Ambrogio Viviani

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Ambrogio Viviani
Il generale Ambrogio Viviani con il grado di generale di brigata al comando della Brigata Folgore
NascitaCremona, Lombardia, 28 ottobre 1929
MorteFara Novarese, Piemonte, 3 settembre 2013
Cause della morteEmorragia cerebrale
Luogo di sepolturaCimitero di Rive Vercellese
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataEsercito Italiano
Anni di servizio1949 - 1986
GradoGenerale di Divisione
Comandante diCapo sezione controspionaggio del SID
Studi militariAccademia militare di Modena
Scuola di applicazione di Torino
Scuola di Guerra italiana e tedesca
Altre caricheStorico
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Ambrogio Viviani (Cremona, 28 ottobre 1929Fara Novarese, 3 settembre 2013) è stato un generale e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Cremonese di nascita, Ambrogio Viviani ha militato per trentasei anni nell'Esercito italiano. Figlio del colonnello dei bersaglieri Francesco Viviani (decorato con una medaglia d'argento e una medaglia di bronzo al valore militare nella seconda e prima guerra mondiale), è stato lui stesso ad aver dichiarato di aver scelto la carriera militare spinto dalla figura del padre, deportato in campo di concentramento negli anni della Seconda guerra mondiale e deceduto successivamente alla liberazione.[1].

Entrato nell'Accademia militare di Modena nel 1949, nel 1958 ottiene il brevetto di paracadutista presso la scuola militare di Pisa e successivamente frequentò la Scuola di Guerra di Civitavecchia e quella tedesca.[2] Si è laureato in Scienze Strategiche presso l'Università di Torino.

Gli incarichi di comando[modifica | modifica wikitesto]

Il generale Ambrogio Viviani al comando della Brigata Meccanizzata Goito

Viviani è stato capo della sezione addestramento della Brigata cavalleria "Pozzuolo del Friuli", capo della sezione regolamenti dello Stato maggiore dell'Esercito, comandante del XXVIII battaglione bersaglieri, addetto militare all'estero. Capo della sezione controspionaggio del reparto D del servizio segreto italiano (SID) dal 1970 al 1974. Nominato colonnello, ha comandato il 3º Reggimento bersaglieri dal 1974 fino allo scioglimento nel 1975. Poi è vicecomandante della 17ª zona militare Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta. Promosso generale di brigata, tra il 1979 e il 1980 ebbe il comando della 3ª Brigata meccanizzata “Goito” e dal 1980 al 1981 quello della Brigata paracadutisti "Folgore".

Il suo nome comparve nel 1981 tra quelli degli iscritti alla loggia P2 di Licio Gelli.[3]. Nel 1986 rilasciò al settimanale "Panorama" delle dichiarazioni relative alla Strage di Ustica, confermando la tesi sostenuta da Beppe Niccolai e ribadendo come le autorità americane fossero effettivamente a conoscenza di quanto accaduto e che l'aereo militare Argo 16, che per ordine del Governo italiano aveva riportato in Nord Africa i terroristi, a missione compiuta, era stato fatto precipitare per ordine dai servizi segreti israeliani.[4] Raggiunse infine il grado di Generale di divisione, dopo essersi laureato in Scienze Strategiche.

Deputato[modifica | modifica wikitesto]

Ambrogio Viviani

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaX
Gruppo
parlamentare
Federalista Europeo; Gruppo misto; Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale
CollegioCremona
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Radicale (dal 20 aprile al 3 ottobre 1990)
Gruppo misto (dal 3 ottobre 1990 al 18 luglio 1991)
Movimento Sociale Italiano (dal 18 luglio 1991)
Titolo di studioDottore in Scienze Strategiche
Professionemilitare di carriera

Sempre nel 1986, dopo un breve periodo di arresto per reticenza[5], si dimise per protesta contro il Ministro della Difesa Giovanni Spadolini. Si è quindi interessato anche di politica.

Candidato alla Camera nel 1987 nelle file del Partito Radicale, diviene deputato subentrando, nella X legislatura, il 20 aprile 1990 [6].

Il 18 luglio 1991 è passato poi al gruppo del Movimento Sociale Italiano.[7] Il suo mandato parlamentare scade il 22 aprile 1992.

Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Si è dedicato alla saggistica storica, e ha risieduto ad Oleggio con la moglie ed i figli fino alla morte e occasionalmente ha presieduto seminari di studio, tenuto conferenze, collaborato con organi di informazione[8]. Negli ultimi anni ha collaborato con il programma "Speciale Superquark" condotto da Piero Angela per la realizzazione dello speciale Giuseppe Garibaldi. Storia di un eroe.

Nel 2004 è stato insignito del premio Agape dell'Associazione culturale "Bartolomeo Colleoni" di Milano per i meriti letterari e storiografici conseguiti[9] e nel 2009 ha aperto le celebrazioni per la 15ª ricostruzione storica della Battaglia di Magenta, in occasione del 150º anniversario dello scontro.

È scomparso nel 2013 all'età di 83 anni a seguito di un'emorragia cerebrale.[10]


Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia militare al merito di lungo comando (10 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro per anzianità di servizio (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Paracadutista abilitato al lancio - nastrino per uniforme ordinaria
Paracadutista abilitato al lancio
Distintivo di merito per ufficiale che ha conseguito un master - nastrino per uniforme ordinaria
Distintivo di merito per ufficiale che ha conseguito un master
Distintivo per ufficiali che hanno frequentato o diretto i corsi del Centro Alti Studi Militari (CASM) - nastrino per uniforme ordinaria
Distintivo per ufficiali che hanno frequentato o diretto i corsi del Centro Alti Studi Militari (CASM)

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croce al Merito al nastro dell'Ordine al Merito di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
Insegnante paracadutista abilitato al lancio (esercito degli Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria
Insegnante paracadutista abilitato al lancio (esercito degli Stati Uniti)
Paracadutista abilitato al lancio (esercito di Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Paracadutista abilitato al lancio (esercito di Germania)

Le opere[modifica | modifica wikitesto]

Questi i titoli delle sue opere principali:

  • Storia del 3º Reggimento bersaglieri, Schena Ed., 1980
  • Storia di Oleggio - Cronaca dal 218 a.C. Al 1963 d.C., 1982
  • Cronaca e storia del Corpo dei bersaglieri, Piazza Ed., 1983
  • Storia dei Servizi Segreti Italiani, ADN-Kronos Ed., 1986
  • Manuale della controspia, Mondadori Ed., 1988, pubblicato anche in Russia ed in Polonia
  • Storia della Massoneria lombarda, Bastogi Ed., 1992
  • La battaglia di Novara, Associazione bersaglieri novarese Ed., 1994
  • Magenta, 4 giugno 1859 - dalle ricerche la prima storia vera, Zeisciu Ed., 1997
  • La linea Cadorna (con Roberto Corbella), 2000
  • Il Sesto (131º) corso 1949-1951, Accademia militare di Modena, 2001, Zeisciu Centro Studi Ed.
  • Storia di Rive Vercellese, 2006
  • Magenta, 4 giugno 1859 - dalle ricerche la prima storia vera, Edizione speciale per i 150° anni della Battaglia di Magenta, Zeisciu Ed., 2009

Per l'Istituto Internazionale di Studi "Giuseppe Garibaldi", sono state inoltre realizzate le seguenti pubblicazioni:

  • La battaglia si Sant'Antonio
  • Operazione Roma 1870
  • I servizi segreti piemontesi nel Risorgimento
  • Luci e ombre della Repubblica Romana del 1849
  • L'eccidio di Fantina

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ si veda qui, su radioradicale.it.
  2. ^ per questi dati si veda qui, su vialardi.org.
  3. ^ Vedi la voce Lista degli appartenenti alla P2
  4. ^ vedi qui, su radioradicale.it. URL consultato il 21 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2016).
  5. ^ vedi qui, su beppeniccolai.org.
  6. ^ Storia Camera
  7. ^ vedi qui, su ricerca.repubblica.it.
  8. ^ Come viene citato nella sezione autobiografica del volume Magenta, 4 giugno 1859 - dalle ricerche la prima storia vera, Zeisciu Ed., 1997
  9. ^ si veda qui Archiviato il 13 agosto 2009 in Internet Archive.
  10. ^ Si è spento nella notte il generale Ambrogio Viviani Archiviato il 27 giugno 2018 in Internet Archive. OkNovara.it

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN142387 · ISNI (EN0000 0000 0649 8760 · GND (DE1232368644 · BNF (FRcb129545758 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-142387