Antoinette Des Houlières

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Antoinette Des Houlières

Antoinette Des Houlières, ovvero Antoinette de Lafon de Boisguérin des Houlières, nata Antoinette du Ligier de la Garde, detta anche Madame Deshoulières (Parigi, 1634 o 1638Parigi, 17 febbraio 1694), è stata una letterata francese.

Era figlia di Melchior du Ligier, Signore de la Garde, Cavaliere dell'ordine del re e di Claude o Claudine Gaultier. Il padre godeva di un considerevole patrimonio ed era stato maestro di palazzo della regina Maria de' Medici e poi della regina Anna d'Asburgo. La madre era nipote di Benoit Milon, signore di Wideville, Primo Intendente delle Finanze sotto il regno di Enrico III e presidente della Chambre des comptes a Parigi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Quale sia stato l'esatto anno di nascita, è certo che Antoinette Des Houlières sia stata battezzata il 2 gennaio 1638 nella chiesa di Saint-Germain-l'Auxerrois a Parigi.[1] Al suo battesimo ebbe come padrino Maistre Pierre Poncet, consigliere alla Cour des aides, e per madrina Anthoinette Ribier, moglie di Messire Benigne Blondeau Bourdin, consigliere del re.

Bella e istruita, Antoinette du Ligier de la Garde conosceva il latino, lo spagnolo e l'italiano, quando sposò, nel 1651, Guillaume de Lafon de Boisguérin, signore des Houlières, distinto funzionario, vecchio maestro di palazzo del re, divenuto tenente colonnello seguendo le fortune del Gran Condé e che morì nel 1693, lasciandola in miseria, poiché tutti i suoi beni erano stati sequestrati durante il loro soggiorno in Belgio.

La coppia fu presentata, negli anni fra il 1654 e il 1661 al giovane re Luigi XIV, alla regina madre Anna d'Asburgo e al cardinale Giulio Mazzarino da Michel Le Tellier, allora Ministro della Guerra, poi cancelliere di Francia.

Madame Deshoulières e suo marito avevano accettato d'abbandonare il partito del principe di Condé e di approfittare dell'amnistia che il re accordava a coloro che volevano tornare dall'esilio. Monsieur Deshoulières fu successivamente nominato Maresciallo di campo e governatore della città di Sète, in Linguadoca.

Dal 1657 ella frequentava i salotti letterari del Marais e conduceva l'esistenza d'una donna libera. Incontrò Madeleine de Scudéry e Madame de Sévigné. I suoi primi poemi datano dal 1672.

Era legata a Pierre e Thomas Corneille, a Esprit Fléchier, Jules Mascaron, Paul Pellisson, ecc. I suoi contemporanei la soprannominarono «La Decima Musa», la Calliope francese. Antoinette Deshoulières si cimentò pressoché in tutti i generi letterari: dalla canzone alla tragedia, ma riuscì soprattutto nell'idilio e nell'egloga.

Eletta all'Accademia dei Ricovrati nel 1684 ed all'Accademia di Arles nel 1689; ella fu la prima donna accademica in Francia.

Morì di tumore al seno nel 1694 (la figlia morirà nel 1718 della stessa malattia).

La salma di Antoinette Deshoulières fu inumata il 19 febbraio 1694 nella chiesa di San Rocco a Parigi. La figlia Antoinette-Thérèse, morta l'8 agosto 1718 e più nota col nome di Mademoiselle Deshoulières, anch'essa letterata, le sarà inumata a fianco.

Ammirato soprattutto il suo Idylle des Moutons, toccante allegoria nella quale ella deplora in bei versi le sorti dei suoi figli, che avevano perduto il padre (l'Idilio fu scritto con la speranza di ricevere un sostegno finanziario dal re).

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

(in lingua francese salvo diverso avviso)

Œuvres de Madame Deshoulières et de Mademoiselle Deshoulières pubblicate nel 1780 da Hubert Cazin

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La circostanza è provata dalle ricerche effettuate da Antonin Fabre nella sua opera comparsa nel 1871 e dedicata interamente alla corrispondenza di Madame Deshoulières e di sua figlia Antoinette Thérèse (Mademoiselle Deshoulières) con Fléchier.
  2. ^ (FR) Vibert

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN41946229 · ISNI (EN0000 0001 2096 0074 · SBN PUVV337193 · BAV 495/107731 · CERL cnp00471629 · LCCN (ENnr93017499 · GND (DE123816637 · BNE (ESXX1249385 (data) · BNF (FRcb12506761w (data) · J9U (ENHE987012418676505171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr93017499