Anacardium occidentale

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Anacardium occidentale
Albero di Anacardium occidentale
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Malvidi
Ordine Sapindales
Famiglia Anacardiaceae
Genere Anacardium
Specie A. occidentale
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Sapindales
Famiglia Anacardiaceae
Genere Anacardium
Specie A. occidentale
Nomenclatura binomiale
Anacardium occidentale
L., 1753
Sinonimi

Acajuba occidentalis
(L.) Gaertn., 1788

Nomi comuni
  • (EN) cashew
  • (DE) kaschu
  • (FR) cajou

L'anacardio[2] (Anacardium occidentale L., 1753) è una specie arborea della famiglia delle Anacardiaceae, originaria del Brasile[3].

È coltivato per la produzione della sua noce, o meglio seme, chiamato anacardo o noce di acagiù (dal portoghese caju), che si trova racchiuso in un guscio (contenente un olio resinoso caustico) all'interno del suo falso frutto, chiamato maragnone (dallo spagnolo marañón, derivato dallo Stato brasiliano di Maranhão, di cui sembra originario).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'albero ha un tronco tortuoso, rosato e non molto alto, normalmente tra 5 e 10 metri, con massimi assoluti di 20. Ha un portamento simile a quello del pistacchio. Le foglie sono oblunghe e coriacee, di color verde brillante a maturità. I fiori sono ermafroditi, sorgono all'apice dei rametti e hanno 5 petali di color bianco-roseo.

Frutti
Noci di anacardio come snack

Il frutto, la noce di acagiù, ha la forma di un rene, con epicarpo liscio e mesocarpo resinoso e caustico, per cui velenoso a crudo. La noce all'interno, che è la parte commestibile, è beige e ricoperta di una pellicola marrone. Il frutto si trova alla fine di un peduncolo, che ingrossandosi forma un falso frutto, di color giallo o rosso, che è la mela di acagiù; ha la forma e la grandezza di una pera e contiene una polpa commestibile, carnosa, succulenta, zuccherina e astringente, da cui si ricavano succhi molto apprezzati ai tropici.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è originaria del Nord-est del Brasile ed è abbastanza diffusa in tutti i tropici, non solo americani. In India e nell'Africa sub-sahariana, dove è stata introdotta dai portoghesi, si è addirittura naturalizzata, formando estese foreste e diventando il principale prodotto di esportazione del Mozambico.

Il suo areale si spinge poco oltre i limiti del tropico, ovunque le minime medie non scendano sotto i 16 °C, e abbassamenti sotto i 10 °C siano rari: non tollera il gelo. L'albero è invece molto resistente alla siccità e cresce anche in aree con circa 500 mm di precipitazioni annue.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

I dieci maggiori produttori di noce di anacardio nel 2018[4]
Paese Produzione (tonnellate)
Vietnam Vietnam 2 663 885
India India 785 925
Costa d'Avorio Costa d'Avorio 688 000
Filippine Filippine 228 612
Benin Benin 215 232
Tanzania Tanzania 171 455
Mali Mali 167 621
Guinea-Bissau Guinea-Bissau 150 934
Brasile Brasile 141 418
Indonesia Indonesia 136 402

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Barstow, M. 2021, Anacardium occidentale, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 18 gennaio 2023.
  2. ^ Anacardio, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 marzo 2017.
  3. ^ (EN) Anacardium occidentale, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 18 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Food and Agriculture Organization of The United Nations, FAOSTAT, su fao.org. URL consultato il 7 agosto 2020.

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