Antonio Larsimont Pergameni
Antonio Larsimont Pergameni | |
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Soprannome | Laimo |
Nascita | Villa d'Almè, 30 maggio 1912 |
Morte | Sidi El Barrani, 26 giugno 1942 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Corpo | Aviazione Legionaria |
Specialità | Caccia |
Grado | Maggiore |
Guerre | Guerra civile spagnola Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia delle Alpi Occidentali Operazione Compass |
Comandante di | 6ª Squadriglia 20ª Squadriglia 97ª Squadriglia 9º Gruppo Caccia Terrestre |
Decorazioni | qui |
Studi militari | Regia Accademia Aeronautica di Caserta |
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Antonio Larsimont Pergameni (Villa d'Almè, 30 maggio 1912 – Sidi El Barrani, 26 giugno 1942) è stato un militare e aviatore italiano, che fu un pluridecorato asso della Regia Aeronautica durante la Guerra civile spagnola e la seconda guerra mondiale, conseguendo un totale di 7 vittorie aeree accertate, 1 probabile e 4 in collaborazione, venendo decorato con una Medaglia d'oro[1] e quattro d'argento al valor militare.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Villa d'Almè[2] il 30 maggio 1912,[1] figlio di Gustavo. All'età di 20 anni si arruolò nella Regia Aeronautica, frequentando la Regia Accademia Aeronautica[2] di Caserta, da cui uscì con il grado di sottotenente pilota.[N 1]
Nel corso del 1936 partì volontario per la Spagna, inquadrato nella 3ª Escuadrilla de Caza del Tercio[3] al comando del capitano Goliardo Mosca.[N 2] Assunse il comando della squadriglia per un breve periodo a partire dal 13 novembre, quando Mosca rimase ferito in combattimento.[N 3] con l'arrivo di un ulteriore gruppo di piloti e aerei tramite il piroscafo Aniene,[4] sbarcati in terra di Spagna nel febbraio 1937 fu costituita l'Aviazione Legionaria, dotata di due gruppi caccia equipaggiati con i biplani Fiat C.R.32. Egli entrò a far parte del II Gruppo Caccia Terrestre (2º Gruppo volo) del tenente colonnello Alberto Canaveri,[N 4] assumendo il comando della 6ª Squadriglia, un'unità inizialmente destinata a ruoli di riserva.[4]
Nel mese di aprile le unità dell'Aviazione Legionaria furono riorganizzate, e il 22 dello stesso mese egli passò in servizio al neocostituito XVIII Gruppo Caccia "Asso di Bastoni" (18º Gruppo caccia),[2] al comando del maggiore Andrea Zotti, come comandante della 20ª Squadriglia. Rimase in terra iberica, come comandante della 20ª Squadriglia,[5] fino al dicembre 1937 quando fu sostituito dal capitano Carlo Calosso. A quell'epoca era accreditato di quattro vittorie individuali,[6] una in compartecipazione, e decorato con due Medaglie d'argento al valor militare e con la Medalla Militar Collectiva spagnola. Il 26 marzo 1938 sostituì il capitano Aldo Remondino al comando della 97ª Squadriglia, 9º Gruppo del 4º Stormo Caccia Terrestre di stanza a Gorizia, ed equipaggiata ai C.R.32.
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, il 9º Gruppo prese parte alle operazioni sul fronte occidentale,[7] ed il mese successivo, dotato dei Fiat C.R.42 Falco, fu trasferito sull'aeroporto di Comiso (Sicilia) iniziando ad operare contro l'isola di Malta.[7] Il 13 luglio il 9º Gruppo, al comando del maggiore Ernesto Botto, fu trasferito in Africa settentrionale italiana basandosi sull'aeroporto di Tripoli.[8] Dopo un intenso ciclo di combattimenti, il 9 dicembre Botto rimase ferito in un incidente stradale, ed egli lo sostituì al comando del 9º Gruppo.[9] In seguito all'offensiva inglese, il 12 dicembre il 9º Gruppo si trasferì a Derna (Aeroporto di Martuba),[8] e il giorno successivo egli colse la sua prima vittoria individuale.[2] Mentre scortava 5 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero della 60ª Squadriglia del 33º Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre,[2] che attaccavano concentrazioni di truppe e mezzi corazzati nemici vicino a Sollum impegnò combattimento con una formazione di caccia sei Gloster Gladiator del No.3 RAAF Squadron[2] abbattendone uno,[N 5] ma subendo a sua volta gravi danni che lo costrinsero ad atterrare in emergenza a Monastir (Tunisia).[2] Tale campo era stato abbandonato dagli italiani in ritirata, e il caccia andò perduto, ma egli raggiunse a piedi la vicina via Balbia venendo recuperato da un camion di passaggio, e facendo ritorno alla propria unità.