Antropomanzia

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L'antropomanzia era una pratica di divinazione che consisteva nell'ispezione delle viscere di un essere umano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Un esempio di questa pratica ci viene da Erodoto, secondo il quale Menelao, trattenuto in Egitto da venti contrari, sacrificò due fanciulli di quel paese per esaminarne le viscere e conoscere il proprio destino.

Giorgio Cedreno, Teodoreto e Gregorio Nazianzeno narrano che gli imperatori Eliogabalo e Giuliano praticavano l'antropomanzia.

Ammiano racconta che le donne degli Sciti praticavano l'antropomanzia ed erano chiamate alrune o albe. Questa pratica fu poi seguita dai Tatari e dagli antichi Lusitani.

Secondo Martin Antoine Del Rio, l'ispezione delle viscere era compiuta anche sui fanciulli che erano sacrificati in onore di Moloch nella valle di Tofet.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Rusconi, antropomanzia, in Dizionario universale archeologico-artistico-tecnologico, Volume 1, Torino, G. Favale e comp., 1859.
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