Arcidiocesi di Udine

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Arcivescovo di Udine)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Arcidiocesi di Udine
Archidioecesis Utinensis
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaTriveneto
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
senza suffraganee
 
Sede vacante
Amministratore apostolicoAndrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo elettoRiccardo Lamba
Arcivescovi emeritiAndrea Bruno Mazzocato
Presbiteri285, di cui 226 secolari e 59 regolari
1.657 battezzati per presbitero
Religiosi68 uomini, 412 donne
Diaconi19 permanenti
 
Abitanti487.800
Battezzati472.500 (96,9% del totale)
StatoItalia
Superficie4.726 km²
Parrocchie374 (8 vicariati)
 
Erezione6 luglio 1751
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Annunziata
Santi patroniSanti Ermagora e Fortunato
IndirizzoVia Treppo 7, 33100 Udine, Italia
Sito webwww.diocesiudine.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il duomo di Cividale del Friuli insignito del titolo di basilica minore.
Il palazzo arcivescovile di Udine e la chiesa di Sant'Antonio.

L'arcidiocesi di Udine (in latino Archidioecesis Utinensis) è una sede metropolitana senza suffraganee della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2022 contava 472.500 battezzati su 487.800 abitanti. La sede è vacante, in attesa che l'arcivescovo eletto Riccardo Lamba ne prenda possesso.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende l'ex provincia di Udine, eccetto 11 comuni della Bassa friulana orientale appartenenti all'arcidiocesi di Gorizia e storicamente appartenuti alla contea e provincia di Gorizia; e la frazione Pozzis di Verzegnis, facente parte della diocesi di Concordia-Pordenone.

Sede arcivescovile è la città di Udine, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Annunziata. Nel territorio sorgono anche due basiliche minori: il santuario della Beata Vergine delle Grazie a Udine, e il duomo di Santa Maria Assunta a Cividale del Friuli. Il cosiddetto Tempietto longobardo, o oratorio di Santa Maria in Valle, a Cividale del Friuli, è iscritto alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal giugno 2011.

Il territorio si estende su 4.726 km² ed è suddiviso in 374 parrocchie, raggruppate dal 2018 in 8 foranie, a loro volta articolate in 54 collaborazioni pastorali[1].

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Udine.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi fu eretta il 6 luglio 1751 con la bolla Iniuncta nobis di papa Benedetto XIV, con la quale il pontefice ratificava un accordo tra i governi austriaco e veneziano, che prevedeva la soppressione del patriarcato di Aquileia e la sua divisione in due nuove circoscrizioni ecclesiastiche: l'arcidiocesi di Udine, cui fu assegnata la giurisdizione sulle terre sotto il dominio della Serenissima; e l'arcidiocesi di Gorizia, cui toccarono le terre sotto il dominio asburgico.

Con la bolla Iniuncta nobis perciò il papa soppresse il patriarcato e contestualmente eresse l'arcidiocesi di Udine. Questa decisione fu confermata dallo stesso papa con la bolla Suprema dispositione del 19 gennaio 1753[2], con la quale il pontefice definì tutte le questioni accessorie, tra cui le diocesi suffraganee della nuova sede metropolitana, ossia tutte quelle dell'antico patriarcato in territorio veneziano: Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Ceneda, Belluno, Feltre, Concordia, Capodistria, Emonia, Parenzo e Pola.

Fu nominato primo arcivescovo il patriarca di Aquileia Daniele Dolfin, che mantenne anche il titolo di patriarca fino alla morte.

Il 1º maggio 1818, in forza della bolla De salute Dominici gregis di papa Pio VII, Udine divenne semplice vescovato, soggetto alla sede metropolitana di Venezia. Nello stesso anno avvennero importanti modifiche territoriali: venne ceduto alla diocesi di Gorizia e Gradisca il territorio degli attuali decanati di Monfalcone e di Ronchi; alla diocesi di Concordia furono assegnate sette parrocchie (Castello d'Aviano, Erto, Cimolais, Claut, Corbolone, Sesto e Torrate, e anche la zona di Saletto-Bando, priva di una propria autonomia e inclusa nella giurisdizione di Morsano), e alla diocesi di Ceneda altre otto parrocchie (San Polo di Piave, Rugolo, Sarmede, Godega, Orsago, Pinidello, Caneva, Stevenà). Nel contempo ricevette da Venezia la zona di Latisana, e da Concordia altre quattro parrocchie (Rivis, Turrida, Grions e Redenzicco).

