Antonio Di Dio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Antonio Di Dio
NascitaPalermo, 17 marzo 1922
MorteMegolo, 13 febbraio 1944
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Armafanteria
Specialitàcarristi
Anni di servizio1941-1944
GradoAllievo ufficiale
Guerreseconda guerra mondiale
Studi militariAccademia di Modena
voci di militari presenti su Wikipedia

Antonio Di Dio (Palermo, 17 marzo 1922Megolo, 13 febbraio 1944) è stato un partigiano e militare italiano. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli studi liceali conclusi a Cremona, città dove nel 1927 si era trasferita la sua famiglia, l'8 settembre 1943 si trova a Modena, inserito nel corso allievi ufficiali della Scuola d'applicazione militare. In quel frangente viene messo agli arresti per un tentativo di opposizione ai tedeschi, evade dopo tre giorni e raggiunge il fratello Alfredo in Valle Strona, dove si aggrega alla formazione di Filippo Beltrami.

Durante un conflitto a fuoco con i tedeschi in località Megolo (frazione di Pieve Vergonte), il 13 febbraio 1944 resta ucciso assieme ai compagni che si trovano con lui, fra cui lo stesso comandante Beltrami e l'altro ventenne Gaspare Pajetta.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partigiano di indomito valore, già distintosi per ardimento ed audacia in numerosi combattimenti, attaccato da preponderanti forze nazifasciste rifiutava l’ordine di sganciarsi dall’accerchiamento e resisteva sul posto animando e spronando i compagni alla resistenza ad oltranza. Accortosi che il suo comandante, rimasto ferito, era stato accerchiato, accorreva vicino a lui per evitare che venisse sopraffatto dal nemico e con sublime spirito di sacrificio e di abnegazione cercava di metterlo in salvo. Cadeva colpito da una raffica di mitraglia che troncava la sua eroica esistenza offerta in olocausto alla redenzione della Patria[2]
— Megolo (Novara), 13 febbraio 1944

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

L'università di Parma gli ha concesso nel 1946 la laurea ad honorem. Alla memoria dei fratelli Di Dio sono stati intitolati un battaglione carri e, Cremona, la storica sala di scherma, l'Accademia d'armi "Antonio e Alfredo Di Dio Emma"[3], società che da oltre 116 anni pratica lo sport della scherma, nel quale Alfredo era atleta di alto livello.

A Sesto San Giovanni e a Novara sono state intitolate vie ad Antonio e a suo fratello Alfredo, via Fratelli Di Dio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Biografia: Antonio Di Dio, su metarchivi.it. URL consultato il 26 aprile 2020.
  2. ^ Quirinale - Scheda - 23 dicembre 2008
  3. ^ Accademia d'Armi "Antonio e Alfredo Di Dio", su Schermacremona. URL consultato il 24 settembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro Secchia, Cino Moscatelli, Il Monterosa è sceso a Milano. La resistenza nel biellese, nella Valsesia e nella Valdossola, Einaudi, Torino, 1958
  • M. Begozzi, Il signore dei ribelli, ISRN , Anzola d'Ossola, 1991

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]