Relazioni bilaterali tra Italia e Bosnia ed Erzegovina

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Relazioni tra Bosnia ed Erzegovina e Italia
Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bandiera dell'Italia

Le relazioni bilaterali tra Italia e Bosnia ed Erzegovina sono state stabilite a livello diplomatico il 17 gennaio 1992 in seguito alla proclamazione d'indipendenza della Bosnia ed Erzegovina dalla Jugoslavia.

L’Italia sostiene e incoraggia il percorso di integrazione della Bosnia ed Erzegovina nell'Unione europea e nella NATO.

Sedi diplomatiche[modifica | modifica wikitesto]

La Bosnia ed Erzegovina ha un'ambasciata a Roma, un consolato generale a Milano e un consolato onorario a Treviso.

L'Italia ha un'ambasciata a Sarajevo (Čekaluša 39) e un consolato generale a Banja Luka. L'attuale ambasciatore (dal 14 giugno 2021) è Marco Di Ruzza[1].

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Italo-bosniaci e Bosniaci in Italia.

Gli italiani, presenti in Bosnia ed Erzegovina sin dal periodo asburgico, sono riconosciuti come una delle 17 minoranze nazionali del paese balcanico.

La diaspora bosniaca in Italia, presente a partire dagli anni '90, conta circa 68 000 persone.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fin dal 1994, ancora nel corso della guerra in Bosnia ed Erzegovina, l'Italia aveva una rappresentanza diplomatica nella forma di delegazione diplomatica speciale. Dopo la fine del conflitto con gli accordi di Dayton del 1995, il governo italiano si adoperò per stabilire le relazioni diplomatiche con la Bosnia ed Erzegovina aprendo la propria ambasciata a Sarajevo il 6 novembre 1996[2].

L'Italia fa parte del comitato direttivo (Steering Board) del Peace Implementation Council (PIC), forum multilaterale istituito dagli Accordi di Dayton; l'ambasciatore italiano, assieme agli omologhi delle altre nazioni membri del comitato direttivo, ricopre quindi compiti di direzione politica dell'alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, responsabile della messa in atto degli aspetti civili degli accordi di pace e dotato di poteri esecutivi[3].

Cooperazione politica[modifica | modifica wikitesto]

Italia e Bosnia ed Erzegovina intrattengono stretti legami di cooperazione politica, resi vitali da un intenso scambio di incontri e visite a livello bilaterale. La ministra degli esteri Federica Mogherini ha visitato Sarajevo nel corso del suo tour balcanico tra il 25 e il 28 luglio 2014[4]. Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, si è recato a Sarajevo nel maggio 2016 per la prima visita di un Capo di Stato italiano nel paese balcanico[5].

Cooperazione nella difesa[modifica | modifica wikitesto]

L'Italia è presente militarmente con oltre 900 uomini in Bosnia Erzegovina nel quadro dell’operazione militare EUFOR Althea. Oltre all’originaria funzione di mantenimento della sicurezza sul territorio, dalla fine del 2010 EUFOR Althea si preoccupa del rafforzamento delle forze armate bosniache attraverso attività di formazione[4].

L'Italia ha partecipato inoltre alla missione di polizia dell’Unione Europea EUPM, il cui vice comandante era il Colonnello Paterna dell’Arma dei Carabinieri, avviata nel 2003 per fornire un contributo alla costituzione di un servizio di polizia professionale e multietnico in Bosnia Erzegovina[4].

Relazioni economiche[modifica | modifica wikitesto]

L’Italia è il secondo partner commerciale della Bosnia ed Erzegovina, con un volume di interscambio di oltre 1,5 miliardi di euro, primo investitore bancario – con UniCredit e Intesa SanPaolo - e primo partner culturale del paese, anche grazie all’entrata in vigore nel 2015 dell’Accordo bilaterale di cooperazione culturale[6].

L'Accordo sulla Promozione e la Protezione degli Investimenti tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Bosnia ed Erzegovina, firmato il 19 maggio 2000 ad Ancona, è entrato in vigore il 10 febbraio 2005[7].