[N 6] Il 25 dicembre ciò che rimaneva del 4º Stormo rientrò a Gorizia,[8] in Italia, per essere riequipaggiato con i monoplani Aemacchi C.200 Saetta[N 7] ricevendo poi, nel luglio 1941, i più moderni Aemacchi C.202 Folgore.[8] Nel settembre dello stesso anno lo Stormo fu trasferito nuovamente in Sicilia, rientrando in azione sui cieli di Malta.[9] Durante questo ciclo operativo rivendicò due aerei sicuramente abbattuti, un Supermarine Spitfire (25 ottobre) e un Hawker Hurricane (21 novembre), più un altro Hurricane come probabile (22 ottobre). Verso la fine del 1941 fu promosso al grado di maggiore per meriti di guerra, e dopo un breve periodo di riposo durante l'inverno, partecipò ad un nuovo ciclo operativo su Malta,[N 8] durato fino all'inizio dell'estate del 1942.[8] Verso la fine del mese di maggio[10] il 4º Stormo fu trasferito in Africa settentrionale per partecipare alla grande offensiva dell'Asse condotta dal generale Erwin Rommel. Cadde in combattimento su Sidi El Barrani[9] il 26 giugno 1942,[1] e alla sua memoria fu decretata la concessione[N 9] della Medaglia d'oro al valor militare, massima decorazione italiana.[1] Una via di Fiumicino porta il suo nome.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 10 maggio 1943[11]
Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Durante il periodo trascorso in Accademia strinse sincera amicizia con Giorgio Graffer.
- ^ Il Capitano Mosca era arrivato a Siviglia con nove aerei ed altrettanti piloti del 6º Stormo Caccia Terrestre nell'ottobre 1936.
- ^ Rientrato successivamente in servizio, Goliardo Mosca rimase ucciso in un incidente aereo il 19 dicembre 1936, e fu poi decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
- ^ Il Gruppo era formato da 4ª Squadriglia (capitano Vincenzo Dequal), 5ª Squadriglia (capitano Armando François), e 6ª Squadriglia (Antonio Larsimont Pergameni).
- ^ Entrò in collisione con un caccia Gladiator mentre stava impegnando combattimento con il capo formazione inglese. L'aereo britannico perse entrambe le ali e cadde al suolo, con il pilota che riuscì a salvarsi lanciandosi con il paracadute.
- ^ Creduto morto dai suoi piloti, un messaggio di cordoglio era già giunto da Roma.
- ^ Il 27 febbraio 1941 lasciò temporaneamente il comando del 9º Gruppo al tenente colonnello Marco Minio Paluella.
- ^ Durante questo ciclo operativo il 9º Gruppo fu basato sull'aeroporto di Sciacca.
- ^ A quell'epoca era stato decorato con altre due Medaglie d'argento al valor militare.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 196.
- ^ a b c d e f g Gustavsson, Slongo 2009, p. 43.
- ^ Logoluso 2010, p. 24.
- ^ a b Logoluso 2010, p. 33.
- ^ Logoluso 2010, p. 40.
- ^ Logoluso 2010, p. 64.
- ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 32.
- ^ a b c d e Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 33.
- ^ a b c Gustavsson, Slongo 2009, p. 44.
- ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 34.
- ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 22, pagina 1333, e dispensa 30, pagina 1870.
- ^ Bollettino Ufficiale 1941, suppemento 1, registrato alla Corte dei Conti il 25 luglio 1941, registro 2 Aeronautica, foglio n.328.
- ^ Bollettino Ufficiale 1941, suppemento 1, registrato alla Corte dei Conti il 28 gennaio 1943, registro 15 Aeronautica, foglio n.110.
- ^ Registrato alla Corte dei Conti addì 13 maggio 1942, registro n.20 Aeronautica, foglio 392.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Giorgio Apostolo, Giovanni Massimello, Italian Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing, 2000, ISBN 1-84176-078-1.
- Ruggero Bonomi, Viva la Muerte. Diario dell'"Aviacion del El Tercio", Roma, Ufficio Editoriale Aeronautico, 1941.
- (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- (EN) Håkan Gustavsson, Ludovico Slongo, Fiat C.R.42 Aces of World War 2, West Way, Botley, Oxford/New York, Osprey Publishing, 2009, ISBN 978-1-84603-427-5.
- I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
- (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces of the Spanish Civil War, Oxford, Osprey Publishing, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
- Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
- Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
- Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Håkan Gustavsson, Maggiore Antonio Larsimont Pergameni, su Håkans aviation page, http://surfcity.kund.dalnet.se/index.html, 28 dicembre 2015. URL consultato il 28 dicembre 2015.
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