Ammodorcas clarkei

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Dibatag
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Artiodactyla
Famiglia Bovidae
Sottofamiglia Antilopinae
Genere Ammodorcas
Thomas, 1891
Specie A. clarkei
Nomenclatura binomiale
Ammodorcas clarkei
(Thomas, 1891)

Il dibatag (Ammodorcas clarkei Thomas, 1891), noto anche come gazzella di Clarke, è un'antilope africana della sottofamiglia degli Antilopini[2]. È l'unica specie del genere Ammodorcas Thomas, 1891. Il nome «dibatag» deriva dalle parole somale dabu («coda») e tag («verticale»), e si riferisce alla coda tenuta eretta dall'animale quando corre.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il dibatag ha una lunghezza testa-corpo di 152–168 cm, una coda di 30–36 cm, un'altezza al garrese di 80–88 cm, e un peso di 22–35 kg. Le regioni superiori, più scure, sono di colore rossiccio-purpureo, le regioni inferiori sono bianche, e le natiche sono di colore chiaro; lungo i fianchi non è presente alcuna striscia scura. Lungo la parte mediana della faccia corre una striscia di colore castano carico; la coda è nera. La particolare tonalità purpurea del manto rossiccio si fonde così bene con l'ambiente circostante da rendere questo animale molto difficile da avvistare.

Il dibatag ha una costituzione snella e ricorda le specie del genere Gazella nella forma del corpo e quelle del genere Redunca nella struttura della corna. Il collo e la coda sono lunghi, il cranio appiattito e gli zoccoli piccoli. Le corna, presenti unicamente nei maschi, misurano 15–25 cm di lunghezza; la loro metà basale è anellata e rivolta all'indietro, mentre quella terminale è liscia e rivolta in avanti. Diversamente dal gerenuk, ha orecchie arrotondate, non appuntite.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il dibatag è endemico della regione dell'Ogaden (Etiopia orientale) e delle zone adiacenti della Somalia settentrionale e centrale[1].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Il dibatag frequenta aree sabbiose con cespugli spinosi e ciuffi d'erba sparsi. Non è facile da avvistare nel suo ambiente naturale, in quanto è solito nascondersi dietro la vegetazione e osservare i dintorni da sopra la sua sommità. Il collo è così sottile, la testa così appuntita, e la colorazione così simile a quella del paesaggio che l'animale è praticamente invisibile. Fino a quando non viene scoperto rimane pressoché immobile. Mentre fugge, il dibatag corre con la testa ripiegata all'indietro e la coda volta in avanti, mentre il gerenuk corre con testa e coda posizionate allo stesso livello del corpo. Il lungo collo dell'animale, che gli consente di raggiungere una certa altezza mentre bruca tra gli arbusti, svolge la stessa funzione di quello della giraffa. Spesso rimane ritto sulle zampe posteriori, con quelle anteriori appoggiate all'albero, sì da poter raggiungere la massima altezza possibile. Anche il labbro superiore allungato è di grande aiuto nel brucare. Probabilmente il dibatag può sopravvivere senza bere.

Il dibatag occupa e difende territori che marca con urina, feci e secrezioni delle ghiandole preorbitali. Generalmente si sposta da solo o in piccoli gruppi familiari composti da tre-sei esemplari. Si ritiene che le femmine partoriscano in ottobre e novembre. Il periodo di gestazione è di circa 204 giorni.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN classifica A. clarkei tra le specie vulnerabili (Vulnerable)[1]. Il numero di esemplari sembra aver subito una netta diminuzione in seguito all'intenso bracconaggio, alla pressante siccità e alla competizione con il bestiame domestico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Mallon, D.P. & Chardonnet, P. (Antelope Red List Authority) 2008, Ammodorcas clarkei, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Ammodorcas clarkei, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.

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