Amerigo Bartoli Natinguerra

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Amerigo Bartoli Natinguerra (Terni, 1890Roma, 1971) è stato un pittore e scrittore italiano.

Biografia

Giunto a Roma nel 1906 diventa allievo di Giulio Aristide Sartorio e prende attivamente parte alla vita artistica della capitale. Nel 1920 divide lo studio con Giorgio de Chirico; nel '21 compie un viaggio in Germania ed espone alla I Biennale di Roma. Iniziò quindi a frequentare i maggiori salotti letterari divenendo amico di Ardengo Soffici, Emilio Cecchi, Giuseppe Ungaretti e di Vincenzo Cardarelli, ognuno frequentatore del rinomato Caffè Aragno di Via del Corso.

Nel 1937, eseguì, con la tecnica del trompe-l'oeil, gli interessanti dipinti murali nella sala del ping-pong della Villa Saffi, a Forlì.

Insegnò all'Accademia d'arte per ventuno anni dal 1939 fino al 1960 formando più generazioni di artisti (da Accatino a Ceroli, da Avanessian a Pino Pascali). Dal successivo dopoguerra pubblicò periodicamente strisce satiriche per il settimanale Il Mondo, insieme a piccoli volumi di storie, aforismi e disegni. Nl cordo degli anni ha collaborato anchea "La Tribuna", "La Lettura", "La Gazzetta del Popolo", "Quadrivio", "Omnibus", "La Fiera Letteraria".

Vinse il primo premio alla Biennale di Venezia, nella diciassettesima edizione con il suo Gli amici al Caffè (1930), oggi conservato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

Bibliografia

  • A. Scamperle-O. Tamburi, Il disegno italiano contemporaneo, Roma 1947;
  • A. M. Brizio, op. cit. 1944, p. 418;
  • L. Borgese, in «Corriere della Sera» 19-1-1948;
  • A. Soffici, A. Bartoli, Milano 1949;
  • U. Galetti-E. Camesasca, op. cit. 1951, p. 212;
  • L. Bortolon, in «Grazia» 11-10-1959, pp. 98-99;
  • R. De Grada, op. cit. 1967, pp. 22-23;
  • voce in «Dizion. Encicl. Bolaffi», Torino 1978, I, p. 366.

Parte della sua produzione di illustratore è contenuta nei libri: "Roma in selci", pubblicato da Leo Longanesi con prefazione di Antonio Baldini (1934), "Oggi come oggi", con prefazione di Mario Soldati (1952).