Arechi II
Arechi II | |
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Tremisse ritraente Arechi II | |
Principe di Benevento | |
In carica | 774 – 787 |
Predecessore | se stesso come duca di Benevento |
Successore | Grimoaldo III |
Duca di Benevento | |
In carica | 758 – 774 |
Predecessore | Liutprando |
Successore | se stesso come principe di Benevento |
Consorte | Adelperga |
Arechi II (734 circa[1] – Salerno, 26 agosto 787) è stato un duca longobardo, duca di Benevento dal 758 al 774, poi principe della stessa città dal 774 fino alla morte. Dal 774 però si radicò a Salerno nella reggia che lui stesso fece costruire.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nobile longobardo, di origini probabilmente friulane e forse imparentato con la dinastia ducale di Benevento, Arechi sposò Adelperga, figlia di re Desiderio e fu nominato dal suocero quindicesimo duca di Benevento nel 758, al posto del ribelle Liutprando. Nel 762 fondò la chiesa di Santa Sofia, vero gioiello dell'arte medievale europea.
Dopo la vittoria di Carlo Magno nel 774 e la fine della Langobardia Maior, Arechi assunse il titolo di princeps, proponendosi come l'erede delle tradizioni, della cultura e dell'identità nazionale del popolo longobardo. Trasferì la corte a Salerno, dove tra il 770 e il 774 aveva costruito, nelle vicinanze delle mura meridionali e affacciata sul mare, una splendida reggia, dotata di una cappella palatina dedicata ai Santi Pietro e Paolo. È l'unica reggia longobarda ancora esistente e l'ultimo re longobardo, Adelchi, vi soggiornò nel giugno del 774.[2]
La sua attività politica fu volta all'indipendenza del suo potentato: prestò formale giuramento a Carlo Magno senza accettare però legami vassallatici, non cercò il conflitto aperto con il Papato e manifestò un atteggiamento amichevole verso i Bizantini. Fondatore della basilica beneventana di Santa Sofia e promotore di ingenti iniziative urbanistiche, Arechi II fu un protettore di uomini di cultura fra cui Paolo Diacono, oltre che committente di numerosi siti monastici.
La raffinatezza di ispirazione greca della corte beneventana testimonia una floridezza economica del principato, mentre il codice legislativo emanato da Arechi II attesta la sua preparazione giuridica. Morì il 26 agosto del 787, pochi giorni prima dello sbarco in Lucania di ambasciatori bizantini incaricati dall'impero di stipulare con il principe longobardo una formale alleanza (stipulata poi dalla moglie Adelperga).
Fu sepolto a Salerno nella Cattedrale di Santa Maria, poi caduta in disuso nell'XI secolo a causa della costruzione da parte dei Normanni della Cattedrale di San Matteo Evangelista. Con la sparizione della cattedrale si sono perse le tracce della sua tomba.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Arechi II muore nel 787 all'età di 53 anni, secondo il Chronicon Salernitanum (Vixit autem quinquaginta tres annos; obiit septimo Kal. Septembris, anno ab incarnacione Domini 787, indictione 9. Ex domna Adelperga principissa filios Romoald, Grimoald et Gisifum, Theoderada et Adelchisam.).
- ^ Reggia di Arechi II a Salerno, su oltre-la-notte.blogspot.com.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]
- (LA) Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum, in Georg Waitz (a cura di), Monumenta Germaniae Historica, Hannover, 1878, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI–IX, 231–264. ( Versione online, su mdz10.bib-bvb.de. URL consultato il 16 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).)
- (LA) Paolo Diacono, Historia Langobardorum, in Georg Waitz (a cura di), Monumenta Germaniae Historica, Hannover, 1878, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI–IX, 12–219. Trad. it: Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, a cura di Lidia Capo, Milano, Lorenzo Valla/Mondadori, 1992, ISBN 88-04-33010-4. Testo disponibile su Wikisource.
Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]
- Lidia Capo, Commento, in Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Milano, Lorenzo Valla/Mondadori, 1992, ISBN 88-04-33010-4.
- Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, Roma, Donzelli, 1997.
- Jörg Jarnut, Storia dei Longobardi, Torino, Einaudi, 2002, ISBN 88-464-4085-4.
- Sergio Rovagnati, I Longobardi, Milano, Xenia, 2003, ISBN 88-7273-484-3.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arechi II
Controllo di autorità | VIAF (EN) 50100216 · ISNI (EN) 0000 0000 3368 581X · LCCN (EN) n2002034132 · GND (DE) 122110366 · CERL cnp00568005 · WorldCat Identities (EN) lccn-n2002034132 |
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