Antonio Russello

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Antonio Russello

Antonio Russello[1] (Favara, 19 agosto 1921Castelfranco Veneto, 26 maggio 2001) è stato uno scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo avere frequentato le scuole nel proprio paese, si laureò in lettere moderne presso l'Università di Palermo. Collaborò con la rivista Sestante letterario di cui fu caporedattore. Riservato e discreto non amava le cerimonie ufficiali e pedanti. Ebbe pochi amici tra cui il poeta Diego Valeri e lo scrittore Giovanni Comisso, nella casa del quale si recava spesso. Dopo avere svolto il servizio militare nell'Italia settentrionale, si sposò con una friulana di Visco (Udine), stabilendosi a Castelfranco Veneto dove insegnò per molti anni lettere negli istituti superiori.

Russello era solito spiegare il Rinascimento prendendo lo spunto dalla tavola e dagli aspetti più curiosi della cucina del tempo, oppure facendo ascoltare vecchi dischi. Insegnava la Divina Commedia portandosi dietro grandi fogli bianchi da appendere al muro e sui quali disegnare i personaggi danteschi. Non avendo la patente di guida era costretto a muoversi con i mezzi pubblici: curioso fu quando, nominato presidente agli esami di stato a Bivona nel 1985, volle rinunziare perché non sapeva come raggiungere la sede.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Scrittore dallo stile originario, ricco di anacoluti, di prolessi, di frasi ora auliche ora spezzettate, fu scoperto da Elio Vittorini. Tra le sue opere pubblicate ricordiamo il capolavoro La luna si mangia i morti edito da Mondadori, un romanzo che fu pubblicato proprio da Vittorini nel 1959, il quale apprezzò l'alto valore letterario dell'opera che divenne, in poco tempo, un best seller; a questo fanno seguito: La grande sete, Siciliani prepotenti, Giangiacomo e GiamBattista (con la quale arrivò finalista al Premio Campiello), Lo sfascismo, Venezia Zero, I Rovesciano e La scure ai piedi dell'albero. L'attività di Antonio Russello è stata varia ed ha abbracciato anche il teatro. Edita infatti numerosi testi teatrali, alcuni dei quali vengono rappresentati: Ruderi, 1946; La terra, 1946; Racconto della luna, 1973; La ballata degli uomini verdi, 1975; Lo specchio, 1985 e Inventare i nanetti, 1985[2].

Pur adottato dalla terra veneta, alla quale è stato certamente affezionato, in lui sono rimasti i colori e l'identità isolana. Quello che non sopportava era il bigottismo, specie religioso. Russello secondo delle confidenze fatte ad alcuni amici raccontò che Leonardo Sciascia, dopo avergli espresso una certa stima ed un sicuro successo, prese le distanze, senza un valido motivo, temendo forse di essergli un letterato concorrenziale e della stessa provincia. Muore il 26 maggio del 2001 a Castelfranco Veneto. Ad oggi molte opere di Russello sono state ripubblicate con altro titolo. Il 26 maggio 2011 ricorrendo il decennale dalla sua morte, il Comune di Favara e il Centro Studi Antonio Russello hanno organizzato una giornata di studi su La narrativa di Antonio Russello e la questione sociale[3].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi e racconti[2][modifica | modifica wikitesto]

  • L'isola innocente
  • Ragazze del Friuli
  • Finestre sul Canal Grande
  • Il direttore d'orchestra
  • Storia di Matteo
  • La Danza delle acque
  • La luna si mangia i morti[4], 1959
  • La grande sete[5], 1963
  • Siciliani prepotenti[6], 1963
  • Giangiacomo e GiamBattista[7], 1970 Finalista al Premio Campiello
  • La scure ai piedi dell'albero, 1977
  • Venezia Zero, 1980
  • Lo sfascismo, 1985

Opere teatrali[2][modifica | modifica wikitesto]

  • Ruderi, 1946
  • La terra, 1946
  • Racconto della luna, 1973
  • La ballata degli uomini verdi, 1975
  • Lo specchio, 1985
  • Inventare i nanetti, 1985

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonio Russello, su antoniorussello.org (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2008).
  2. ^ a b c Biografia Antonio Russello, su santiquaranta.com. URL consultato il 12-07-2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2007).
  3. ^ Decennale Morte di Antonio Russello, su gaspareagnello.it. URL consultato il 12-07-2012.
  4. ^ Antonio Russello - La luna si mangia i morti, su gaspareagnello.it. URL consultato il 12-07-2012.
  5. ^ Antonio Russello - LA grande sete [collegamento interrotto], su lospecchiodicarta.unipa.it. URL consultato il 12-07-2012.
  6. ^ Recensione Siciliani prepotenti, su gaspareagnello.it. URL consultato il 12-07-2012.
  7. ^ Storia di Giangiacomo e Giambattista [collegamento interrotto], su gaspareagnello.it. URL consultato il 12-07-2012.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su antoniorussello.org. URL consultato il 12 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2011).
Controllo di autoritàVIAF (EN119019956 · ISNI (EN0000 0000 8188 0011 · SBN CFIV062584 · LCCN (ENno2010050008 · BNF (FRcb15555588k (data) · CONOR.SI (SL243566435 · WorldCat Identities (ENlccn-no2010050008