Gli investimenti italiani in Bosnia Erzegovina si concentrano nel settore manifatturiero, in particolare[7]:

Cooperazione allo sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1992 al 2015 la Cooperazione Italiana ha sostenuto progetti di sviluppo in Bosnia ed Erzegovina per un importo di oltre 210 milioni di euro. Inoltre, a fronte delle pesanti alluvioni che hanno colpito il Paese nel 2014, l’Italia ha finanziato progetti di ricostruzione per oltre 1 milione di euro[2].

Lista degli ambasciatori italiani in Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

Nomina Titolo Capo missione Nominato dal governo Accreditato da Note
1997 Ambasciatore Michele Valensise Governo Prodi I Živko Radišić [8][9]
7 maggio 1999 Ambasciatore Enrico Pietromarchi Governo D'Alema I Živko Radišić [10][11]
15 giugno 2001 Ambasciatore Saba D'Elia Governo Berlusconi II Jozo Križanović [11]
3 febbraio 2005 Ambasciatore Alessandro Fallavollita Governo Berlusconi II Borislav Paravac [11][12]
1 giugno 2009 Ambasciatore Raimondo Cardona Governo Berlusconi IV Nebojša Radmanović [13]
7 agosto 2013 Ambasciatore Ruggero Corrias Governo Letta Željko Komšić [14][15]
29 dicembre 2016 Ambasciatore Nicola Minasi Governo Gentiloni Mladen Ivanić [16]
2 dicembre 2020 Ambasciatore Marco Di Ruzza Governo Conte II Milorad Dodik [17][18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'Ambasciatore Marco Di Ruzza, su ambsarajevo.esteri.it. URL consultato il 18 novembre 2021.
  2. ^ a b Ambasciata d'Italia a Sarajevo. Cooperazione politica. Storia, su ambsarajevo.esteri.it.
  3. ^ (EN) The Peace Implementation Council and its Steering Board, su ohr.int, Ufficio dell'alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, 16 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  4. ^ a b c Esteri.it
  5. ^ Amb Sarajevo - cooperazione politica
  6. ^ Amb Sarajevo, su ambsarajevo.esteri.it.
  7. ^ a b IME
  8. ^ Il gran valzer dei diplomatici, La Repubblica, 21 dicembre 1996.
  9. ^ Michele Valensise, su esteri.it, MAE.
  10. ^ Farnesina: nuovi ambasciatori Sarajevo, Atene e Wellington, Adnkronos, 15 aprile 1999.
  11. ^ a b c Stati di servizio del personale della carriera diplomatica e della dirigenza del ministero degli affari esteri che ha cessato di far parte dell'amministrazione dal 1º gennaio 2000 al 30 maggio 2014 (PDF), su esteri.it, MAE.
  12. ^ Benedetto Amari e Alessandro Fallavollita, Ambasciatori d'Italia ad Asuncion e a Sarajevo, su comunicazioneinform.it, 4 febbraio 2005.
  13. ^ Raimondo De Cardona nuovo Ambasciatore d’Italia in Bosnia-Erzegovina, su mclink.it, 1º giugno 200. URL consultato il 21 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  14. ^ Italia-Bosnia, Ruggero Corrias nuovo ambasciatore a Sarajevo, MF Milano Finanza.
  15. ^ Bosnia. Ruggero Corrias è il nuovo ambasciatore italiano a Sarajevo, su notiziegeopolitiche.net, 6 agosto 2013.
  16. ^ Nicola Minasi nuovo ambasciatore a Sarajevo, su aise.it, 29 marzo 2017.
  17. ^ PERCHÉ IL GOVERNO HA DECISO DI PROROGARE AL 31 MAGGIO 2021 LA NOMINA DI ARMANDO VARRICCHIO E MAURIZIO MASSARI COME AMBASCIATORI A WASHINGTON E A BRUXELLES (UE)?, su dagospia.com, 6 dicembre 2020.
  18. ^ Presentazione delle lettere credenziali dell'Ambasciatore Marco Di Ruzza al Presidente di turno Milorad Dodik, su ambsarajevo.esteri.it, 6 luglio 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]