Il 30 aprile 1846 le parrocchie cadorine dei distretti di Pieve e di Auronzo furono staccate dalla diocesi di Udine ed aggregate alla diocesi di Belluno con la bolla Universalis Ecclesiae regimen di papa Gregorio XVI.[3]

Papa Pio IX, anche per le sollecitazioni del cardinale Fabio Maria Asquini[4], con la bolla Ex catholicae unitatis[5] del 14 marzo 1847 elevò nuovamente la diocesi al rango sede metropolitana senza suffraganee.

Il 20 febbraio 1932 in seguito alla bolla Quo Christi fideles di papa Pio XI incorporò il decanato di Tarvisio, fino allora appartenente alla diocesi di Gurk, e la parrocchia di Fusine in Valromana, fino allora appartenente alla diocesi di Lubiana.

Dal 10 al 17 settembre 1972 Udine ospitò il XVIII Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Antonio Poma.

In ricordo dell'antico patriarcato, l'arcivescovo di Udine ha il privilegio di indossare l'abito corale, lo zucchetto, la fascia e la filettatura della talare di un colore rosso abbrunato rispetto alla porpora cardinalizia (anche in seta moiré), detto "rosso patriarchino". Lo stemma degli arcivescovi di Udine prevede il galero verde, foderato in rosso patriarchino.

All'arcivescovo spetta il titolo onorifico di abate di Rosazzo.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 487.800 persone contava 472.500 battezzati, corrispondenti al 96,9% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 534.750 535.000 100,0 901 819 82 593 215 1.245 488
1969 497.600 497.812 100,0 834 739 95 596 125 1.363 406
1980 501.357 508.470 98,6 714 602 112 702 1 153 1.015 487
1990 480.550 495.550 97,0 573 518 55 838 10 83 891 373
1999 478.500 488.000 98,1 507 412 95 943 14 121 787 373
2000 477.900 488.000 97,9 495 405 90 965 15 116 777 373
2001 478.000 488.000 98,0 491 396 95 973 14 120 767 373
2002 478.000 488.000 98,0 479 384 95 997 14 120 757 373
2003 478.000 488.500 97,9 457 367 90 1.045 16 115 757 373
2004 478.000 488.500 97,9 438 348 90 1.091 16 115 757 373
2010 484.898 505.018 96,0 398 316 82 1.218 21 99 506 374
2014 494.000 514.000 96,1 344 271 73 1.436 28 87 511 379
2017 483.900 500.700 96,6 326 257 69 1.484 29 83 465 374
2020 485.000 501.763 96,7 304 245 59 1.595 29 71 433 374
2022 472.500 487.800 96,9 285 226 59 1.657 19 68 412 374

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le collaborazioni pastorali e le nuove foranie, su diocesiudine.it.
  2. ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 842-858.
  3. ^ Bolla Universalis Ecclesiae regimen, Acta Gregorii Papae XVI, vol. III, Romae, 1902, pp. 529-531.
  4. ^ ASQUINI / ASCUÌN Fabio Maria, su friul.net – Dizionario biografico friulano.
  5. ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 867-871. In questa bolla si afferma che l'arcidiocesi udinese fu eretta con la Suprema dispositione del 1753.
  6. ^ Dal 1803 al 1807 la sede fu amministrata dal vicario capitolare mons. Mattia Cappellari da Pesariis, canonico penitenziere della Metropolitana, nel 1807 fu nominato arcivescovo Vittorio Filippo Melano, vescovo di Novara che, però, rinunciò per motivi d'età (vedi sito ufficiale Archiviato il 20 ottobre 2014 in Internet Archive.).
  7. ^ Contestualmente nominato patriarca titolare di Costantinopoli.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN157830377 · ISNI (EN0000 0001 1092 6059 · SBN UBOV144317 · WorldCat Identities (ENviaf-157830377