. Pensieri, confessioni e ricordi, Milano, 1953, Casa Editrice Ceschina.
- Arrigo Minerbi, Lettere all'Immaginifico Comandante, introduzione di Lucio Scardino, Ferrara, 2011, Editrice Liberty House.
- Lucio Scardino (a cura di), Arrigo Minerbi e gli scultori della Fornace Grandi di Bondeno, Ferrara, 1998, Editrice Liberty House.
- Antonella Crippa, Arrigo Minerbi, catalogo online Artgate Archiviato il 16 maggio 2016 in Internet Archive. della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Parametri di valutazione delle opere di Arrigo Manerbi, su ottocento.it
- Minèrbi, Arrigo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- MINERBI, Arrigo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- MINERBI, Arrigo, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Monica Grasso, MINERBI, Arrigo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 74, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Opere di Arrigo Minerbi, su Open Library, Internet Archive.
- Scarpelli Francesco, Artisti contemporanei: Arrigo Minerbi, in «EMPORIUM», Vol. LXXIV, n. 440, pp. 067-082 (1931), su artivisive.sns.it. URL consultato il 5 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2018).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 42686489 · ISNI (EN) 0000 0000 6632 8392 · SBN PALV037619 · BAV 495/230612 · Europeana agent/base/114191 · ULAN (EN) 500015093 · LCCN (EN) nr98044527 · GND (DE) 121133443 · J9U (EN, HE) 987007597458405171 (topic) · WorldCat Identities (EN) lccn-nr98044527 |
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