Anattorio

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Anattorio
Nome originale Ἀνακτόριον
Cronologia
Fondazione VII secolo a.C.
Territorio e popolazione
Lingua greco antico
Localizzazione
Stato attuale Bandiera della Grecia Grecia
Coordinate 38°55′15″N 20°50′36″E / 38.920833°N 20.843333°E38.920833; 20.843333
Cartografia
Mappa di localizzazione: Grecia
Anattorio
Anattorio

Anactorio (in greco antico: Ἀνακτόριον) era una polis dell'antica Grecia ubicata in Acarnania, all'ingresso del golfo di Ambracia. Viene localizzata presso l'attuale Vonitsa.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Strabone menziona che fu fondata nel VII secolo a.C. dai corinzi inviati dal tiranno Cipselo e da suo figlio Gorgo, nello stesso periodo in cui si scavò un canale che trasformò Leucade in un'isola. Il geografo situa Anattorio a 40 stadi dal templo di Apollo di Azio.[2]

Statere di Anattorio

Anattorio figurava in un'iscrizione nella quale erano citate tutte le polis greche che avevano combattuto alla battaglia di Platea, nel 479 a.C., contro i persiani.[3]

Prima dell'inizio della guerra del Peloponneso era sotto il controllo comune di Corinto e di Corcira. Una delle navi della spedizione che Corinto aveva inviato contro Corcira in 433 a.C. era costituita da abitanti di Anattorio.[4] Nel 432 a.C., i corinzi conquistarono l'intera città con l'inganno e vi insediarono dei coloni.[5]

I soldati di Anattorio facevano parte dell'esercito comandato dallo spartano Cnemo che nell'anno 429 a.C. tentò di conquistare, senza riuscirvi, la città di Stratos.[6]

Nel 425 a.C., l'esercito dell'Acarnania e gli ateniesi di Naupatto condussero una spedizione contro la città di Anattorio e riuscirono a conquistarla a seguito di un tradimento. Espulsero i Corinzi e la città venne occupata dagli acarnani.[7]

I suoi abitanti vennero estradati a Nicopoli, città fondata dall'imperatore Ottaviano Augusto dopo la sua vittoria nella battaglia di Azio del 31 a.C.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tucidide, Storia della guerra del Peloponneso p.594, nota di Francisco Romero Cruz, Madrid : Cátedra (2005), ISBN 84-376-0768-X.
  2. ^ Strabone, X,2,7-8.
  3. ^ Pausania, V,23,1-2.
  4. ^ Tucidide I,46.
  5. ^ Tucidide, I,55.
  6. ^ Tucidide, II,80-81.
  7. ^ Tucidide, IV,49.
  8. ^ Pausania, V,23,3.

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